LA FURBATA CON LE STOCK OPTION DI MARPIONNE “INCURIOSISCE” LA CONSOB. MA ORA LA COMPETENZA È AMERICANA - FERRERO È L’UOMO PIÙ RICCO D’ITALIA, DAVANTI A DEL VECCHIO E PESSINA - I RUSSI TENGONO CAVALLI SULLA CORDA, PESANO LE SANZIONI

 

1.PANORAMA

Da "La Stampa"

 

FERRERO AL PRIMO POSTO TRA I PAPERONI D’ITALIA

Michele FerreroMichele Ferrero

Michele Ferrero è il primo italiano nella classifica 200 Bloomberg Billionaires (i miliardari secondo Bloomberg), stilata dal gruppo editoriale statunitense. Il re del cioccolato e delle merendine, con un patrimonio di 23,4 miliardi di dollari, si piazza al 30esimo posto della classifica generale, precedendo i connazionali Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica alla 43esima posizione, 17,3 miliardi di dollari, e Stefano Pessina, terzo italiano della classifica con 10,8 miliardi, proprietario del 18% di Alliance Boots.

 

Sulla vetta dell’Olimpo mondiale dei Paperoni si piazza stabile Bill Gates, 85 miliardi di dollari, seguito da Carlos Slim (78,8mld) e Warren Buffet (69,6 mld). Buone anche le posizioni occupate dai neo-miliardari Mark Zuckenberg, 13esimo con 33,5 miliardi e dal fondatore di Alibaba, Jack Ma (28,8 miliardi), al 22esimo posto.

[r. e.]

mauro morettimauro moretti

 

FINMECCANICA RIDUCE IL ROSSO ORA IL PAREGGIO È PIÙ VICINO

Finmeccanica abbatte le perdite e si avvia a rivedere il pareggio, mentre per fine anno conta anche di mettere a segno numeri superiori alle previsioni. I risultati dei primi nove mesi 2014 hanno evidenziato un miglioramento rispetto a un anno fa: il conto economico resta in rosso ma la perdita si è ridotta da 212 a 24 milioni. Buone notizie dagli ordini, cresciuti di oltre il 15%. I ricavi sono invece saliti dell’1,4% rispetto ai primi nove mesi del 2013, a quota 9.869 milioni di euro. Gli ordini, pari a 9.353 milioni, sono significativamente superiori rispetto ai primi nove mesi del 2013 (+15,3%). Il portafoglio ordini (36.914 milioni) assicura due anni e mezzo di produzione equivalente. [r. e.]

 

CONSOB E GDF IN ITALCEMENTI E ITALMOBILIARE

STABILIMENTO ITALCEMENTI STABILIMENTO ITALCEMENTI

Consob e Guardia di Finanza hanno avviato un’ispezione nelle sedi di Italcementi a Bergamo e di Italmobiliare a Milano per verifiche legate all’ipotesi di insider trading sui titoli delle società che fanno capo alla famiglia Pesenti. Gli approfondimenti riguardano operazioni di compravendita fatte in Borsa contestualmente all’annuncio, il 6 marzo scorso, del riassetto. Italcementi annunciò un’offerta sulla controllata Ciment Francais - possedeva il 91,1% dei diritti di voto - per ritirarla dalla Borsa; una conversione delle Italcementi risparmio in ordinarie; un aumento di capitale da 450 milioni, con la disponibilità di Italmobiliare a sottoscrivere pro quota. Dalle indagini preliminari sarebbero emerse anomalie. [r. e.]

 

L’ECONOMIA A SCUOLA CON BNL E GIUNTI

luigi abeteluigi abete

Bnl e Giunti, l’editore specializzato per la scuola, hanno dato vita a un programma di educazione finanziaria per gli alunni delle elementari. Verranno coinvolte 5mila classicon l’iniziativa Educare Scuola, che distribuirà gratuitamente 125mila copie di un libro, «L’economia della famiglia Millesogni», per offrire le prime conoscenze su economia e denaro. [r. e.]

 

 

2.SUSSURRI & GRIDA

Dal "Corriere della Sera"

 

LA RUSSA VTB TIENE SULLA CORDA CAVALLI, PESANO LE SANZIONI

( d. pol. ) Serpeggia tensione sull’asse dell’alleanza Mosca-Milano. Tim Demchenko, a capo della russa Vtb capital ha fatto slittare al 20 novembre la data per chiudere l’accordo che porterà al 60% della Roberto Cavalli il gruppo finanziario controllato direttamente dal Cremlino. E la ragione è proprio questa. Demchenko non ha garanzie assolute che l’operazione non venga influenzata dalle sanzioni Ue verso la Russia. Così vorrebbe che quella quota non vedesse Vtb in maggioranza. Il problema è che fin qui il quarantenne manager non è riuscito a raccogliere sottoscrittori, e denari, sufficienti.

