
GLI ITALIANI NON ARRIVANO A FINE MESE E IL GOVERNO CHE FA? TIRA FUORI QUALCHE MANCETTA – L’ISTAT CERTIFICA CHE DAL 2021 A OGGI IL CARRELLO DELLA SPESA SI È PROGRESSIVAMENTE SVUOTATO A CAUSA DELL’INFLAZIONE: LE VENDITE DEI BENI ALIMENTARI SONO DIMINUITE DEL 7,5%. E DA GENNAIO LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI È CALATO (PASSATO DA 103 A 97) – CON L’AUTUNNO SONO IN ARRIVO SEI NUOVI BONUS PER LE FAMIGLIE, DAGLI ELETTRODOMESTICI ALLO SPORT. MA I FONDI SONO POCHI, I LIMITI ISEE STRINGENTI E COSÌ LA PLATEA CHE RICEVERÀ UN AIUTINO SARÀ MOLTO LIMITATA…
Estratto dell’articolo di Michela Finizio per “Il Sole 24 Ore”
Si apre la stagione autunnale dei bonus. Dall’aiuto per lo psicologo a quello per gli elettrodomestici, passando per la Dote Famiglia e la Carta dedicata a Te, sono sei le novità per le famiglie in arrivo questo autunno.
La corsa all’attuazione (parliamo di norme per lo più introdotte lo scorso dicembre, con la legge di Bilancio) deve chiudersi entro fine anno per utilizzare i fondi stanziati per il 2025: queste sei misure, che debuttano o vengono erogate nei prossimi mesi, complessivamente valgono 1,7 miliardi di euro.
I limiti delle misure
giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera
Non mancano però le criticità. In alcuni casi sono i fondi insufficienti, come nel caso del Bonus psicologo i cui stanziamenti potranno coprire poco più di 6mila domande. In altri casi i ritardi dei decreti attuativi, come per l’incentivo sugli elettrodomestici [...]
Ci sono poi limiti e condizioni che restringono la platea dei beneficiari, come l’obbligo di residenza in un’area ad alto pendolarismo per godere del bonus auto elettriche in arrivo a metà ottobre. O come il limite massimo di Isee (l’indicatore della situazione economica equivalente delle famiglie) a 15mila euro per la Dote Famiglia e la Carta Dedicata a Te.
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CARRELLO DELLA SPESA - AUMENTO PREZZI
Fa discutere anche il limite di reddito da lavoro a 40mila euro, per le madri lavoratrici con due figli che attendono l’una tantum di 480 euro entro dicembre (40 euro al mese nel 2025 a patto che abbiano lavorato tutto l’anno e fino ai dieci anni del figlio più piccolo). La misura, inizialmente nata come una decontribuzione, ha cambiato perimetro e forma già diverse volte, generando non poca confusione.
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Per molte di queste agevolazioni, i budget limitati impongono il meccanismo del click day: i fondi vengono attribuiti in base all’ordine di presentazione delle domande, fino a esaurimento delle risorse. Esaurimento che spesso avviene in poche ore.
La corsa ai bonus si accende proprio mentre il Governo sta studiando un nuovo pacchetto di aiuti per il ceto medio da introdurre con la prossima manovra (si veda l’articolo nella pagina a fianco). Rimodulazione dell’Irpef, detrazioni per i figli e aiuti alle giovani coppie [...]
I tagli e la sfiducia
Gli sforzi appena descritti – pur disorganici – vanno tutti nella direzione di sostenere il portafoglio delle famiglie in difficoltà e il potere d’acquisto del ceto medio. A luglio – l’ultimo mese monitorato dall’Istat – le vendite al dettaglio hanno registrato crescita zero in valore rispetto al mese precedente e un lieve calo nei volumi (-0,2%). In particolare, rispetto allo stesso mese del 2024 le vendite dei beni alimentari sono cresciute in valore (+2,9%) a causa dell’inflazione, ma sono calate in volume (-0,8%).
Proiettando con un’immagine l’indicatore Istat all’interno di un supermercato, negli ultimi anni il carrello della spesa degli italiani si è progressivamente svuotato: fatto 100 quanto si comprava in media nel 2021, oggi si compra 92,5 (-7,5%) in termini di volumi.
«I consumi restano deboli – afferma Fedele De Novellis di Ref Ricerche – mentre inflazione e pressione fiscale hanno schiacciato il potere d’acquisto delle famiglie. Nuove misure di sostegno al reddito non ce ne sono state negli ultimi due anni e gli incentivi sono pochi e transitori».
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE
Il freno ai consumi trova un alleato nel peggioramento delle aspettative degli italiani. Nonostante l’inattesa ripresa a settembre dell’indice Istat sulla fiducia dei consumatori (passato da 96,2 a 96,8, in base al dato mensile pubblicato venerdì scorso), è soprattutto sul lungo periodo che emerge il trend negativo.
Prendendo in esame un periodo più ampio, il valore medio rilevato nei primi nove mesi dell’anno è sceso da 97 nel 2024 a 96,4 quest’anno, con una flessione più marcata in relazione al sotto-indicatore sul clima economico, passato da 102,8 a 97,3.
«A fronte del miglioramento dell’occupazione, non c’è stato però un recupero dei salari reali – aggiunge De Novellis –. Le retribuzioni non hanno recuperato l’andamento dei prezzi e restano ai livelli pre-pandemia. Così il potere d’acquisto delle famiglie si è ridotto e le vendite al dettaglio restano deboli».