1- ANCHE PER IL GENTILUOMO DI SUA SANTITÀ, CHE IL CAVALIERE INFOJATO HA DEFINITO “UN REGALO DI DIO AGLI ITALIANI”, È ARRIVATO IL MOMENTO DI RIPOSIZIONARSI E DI DARE UN SENSO AL FUTURO. IL 77ENNE GIANNI LETTA SUPERCANDIDATO A SINDACO DI ROMA 2- GUARGUAGLINI E LA MOGLIE ZARINA RITORNANO IN PISTA CON UNA PICCOLA SOCIETÀ 3- NON DITE AI LAVORATORI GENOVESI DI FINMECCANICA CHE ORSI HA DECISO DI CEDERE ANSALDO ENERGIA ALLA SIEMENS (INCONTRO IN LOCALITÀ SEGRETA DELLE DUE PARTI) 3- CANCELLATE MISTERIOSE, SOSTE PER “MOTIVI TECNICI” DI 38 MINUTI ANZICHE’ DI 15, BIGLIETTI A METÀ PREZZO: LA GUERRA AL CALOR BIANCO TRA MONTEZEMOLO E MAURO MORETTI 4- FORNERO AVREBBE AVUTO TRA LE MANI LA RELAZIONE TECNICA SUGLI ESODATI DA ALMENO QUATTRO MESI. LA DECISIONE DI RISOLVERE IL PROBLEMA LIMITANDO LE RISORSE A 65MILA UNITÀ SAREBBE STATO UN SEMPLICE STRATAGEMMA PER DILAZIONARE OLTRE IL 2013 LA SPESA DEI 20 MILIARDI NECESSARI PER GLI ALTRI 390MILA DISGRAZIATI

1- GIANNI LETTA SUPERCANDIDATO AL CAMPIDOGLIO
Sono ore difficili per Gianni Alemanno, il sindaco dalle scarpe ortopediche che dal maggio 2008 governa il Campidoglio.

Oggi dovrà vedersela in Giunta dove tenterà di far passare il maxiemendamento che sospende 50mila ordini del giorno dell'opposizione sulla cessione del 21% di Acea.

Anche se uscirà vittorioso dal braccio di ferro, il primo cittadino di origini baresi probabilmente non riuscirà ad acquistare la serenità che aveva ostentato negli ultimi mesi dopo aver recuperato un po' di immagine dopo la disastrosa nevicata di febbraio.

Anche ieri al termine del primo viaggio di inaugurazione della nuova linea della metropolitana, Alemanno non riusciva a nascondere dietro le dichiarazioni ufficiali una certa aria di preoccupazione. Probabilmente ha già messo nel conto che questi successi non saranno sufficienti per riportarlo tra un anno alla guida della Capitale. D'altra parte non è un mistero che lui stesso da tempo sta lavorando intorno al suo futuro politico per mettere a punto una exit strategy che lo metta al riparo dall'implosione del centrodestra dove da tempo mantiene una posizione timidamente critica.

Il sindaco non vuole essere stritolato nella faida tra gli ex-An confluiti nel partito di Berlusconi e le schegge impazzite del Popolo della Libertà. A tutto questo si aggiunge la notizia che Dagospia nella sua infinita miseria può dare in anteprima sulla candidatura per le prossime elezioni comunali di un personaggio che ha tutte le carte in regola per troncare le aspirazioni dell'uomo del Campidoglio e degli altri avversari.

Su questo concorrente, che sulla carta appare invincibile, c'è un'intera enciclopedia di aggettivi e di complimenti che fanno impallidire. Basti pensare che il Cavaliere impunito lo ha definito "un regalo di Dio agli italiani" e gli ha addirittura riservato un posto nel suo orrendo mausoleo di Arcore. Altri, come Pierfurby Casini, si sono spinti più in là parlando di "un santo laico, emblema di correttezza e onestà", virtù apprezzate anche da Mara Carfagna e perfino da Franco Marini del Pd.

