GIOVANI, CARINI E DISOCCUPATI - IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE ITALIANO RAGGIUNGE I NUOVI MASSIMI DAL 1977: NEI PRIMI TRE MESI E' AL 13,6%. E DAI 15 AI 24 ANNI E' SENZA LAVORO UN RAGAZZO SU DUE

Mariolina Iossa per il "Corriere della Sera"

Così in basso, nel conto dei disoccupati, ma forse si dovrebbe dire così in alto, perché le percentuali s’impennano, non c’eravamo mai arrivati. Dal 1977, anno delle prime rilevazioni trimestrali, quando il tasso fu del 6,4, abbiamo toccato il massimo storico con un livello di disoccupazione nei primi tre mesi di quest’anno pari al 13,6 per cento, 0,8 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2013. Va malissimo anche per i giovani dai 15 ai 24 anni, dice l’Istat: la disoccupazione è il 46 per cento della forza lavoro. Uno su due di quelli che cercano un’occupazione non la trova. 

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE DISOCCUPAZIONE GIOVANILE

Al Sud i numeri sono ancora più alti, 21 per cento la disoccupazione (molto vicina alla maglia nera dell’Europa, la Spagna, che si attesta al 25,1 per cento) e addirittura 60,9 per cento (6 giovani su dieci), quella giovanile. E non confortano le indicazioni di aprile, quando la disoccupazione si è fermata un po’ prima di quel record, attorno al 12,6 per cento. Spiega l’Istat che i due valori, mensile e trimestrale, non sono paragonabili e quindi a quel massimo storico ci stiamo davvero. 

I giovani occupati dai 15 ai 24 anni sono 68 mila in meno in un solo mese, mentre ce ne sono 81 mila in più tra gli inattivi, quelli che restano fuori dal mercato del lavoro. Il leggero calo dei disoccupati su marzo, 14 mila in meno, quasi tutti assunti con contratto part time, non ci trascina fuori dalla palude. 

Proprio non ci voleva, il giorno dopo le raccomandazioni di Bruxelles che chiede all’Italia di non allontanarsi dalla «retta via», visto che è parecchio indietro sulla strada del risanamento del debito pubblico. Un monito al quale Matteo Renzi ha ribattuto subito con parole di ottimismo («Ce la faremo, l’Italia sta facendo la sua parte, non occorrono nuove manovre») e che ha ribadito ieri tornando a sottolineare la necessità di riforme, non solo economiche, ma anche istituzionali e costituzionali, per muovere il Paese. 

DISOCCUPATIDISOCCUPATI

Ma l’aria era pesante. Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha espresso grave preoccupazione per questi numeri: «Non raccontiamoci storielle — ha detto —. Stiamo strisciando sul fondo». Facce scure nei sindacati. Susanna Camusso, Cgil: «Cresce il divario tra Nord e Sud». Luigi Angeletti, Uil: «Il 2014 non mi sembra l’anno della svolta». «È allarme rosso», per la Cisl. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti vede la crisi «alle spalle» e questi numeri, dice, sono solo «una coda velenosa». 

DISOCCUPAZIONEDISOCCUPAZIONE

Quanto al responsabile dell’Economia, Pier Carlo Padoan ha ammesso, parlando alla stampa estera, che la ripresa è troppo debole e ha ribadito che «è arrivato il momento di fare sul serio sulle riforme strutturali». Ha però anche voluto rassicurare i mercati esteri sul fatto che l’Italia manterrà gli impegni presi. E pur negando una manovra correttiva, che con la disoccupazione così alta avrebbe insostenibili effetti depressivi, ha spinto il piede sull’acceleratore delle privatizzazioni.

GIULIANO POLETTI GIULIANO POLETTI

«È indispensabile iniziare a ridurre il debito pubblico», ha detto Padoan, prima di chiudersi in riunione con Renzi a Palazzo Chigi per parlare di delega fiscale, rilancio del Pil, Tasi ancora senza decreto e semestre italiano di presidenza all’Unione europea. E in questo le privatizzazioni giocheranno un ruolo fondamentale. «Alcune, come Poste ed Enav, sono già partite — ha ricordato Padoan —. Altre arriveranno da qui a fine anno. Ritengo ancora valida la cifra di 0,7 punti di Pil». In pratica, con la vendita del 40 per cento delle Poste e del 49 per cento dell’Enav, e poi continuando secondo una road map già delineata, le privatizzazioni garantiranno entrate, dice il ministero dell’Economia, dello 0,7 per cento all’anno per i prossimi anni. E solo con queste due prime privatizzazioni lo Stato pensa di incassare 6 miliardi di euro. 

RENZI TIFOSO VIOLA ALLO STADIORENZI TIFOSO VIOLA ALLO STADIO

Ce la farà il governo a mantenere la barra in equilibrio? Il dato del fabbisogno, nel mese di maggio, scende a 6 miliardi e 400 milioni contro gli 8 miliardi e 505 milioni del maggio 2013. Nei primi cinque mesi di quest’anno si è fermato a 40 miliardi 245 milioni di euro, con un miglioramento di 8 miliardi e 200 milioni rispetto allo stesso periodo del 2013.

Il miglioramento è dovuto, dice il ministero, a «un aumento delle entrate fiscali imputabile, in larga misura, allo slittamento al mese di maggio della prima rata del pagamento dei premi Inail e all’incasso di dividendi che nel 2013 ebbe luogo nel mese di giugno». 

C’è pure da tenere in considerazione il dato dell’inflazione dell’eurozona, che a maggio risulta in salita dello 0,5 per cento annuo, rispetto al più 0,7 per cento precedente. Il rallentamento dell’inflazione potrebbe portare a un’intervento della Bce. 

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…