CAMBIANO I “CACCIATORI” MA LE TESTE SONO SEMPRE LE STESSE: LA GRANDE BUFALA DEGLI “HEADHUNTERS”

Stefano Sansonetti per La Notizia

Vanno molto di moda, non c'è che dire. Danno quel tocco internazionale a cui negli ultimi tempi nessuno sembra saper rinunciare. Parliamo degli "headhunters", dei cacciatori di teste che, almeno sulla carta, aiutano a selezionare in modo autonomo e trasparente il personale di cui aziende e amministrazioni pubbliche hanno bisogno. Nemmeno il ministro dell'economia, Fabrizio Saccomanni, ha saputo resistere alla tentazione.

E così, nella tornata di nomine che a breve toccherà società partecipate dallo stato come Finmeccanica, Eur, Ferrovie, Anas e Poste, ha deciso di coinvolgere due di questi operatori, Spencer Stuart e Korn Ferry. Ma sono davvero utili? E soprattutto, danno effettivamente garanzia di indipendenza nelle loro selezioni? Le risposte, che si vorrebbero affermative, sono a dir poco vacillanti. Si prenda il caso della Spencer Stuart, quartier generale a Chicago, che in Italia ha partecipato a numerose operazioni.

Il caso
Nei suoi ranghi occupa una posizione di spicco una manager che si chiama Daniela Scurti. Chi è? Semplice, parliamo di un profilo che vanta nel passato più o meno recente ruoli di vertice nel gruppo Ferrovie dello stato. E' stata vicepresidente delle relazioni esterne di Fs, ma è transitata anche per Busitalia-Sita, Grandi Stazioni e Centostazioni. Senza contare che anche il mondo Finmeccanica non le è ignoto.

Ha infatti ricoperto il ruolo di responsabile marketing e comunicazione di Alenia Aerospazio e Alenia Difesa. Ferrovie e Finmeccanica, ovvero proprio i due gruppi guidati da Mauro Moretti e Alessandro Pansa che nei nelle prossime settimana dovranno cambiare, in tutto o in parte, i loro consigli di amministrazione. Il tutto sulla base delle rose di nomi che i selezionatori forniranno al ministero dell'economia. Ma con quale garanzia di indipendenza, visti certi intrecci? Che poi sono diversi i manager delle società "cacciatrici di teste" che hanno legami passati con società pubbliche.

Sempre in Spencer Stuart, per esempio, lavora Umberto Bussolati Dell'Orto, che in passato è stato al vertice di Lombardia Informatica, società della regione Lombardia. In Korn Ferry, invece, troviamo Giovanni Mantica, nel cui passato c'è un incarico da vicepresidente del marketing in Alitalia, solo da qualche anno privata. Per carità, in questi ultimi casi nessun collegamento con nomine imminenti, ma solo la prova di certi legami.

Il ruolo
Il fatto è che, soprattutto nell'esperienza italiana, gli "headhunters" vengono utilizzati come foglie di fico. Ministri e politici di turno li chiamano in causa solo per dimostrare all'esterno che una data nomina è avvenuta tenendo conto del merito e della preparazione degli individui selezionati.

Ma in realtà si tratta più che altro di nomi a cui la politica aveva già pensato e che la stessa politica può agevolmente estrarre dalle rose fornite dai cacciatori di teste. Tutto questo, naturalmente, permette ai "selezionatori" di incassare assegni profumati. La Spencer Stuart, tanto per dirne una, nell'ultimo bilancio disponibile parla di un fatturato annuo di 16 milioni di euro. Per la Korn Ferry, invece, il volume di affari è stato di 5 milioni.

Tutte le teste cacciate
Non c'è dubbio che negli ultimi tempi, da noi, proprio la Spencer Stuart l'abbia fatta da padrona. E' da una rosa fornita da questo operatore che, mesi fa, il Vaticano ha tirato fuori il nome del nuovo presidente dello Ior, ovvero Ernst Von Freyberg, ex manager dell'industria bellica tedesca Blohm+Voss.

Ed è sempre dalle selezioni della multinazionale che è stato estratto il nome di Pietro Scott Jovane, attuale amministratore delegato di Rcs. E qui si ritorna al ruolo puramente "formale" di questa sorta di intermediazione fornita dagli "headhunters", perché riesce proprio difficile immaginare che il Vaticano o i grandi azionisti di Rcs non avessero già in mente a chi affidare i piani di rilancio della banca e della casa editrice. Ancora, la Spencer Stuart ha fornito i nomi dei manager che poi sono andati a comporre il comitato strategico di Fsi, il Fondo strategico della Cassa depositi e prestiti.

Così come la rosa da cui è poi emerso il profilo di Dario Focarelli, direttore generale dell'Ania, l'associazione delle assicurazioni. E una traccia della Spencer Stuart risale anche al 2007, quando venne fornito il nome di Fabrizio Carotti, allora come ora direttore generale della Fieg, per il posto di capo del Dipartimento delle finanze. Nomina poi perfezionata dall'allora viceministro dell'economia, Vincenzo Visco.

 

SPENCER STUART Umberto Bussolati Dell Orto Dario Focarelli BLOHM VOSS KORN FERRY

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...