MONTE DEI PACCHI! “L’ARZILLO VECCHIETTO” GUZZETTI INDAGATO A MILANO PER AGGIOTAGGIO DURANTE LA CESSIONE DELLA QUOTA IN MONTEPASCHI DELLA FONDAZIONE MPS - GUZZETTI AVREBBE RIFERITO A UN GIORNALISTA (CHI?) IL PREZZO AL QUALE LA FONDAZIONE ERA DISPOSTA A VENDERE LE QUOTE DELLA BANCA

GIOVANNI BAZOLI E GIUSEPPE GUZZETTIGIOVANNI BAZOLI E GIUSEPPE GUZZETTI

Gianluca Paolucci per “la Stampa”           

 

Il presidente di Acri e Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, è indagato dalla procura di Milano per aggiotaggio per i fatti relativi alla cessione della quota in Montepaschi da parte della Fondazione Mps risalenti alla fine del 2013.

 

L’ipotesi di reato prende spunto dal fatto che Guzzetti avrebbe riferito a un giornalista il prezzo al quale la Fondazione Mps era disposta a vendere le quote della banca a una cordata di investitori, promossa dallo stesso Guzzetti. Tutto ciò a ridosso dell’assemblea di Mps di fine dicembre 2013. Assemblea nella quale l’allora presidente della Fondazione, Antonella Mansi, fece slittare a giugno l’aumento di capitale di Mps per dar modo all’ente di vendere la quota ad un prezzo più conveniente e in grado di salvare la fondazione, altrimenti condannata alla sparizione a causa dell’elevato indebitamento.

GIUSEPPE GUZZETTIGIUSEPPE GUZZETTI

 

«Non ho ricevuto fino a questo momento nessun avviso di garanzia - ha detto Guzzetti a “La Stampa”. - All’epoca mi ero attivato perché ci fosse una cordata di investitori italiani e esteri che rilevasse la quota della Fondazione Mps nella banca. L’ho fatto per aiutare la Fondazione e non certo per danneggiarla».

 

IL NODO DEL PREZZO

MATTEO RENZI E ANTONELLA MANSIMATTEO RENZI E ANTONELLA MANSI

Secondo un articolo del 23 dicembre, il prezzo al quale la Fondazione avrebbe venduto era di 0,14 euro, prezzo che la cordata di fondazioni bancarie era disposta a offrire. Informazione non rispondente al vero, ma tale da causare una ulteriore forte instabilità al titolo nei giorni successivi. Mentre la vendita avverrà poi in primavera a 0,24 euro, con l’ingresso dei fondi Fintech e Btg Pactual nel capitale della banca senese. Ma alla fine del 2013 Guzzetti fu protagonista del tentativo per una soluzione «di sistema» alla crisi della Fondazione, cercando di promuovere una cordata con altri enti e investitori per rilevare il pacchetto messo in vendita, circa il 20% sul 33% allora detenuto dall’ente.

 

IL RUOLO DELLA MANSI

Antonella Mansi bfcf a b ca ed ba e d Antonella Mansi bfcf a b ca ed ba e d

La Mansi fu protagonista in quei giorni di fine anno di un duro scontro con i vertici di Montepaschi per la sua volontà di far slittare a maggio-giugno l’aumento da 5 miliardi di euro previsto invece da Mps per la prima parte dell’anno. Durante il duro confronto tra la banca e l’ente allora primo azionista, s’inserisce la preoccupazione del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e l’intervento di Guzzetti per promuovere la soluzione «di sistema». Sempre in quei giorni della soluzione si sarebbe parlato anche in un incontro al ministero dell’Economia, presenti oltre al ministro e allo stesso Guzzetti anche altri esponenti del mondo delle fondazioni bancarie.

 

Lo stesso Guzzetti, alla vigilia dell’assemblea del 28 dicembre avrebbe invitato la Mansi a Milano per il giorno successivo per presentarle potenziali acquirenti del pacchetto. Invito declinato dall’allora presidente della Fondazione Mps che il giorno successivo partecipò all’assemblea, votando contro la delibera sull’aumento e facendo così slittare l’operazione.

Mps Porta Pietra Mps Porta Pietra

 

Ma nei giorni intorno a Natale la situazione finanziaria della Fondazione Mps era estremamente precaria. Il prezzo del titolo era sceso fino a 0,17 euro, i potenziali compratori offrivano prezzi sensibilmente più bassi e intorno a 0,12 euro ma per l’ente, schiacciato da 340 milioni di debiti con un pool di una dozzina di istituti bancari, quel prezzo avrebbe significato di fatto il fallimento.

 

LE PROCURE AL LAVORO

Sede MPSSede MPS

L’inchiesta su Guzzetti è partita dalla procura di Siena sulla base di un esposto della Mansi riguardo la diffusione di notizie false sul prezzo di cessione del pacchetto. Il voluminoso fascicolo, che si conclude con una informativa del nucleo valutario della Guardia di finanza che riepiloga la vicenda, è stato trasferito nelle settimane scorse da Siena a Milano e affidato ai pm Giordano Baggio, Stefano Civardi e Mauro Clerici che seguono anche gli altri tronconi dell’inchiesta Mps.

Procura di MilanoProcura di Milano

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO