
CAFONAL – LA GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI ROMA CELEBRA MARIO CEROLI E RIPERCORRE LA SUA CARRIERA, DALLA SCUOLA DI PIAZZA DEL POPOLO ALL’ARTE POVERA, CON VENTI OPERE IN LEGNO REALIZZATE DAL 1957 A OGGI – ALL’INAUGURAZIONE, ACCOLTI DALLA CURATRICE DELLA MOSTRA E DIRETTRICE DELLA GNAMC, RENATA CRISTINA MAZZANTINI, AVVISTATI GIANLUCA DE MARCHI, UGO BRACHETTI PERETTI, IL PREMIO OSCAR FRANCESCA LO SCHIAVO, IL PRESIDENTE DI BANCA IFIS ERNESTO FURSTENBERG FASSIO. E ANCORA, ANDREA OCCHIPINTI, ELENA MIGLIO, IVAN NOVELLI, RUDY ZERBI E…
Estratto dell’articolo di Laura Valentini per www.ansa.it
gianluca de marchi renata cristina mazzantini mario ceroli
Venti capolavori realizzati dal 1957 ad oggi tra cui alcuni inediti e altri 'ri-plasmati' nella nuova collocazione delle sale della Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma: si presenta così, a partire da domani 7 ottobre, la mostra Ceroli Totale, una monografica dedicata a Mario Ceroli realizzata in collaborazione con Banca Ifis dalla cui collezione provengono alcune delle opere dello scultore, classe 1938, nato a Castel Frentano in Abruzzo ma che fin dagli anni '60 ha fatto di Roma la sua città d'adozione.
Curata da Renata Cristina Mazzantini, direttrice della Galleria e da Cesare Biasini Selvaggi, l'esposizione in programma sino all'11 gennaio, ripercorre settant'anni di ricerca di Ceroli attraverso una selezione di sculture e installazioni provenienti anche dalla collezione della Gnamc e da quella dell'artista.
"È un privilegio ripercorrere con Mario Ceroli le tappe più significative di una carriera artistica che, capolavoro dopo capolavoro, attraversa la storia dell'arte italiana, dalla Scuola di Piazza del Popolo all'Arte Povera, fino ad oggi" premette Mazzantini.
E quello con l'arte povera, sottolinea la direttrice e co-curatrice della mostra è stato un incontro avvenuto "forse casualmente perché, come racconta lui stesso, all'inizio della carriera doveva accontentarsi di materiali di riciclo, prima della realizzazione delle sagome" una tecnica che è divenuta una sua cifra stilistica "da cui poi è ritornato quasi magicamente al volume".
benedetta geronzin ernesto furstemberg fassio rosalba benedetto
Di Ceroli la direttrice della Gnamc ricorda il "linguaggio unico e straordinario che si è servito quasi esclusivamente del legno" da lei definita "la passione di Mario: lui da questo materiale riesce a tirare fuori l'anima" come risulta evidente dalla mostra personalmente allestita dall'artista che ha creato due opere site specific, 'La grande quercia' e il suggestivo 'Le ceneri'.
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Ceroli Totale "è la raccolta delle sculture di un artista vero nell'arco della sua vita, nel dialogo voluto dalla nostra banca per far conoscere l'arte di Ceroli nei luoghi più prestigiosi della cultura nazionale e internazionale" spiega Ernesto Furstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis che conferma la volontà dell'Istituto di procedere all'apertura nel 2026 di una casa museo dell'artista, Casa Ceroli, "uno spazio per conservare la sua produzione e consentirne la conoscenza al grande pubblico.
La mostra che presentiamo oggi - sottolinea - è il primo tassello di un percorso iniziato un anno fa e che risponde alla volontà di un artista e amico di conservare la sua storia e la sua creatività nella sua casa dove si trovano gran parte delle sue opere, davvero straordinarie".
Gli fa eco Mario Ceroli: "A via della Pisana ci saranno un migliaio di opere, ma se non c'era la banca dove finivano? Io sono vivo ancora apposta per questa ragione" spiega con un sorriso.
francesca lo schiavo ugo brachetti peretti (2)
La propria storia artistica coincide con quel fermento culturale che a Roma aveva il suo centro "in piazza del Popolo, nella galleria della Tartaruga, del suo fondatore Plinio De Martiis" a cui come racconta il co-curatore Cesare Biasini Selvaggi il giovanissimo Ceroli fu segnalato da Cy Twombly, in quegli artisti che vi gravitavano, poveri e "tutti belli e tra cui c'ero anche io" racconta spiegando che vorrebbe che i giovani oggi volgessero lo sguardo anche in quella direzione.
Anche per questo l'idea della casa museo, già oggi resa da Ceroli uno spazio enorme, quasi una città in miniatura. "E' un omaggio che mi ha reso la banca che non avrebbe fatto nessuno in Italia" dice l'artista che lungi dal mostrare amarezza dice che il nostro è il paese più bello del mondo e si dice felicissimo della mostra.
Le opere che si succedono di sala in sala "mi fanno sentire lo slancio e l'entusiasmo di quando da ragazzo, a diciassette anni, realizzai il tronco inchiodato oggi esposto dal titolo 'Composizione'", dice.
E al termine dell'allestimento quasi un effetto dejavu: "mi è sembrato di trovarmi in una grande piazza, quella di piazza del Popolo, del Caffè Rosati, delle gallerie di quando Roma era all'avanguardia, e in città c'era una nuova generazione, quella della scuola romana".
camilla morabito
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francesca lo schiavo ugo brachetti peretti
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