Se non avete ancora capito stiamo parlando del supercandidato al Campidoglio, Gianni Letta, il politico di Avezzano che dopo l'attività giornalistica è approdato nell'87 dentro la corazzata Fininvest per poi seguire come un'ombra la cavalcata di Berlusconi. L'intimità tra i due è stata così forte al punto che il Cavaliere lo ha voluto nel '90 testimone al suo matrimonio con Veronica Lario. Quando poi Berlusconi è diventato presidente del Consiglio, l'ex-giornalista abruzzese è diventato il centro di gravità permanente del potere che da Palazzo Chigi si è allargato attraverso mille rivoli e mille vicende (non tutte limpide) nelle stanze dei poteri.

Perfino nel grattacielo di Goldman Sachs a New York dove sono abituati ad arruolare i politici e gli uomini della finanza più rappresentativi di ogni Paese, si sono accorti a giugno 2007 che valeva la pena ingaggiarlo per utilizzare la sua consulenza strategica nello sviluppo dei business.

E dopo Goldman Sachs è stata la volta del Vaticano che ha sempre apprezzato le sue capacità di Gran Ciambellano discreto ed esperto mediatore fino al punto di convincere Papa Ratzinger e il suo maggiordomo Paoletto a insignirlo nel 2008 della carica di Gentiluomo di Sua Santità.

Quando Berlusconi si è avvitato su se stesso e ha perso lucidità politica, Letta non è caduto in depressione e ha messo alle spalle i complimenti e la promessa che nel 2006 il Cavaliere gli aveva fatto di tirargli la volata per la Presidenza della Repubblica.

Oggi si muove con la riservatezza insegnatagli dal suo vero padre politico, Giulio Andreotti, che per decenni ha incontrato ogni mattina nel piccolo ufficio in piazza in Lucina del leader democristiano. I sogni per il Quirinale sono stati accantonati, ma la sua influenza nelle partite che si giocano dentro le stanze di Palazzo Chigi continua ad essere ancora oggi determinante. E forse non c'è nessuno a Roma che sia in grado di batterlo sul piano del presenzialismo e della mondanità che condivide con la moglie Maddalena. L'ubiquità lo porta in una sola serata a partecipare a un vernissage piuttosto che a una cena di vecchie contesse gonfie di botulino o di imprenditori amici.

Anche per lui, che ad aprile ha compiuto 77 anni, è arrivato il momento di riposizionarsi e di dare un senso al futuro. Da qui l'obiettivo del Campidoglio che si attaglia perfettamente alla sua figura come gli abiti firmati che senza una goccia di sudore ostenta anche nelle situazioni più drammatiche.


2- GUARGUAGLINI E LA MOGLIE MARINA GROSSI HANNO DECISO DI RITORNARE IN PISTA - ORSI CEDE ANSALDO ENERGIA ALLA SIEMENS
Gli uscieri di Finmeccanica si riuniscono all'ora di pranzo per decidere la loro solidarietà ai lavoratori del Gruppo che domani bloccheranno Genova con uno sciopero generale.

Dopo aver scartato l'idea di spedire un pacco di bandiere rosse con la falce e martello, sembrano orientati a inviare per email un paio di messaggi in grado di rincuorare gli operai di Ansaldo e delle altre società del Gruppo che Giuseppe Orsi vorrebbe mettere in mani straniere.

La prima email degli uscieri è curiosa e ha un valore semplicemente nostalgico. Probabilmente sarà recepita in modo tiepido dal corteo al quale parteciperanno anche il sindaco Doria e l'ex-ministro portafortuna Burlando. La lettera non è nient'altro che un ritaglio di stampa recuperato dall'edizione oggi in edicola del quotidiano "MF" dove si legge che Guarguaglini e la moglie Marina Grossi hanno deciso di ritornare in pista.

Ad una prima lettura può sembrare una notizia sorprendente perché tutti pensavano che dopo i 10 milioni circa portati a casa dalla coppia, l'ex-capo di Finmeccanica e la czarina di Selex avessero scelto di sparire su una di quelle crociere per miliardari che fanno il giro del mondo. Invece sembra che il manager di Castagneto Carducci e la sua consorte abbiano creato una piccola società di nome Gpm3 che svolgerà "servizi di consulenza aziendale, commerciale e industriale in Italia e all'estero".