LA BANCA RUSSA VTBLA BANCA RUSSA VTB

 

Ma c’è dell’altro. Il prezzo offerto sarebbe più basso di quanto prospettato inizialmente, anche più basso di quei 350 milioni stimati la scorsa primavera dal fondo Permira. Così in casa Cavalli c’è agitazione. Hanno avviato un piano di ingaggio di manager in vista del rilancio con i russi, devono rifinanziare i debiti con le banche e ottenere nuova finanza per gli investimenti. Cavalli potrebbe quindi decidere in autonomia e vendere il pezzo di pregio. Ossia l’immobile di Faubourg St Honoré a Parigi, valutato a perizia circa 90 milioni.

ROSIE HUNTINGTON WHITELEY E ROBERTO CAVALLI ROSIE HUNTINGTON WHITELEY E ROBERTO CAVALLI

 

CORTILIA, LA START UP DEL FOOD ALL’ESTERO

(m.sid.) Marco Porcaro — 43 anni di Desenzano del Garda — aveva un hobby anche abbastanza diffuso in Italia: andare nelle cascine fuori porta per acquistare direttamente dai produttori ortaggi frutta e salami. E un giorno ha pensato: come posso mettere insieme i produttori diretti (in Italia sono 270 mila), gli utenti come me e rendere tutto efficiente tramite Internet? Con Antonio Perini prima, nel 2010, ha creato un algoritmo per migliorare la logistica che si chiama Viamente (venduto a un gruppo Usa).

 

Parallelamente, sempre grazie all’algoritmo di cui sopra, ha fondato a Cortilia, piattaforma che permette ai produttori fuori Milano di vendere direttamente ai clienti. La start up ha superato la fase di rodaggio e adesso pensa in grande, tanto che ieri ha chiuso un round di finanziamento da 1,5 milioni con P101, il venture capital di Andrea Di Camillo ( foto ). «Stiamo lavorando alla raccolta e puntiamo ai 5 milioni — racconta lo stesso Porcaro — perché oltre ad allargarci nelle altre regioni abbiamo riscontrato interesse anche da Paesi come la Svizzera». Negli Usa, oltre ad Amazon Fresh c’è Good Eggs. La battaglia per le zucchine è iniziata. E quelle made in Italy sono in pole position.

George Pell George Pell

smarteconomy.corriere.it

 

TRASPARENZA DEI BILANCI IN VATICANO

( m.a.c.) Papa Francesco ha approvato il nuovo manuale di financial management per la Santa Sede, fissando i criteri di elaborazione dei bilanci per armonizzarli agli standard internazionali. Le nuove norme entreranno in vigore dal primo gennaio 2015. «L’uso di pratiche e relazioni di gestione finanziaria sane e coerenti contribuisce a fornire un quadro chiaro riguardo alla responsabilità di tutto coloro ai quali sono affidate le risorse della Chiesa», ha detto il Prefetto della Segreteria per l’economia , cardinale George Pell.

 

 

3.PARTERRE

Da "il Sole 24 Ore"

 

CARIGE LE AVANCES ESTERE E L'IMPEGNO PER IL TERRITORIO

A dispetto dello shortfall da 814 milioni appena emerso con gli stress test della Bce, Banca Carige, negli ultimi anni, era collocata tra la sesta e la settima posizione nella top ten degli istituti di credito italiani. Un posto raggiunto con un'espansione portata avanti non attraverso aggregazioni ma mantenendo la propria identità originaria di cassa di risparmio legata al territorio ligure. Un percorso discutibile forse (e in effetti è stato stigmatizzato - tardivamente - da Bankitalia) ma che ha avuto un pregio.

 

BANCA CARIGE BANCA CARIGE

Quello di far sì che la banca restasse, nel tempo, un solido appoggio per l'imprenditoria ligure e, in particolare, per le grande famiglie genovesi. Oggi Carige sta pagando, al cospetto delle nuove regole europee, le scelte fatte nella gestione Berneschi. Ma gli imprenditori del territorio (per tacere della politica locale) hanno a lungo beneficiato di quelle stesse scelte. Colpisce, quindi, ora che l'istituto ha una nuova guida e sta adeguandosi, a fatica ma con determinazione, ai dettami della Bce, che (con l'eccezione dei Malacalza) le famiglie genovesi non intervengano incisivamente in aiuto della loro banca.

 

Si tratta di quelle famiglie con grandi capitali, troppo spesso inutilizzati, che Carige, non di rado, ha aiutato a mantenere solidi. Senza contare, e questo vale a livello nazionale, che se si lasciano gli istituti di credito italiani in balìa dei potenziali partner stranieri, il concetto di banca attenta alle esigenze del territorio è destinato a scomparire. (R.d.F.)

 

HEINZ E CAMPBELL SUL POMODORO ITALIANO

ketchup usaketchup usa

La disfida del pomodoro. C'è una piccola azienda familiare italiana, la Elvea di Salerno, che sta facendo scendere in campo per il suo acquisto i colossi dei pomodori in scatola. La Elvea, nata nei primi del 900 sulla scia della grande immigrazione italiana negli Stati Uniti, esporta la maggioranza dei suoi prodotti in conserva. Addirittura possiede circa la metà del mercato delle conserve di pomodoro belga.