Così si legge nello statuto della newco, costituita con una manciata di 30mila euro, i coniugi Guarguaglini deterranno il 99% delle quote, mentre l'1% sarà nelle mani di un amico fiorentino che si chiama Jacopo Baroni.

Chi pensava di ritrovare nella compagine societaria anche il nome di Lorenzo Borgogni dovrà ricredersi perché ormai è acclarato che sia Guarguaglini che la moglie hanno interrotto qualsiasi comunicazione con l'assistente "traditore" che ha sciolto la lingua davanti ai magistrati meglio di una cinciallegra.

Gli uscieri di piazza Monte Grappa sanno benissimo che questa notizia non scalderà più di tanto l'animo degli operai incazzati di Genova, ma confidano che l'attenzione salga alle stelle quando leggeranno le notizie raccolte sui marciapiedi di Finmeccanica da quel sito disgraziato di Dagospia. Sembra infatti che a dispetto dei cortei e delle proteste dell'arcivescovo di Genova Bagnasco, Orsi abbia fatto negli ultimi giorni dei grandi passi in avanti nella strategia di dismissioni che aveva annunciato nel corso dell'ultima Assemblea.

In quell'occasione disse testualmente: "saranno necessarie decisioni dolorose per riportare l'industria metalmeccanica di Stato là dove deve stare".

Per lui come per il direttore generale Alessandro Pansa (al quale il capo di Finmeccanica ha tagliato le ali senza molto riguardo) il luogo dove stare si identifica nelle aree di business legate alle attività nella difesa, nella aeronautica e negli elicotteri. Secondo questa strategia società come Ansaldo Breda, Ansaldo Sts e Ansaldo Energia dovranno essere cedute per riportare un po' di sangue nelle casse del Gruppo che ha chiuso il 2011 con una perdita di 2,3 miliardi.

Per gli uscieri il piano di dismissioni non è stato affatto abbandonato nonostante le folate giudiziarie e le voci sui rapporti tra Orsi e il suo amico piacentino Gotti Tedeschi. Gli ultimi rumors dicono che i tedeschi di Siemens hanno fatto un'offerta per rilevare il 45% di Ansaldo Energia che nel marzo 2011 Guarguaglini fece comprare al fondo americano First Reserve Corporation.

Quell'operazione fu salutata con un certo entusiasmo perché contribuiva a migliorare la posizione finanziaria del Gruppo con una plusvalenza di circa 450 milioni. Adesso gli americani del fondo Reserve (il più grande fondo di private equity nel settore dell'energia e delle infrastrutture che gestisce 23,1 miliardi) sembrano intenzionati a cedere il loro 45% ai tedeschi di Siemens perché vogliono rientrare dall'investimento avendo necessità di fare cassa.

Secondo alcuni a questa esigenza di liquidità si aggiunge la voglia di tagliare la corda dal nostro Paese e di tenersi lontani dal "rischio Italia".

È lo stesso atteggiamento che hanno anche altre multinazionali Usa come ad esempio la General Electric che sta mettendo i bastoni tra le ruote a società italiane di primaria importanza dove si ritrova come azionista.

Per quanto riguarda la trattativa per la cessione ai tedeschi di Angela Merkel di Ansaldo Energia si dice che Orsi abbia incontrato, da solo e in una località segreta, le due parti (Siemens e fondo Reserve) ottenendo il consenso dei tedeschi a rilevare il 45% con un sostanzioso sovrapprezzo.

Quando i lavoratori genovesi leggeranno queste notizie, il corteo si bloccherà perché è la conferma più clamorosa dello "spezzatino" straniero bocciato dai sindacati, dalle forze politiche e anche da qualche membro del Governo. L'indiscrezione dovrebbe creare un certo imbarazzo anche in Corradino Passera, il ministro che non più tardi di venerdì al convegno dei Giovani Industriali di Santa Margherita Ligure, ha ribadito l'italianità e l'integrità del Gruppo Finmeccanica.

Per Corradino l'imbarazzo potrebbe essere addirittura doppio perché sembra che l'advisor della triangolazione italo-tedesca-americana sarà IntesaSanPaolo, la banca che ha guidato fino alla sua discesa in campo nel Governo.


3- LA GUERRA AL CALOR BIANCO TRA LE FERROVIE DELLO STATO E NTV
Quando sarà finita la noiosa telenovela di Ligresti e dei suoi figli, l'attenzione si sposterà sicuramente sulla guerra al calor bianco tra le Ferrovie dello Stato e Ntv.

Gli scontri tra la società di Luchino di Montezemolo e quella dell'ex-sindacalista di Rimini, Mauro Moretti, sono quotidiani e i due personaggi sono di gran lunga più interessanti del palazzinaro Totuccio e di sua figlia Jonella che utilizzano Matteuccio Arpe e il fondo Palladio per rompere i coglioni a Mediobanca e a Unicredit.

Ieri la polemica ferroviaria ha segnato un altro capitolo con l'accusa da parte di Ntv a Moretti di bloccare con un cancello l'accesso ai binari della stazione Ostiense. L'amministratore delegato di Ntv, Giuseppe Sciarrone, è andato fuori dai gangheri e ha detto: "dopo tanti anni di lavoro non mi aspettavo di finire in gabbia".

La barriera architettonica contro i treni "Italo" si aggiunge alle difficoltà che Ntv sta provando per fare una concorrenza alle Ferrovie all'insegna della correttezza e dell'efficienza.

Per adesso i treni di Montezemolo che corrono sui binari sono cinque (più uno di riserva) ma sembra che una volta arrivati a Firenze invece della sosta prevista di 15 minuti debbano aspettare, per motivi tecnici ancora incomprensibili, una media di 38 minuti.

A questi problemi tipici della fase di rodaggio si aggiunge il disappunto che al quartier generale di Ntv hanno provato per le nomine all'Autorità dei Trasporti dove oltre al presidente Sebastiani è finito anche Pasqualino De Lise, un personaggio che dicono non sia affatto tenero nei confronti di Luchino e dei suoi compagni di avventura.

Adesso dentro Ntv si aspettano un altro colpo di mano per la nomina del direttore generale dell'Authority e temono che la scelta del Governo possa essere influenzata da Ettore Incalza, il 68enne ingegnere di Brindisi che Passera e il suo braccio destro Ciaccia considerano l'interlocutore principale in materia di trasporti.

Quando si pronuncia il nome di Incalza si parla di un uomo che dentro le Ferrovie è considerato fin dall'inizio degli anni '90 come l'artefice dell'Alta Velocità. Nel '96 finì travolto da un'inchiesta per abuso d'ufficio e si dimise dalla Tav, ma cinque anni dopo ritornò alla ribalta a capo della segreteria tecnica dell'allora ministro Lunardi che con la sua società Rocksoil godeva a bucare le montagne sulle tratte ferroviarie.

Luchino e gli altri soci di Ntv temono fortemente che questo personaggio giochi d'amore e d'accordo con Moretti per piazzare un suo uomo sulla poltrona della direzione generale della nuova Authority. Ad aggiungere affanni c'è poi la notizia che Moretti, indifferente ai lamenti dei pendolari, stia per lanciare una campagna di marketing dal contenuto strabiliante. Sembra infatti che a partire dalla prossima settimana chi comprerà un biglietto andata e ritorno sui Frecciarossa Roma-Milano lo pagherà a metà prezzo.

Su queste basi la concorrenza diventa quasi impossibile.


4- LA MANFRINA DI ELSA FORNERO

Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che nei corridoi dell'Inps corre insistente la voce che la ministra delle lacrime Elsa Fornero avrebbe avuto tra le mani la relazione tecnica sugli esodati da almeno quattro mesi.

La decisione di risolvere il problema limitando le risorse a 65mila unità sarebbe stato un semplice stratagemma per dilazionare oltre il 2013 (quando il Governo Monti sarà a casa) la spesa dei 20 miliardi necessari per gli altri 390mila disgraziati".

 

 

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