 

Da circa un mese la boutique Vitale Associati, secondo i rumors, ha avuto un incarico per cederla e l'information memorandum sarebbe arrivato ai colossi del settore. In campo ci sarebbero le italiane Conserve Italia ma anche la quotata La Doria. Ma i pretendenti non finiscono qui: c'è la Mutti di Parma e soprattutto il Consorzio Casalasco del Pomodoro che ha già acquistato Pomì da Parmalat. Infine ci sarebbero grandi colossi esteri come Heinz e Campbell, i re delle conserve di pomodoro americani che hanno ispirato con le loro storiche scatolette anche le opere di Andy Warhol. (C.Fe.)

 

MENEGUZZO ESCE DI SCENA DAL MOSE

Con il patteggiamento a Milano di due anni e mezzo di reclusione, esce di scena dal processo sullo scandalo del Mose Roberto Meneguzzo, ex ad della Palladio, che secondo la procura di Venezia nel 2010 ha fatto da tramite tra Giovanni Mazzacurati, ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, e Marco Milanese, ex assistente dell'allora ministro all'Economia Giulio Tremonti. Agli atti un fatto: Meneguzzo consegnò a Milanese una tangente da 500mila euro, elargita da Mazzacurati.

ROBERTO MENEGUZZOROBERTO MENEGUZZO

 

L'obiettivo era "facilitare" e velocizzare un finanziamento da 400 milioni da parte del Cipe al Consorzio. Soldi che, come hanno dimostrato gli inquirenti, non sono stati tutti impiegati per i cantieri del Mose, ma anche per pagare consulenze fittizie, tenersi buoni i politici locali e, appunto, distribuire tangenti. Il tutto con risorse pubbliche, anche nel mondo dell'alta finanza. (S.Mo.)

 

ROTAZIONE A SINGHIOZZO DEI PILOTI AIR FRANCE

Scioperare senza perdere soldi. È l'ultima trovata dei piloti di Air France. E l'ultima coda dello sciopero di 14 giorni (il più lungo di sempre) effettuato in settembre per protestare contro il progetto di rafforzare l'attività low cost. Air France è già stata costretta ad abbandonare la costituzione di Transavia Europe (con sedi a Lisbona e Monaco) e a registrare perdite per circa 500 milioni.

 

AirFranceAirFrance

Ora deve far fronte all'ennesima richiesta dei piloti, che cercano di utilizzare uno stratagemma abbastanza scandaloso. Durante l'agitazione, hanno comunicato alla direzione di essere in sciopero il primo giorno dei 4-5 del loro periodo di «rotazione» e di essere a disposizione durante gli altri. Anche se lo sconvolgimento del planning rendeva di fatto impossibile il loro utilizzo, chiedono di essere regolarmente pagati per i 3-4 giorni in cui non hanno lavorato pur essendo a disposizione. Il braccio di ferro potrebbe finire in Tribunale. (M.Mou.)

 

4.INDISCRETO

Da "il Giornale"

 

MARCHIONNE CORRE SULLO 0,8% DI FERRARI

MONTEZEMOLO E MARCHIONNE ALLA FERRARIMONTEZEMOLO E MARCHIONNE ALLA FERRARI

Le operazioni fatte da Sergio Marchionne, ad di Fiat Chrysler Automobiles, sulle stock option, oltre a fargli incassare 10,7 milioni al lordo delle tasse e permettergli di incrementare a oltre 12 milioni di azioni la quota nel gruppo, portano la sua partecipazione nella Ferrari allo 0,8% in «trasparenza» (oggi l'ad detiene l'1% di Fca che ha ora il 90% di Ferrari). Ma sembra che l'operazione sulle stock option fatta da Marchionne all'indomani dell'annuncio dello scorporo di Ferrari sia stata oggetto di riflessione da parte degli uffici di Consob. Per effetto della quotazione primaria delle azioni Fca a New York, ogni competenza ora riguarda comunque la Sec, cioè la Consob americana.

 

L'EDITORE SVALUTATO CHE PUNTA ALL'«UNITÀ»

Guido VenezianiGuido Veneziani

Doppio scivolone di Investimenti e Sviluppo nella Guido Veneziani Editore, società in corsa per rilevare L'Unità che edita Vero e Stop. Proprietaria del 5% dal novembre 2013, Investimenti e Sviluppo è stata costretta a una doppia svalutazione del gruppo. Dopo l'ok al bilancio 2013 (l'8 settembre 2014), la società è venuta a conoscenza di fatti «nuovi e imprevedibili», e riapprovando il bilancio ha rideterminato il valore della partecipata editoriale svalutandola per un altro milione. Solo un mese fa la svalutazione era stata di 600mila euro. È un momento molto difficile per la società che - con un risultato netto negativo di 12 milioni - è appesa al piano di rilancio al 2016.

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