huawei cina usa

DON’T GO HUAWEI - IL CONSIGLIERE ECONOMICO DELL’AMBASCIATA USA A ROMA, DAN ROSS, AVVERTE SUI RISCHI DEL 5G IN MANI SBAGLIATE: “SE C’È UN ACCESSO DA PARTE DI GOVERNI AUTORITARI A QUESTE INFORMAZIONI RACCOLTE TRAMITE QUESTA TECNOLOGIA, PUÒ ESSERCI UNA MINACCIA ALLA SICUREZZA” - “È PIÙ COSTOSO SOSTITUIRE APPARECCHIATURE NON SICURE CHE INVESTIRE SU QUELLE SICURE. UNA VOLTA CHE CERTE SOCIETÀ SI TROVANO NELLA RETE, POTREBBE ESSERE TROPPO TARDI…”

 

Gabriele Carrer per www.formiche.net

 

HUAWEI

I trasporti, la medicina, le infrastrutture, gli smart device e altre cose che neppure sono state ancora inventate ma che nasceranno grazie al 5G. Sono tante le opportunità della rete di quinta generazione. Ma alle opportunità si uniscono le sfide.

 

“Più aumenta l’interconnessione, più aumentano i rischi per la nostra sicurezza”, ha spiegato Dan Ross, consigliere economico dell’ambasciata statunitense a Roma, nel corso di un seminario online sulla sicurezza cibernetica organizzato dalla stessa missione di Washington in Italia e moderato da Luigi Martino, direttore del Center for Cyber Security and International Relations Studies dell’Università di Firenze.

 

dan ross

Ross non è entrato nel merito dei recenti sviluppi italiani ma è doveroso sottolineare come il seminario giunga a pochi giorni dalla decisione del governo di applicare i poteri della Golden power per bloccare un accordo tra Fastweb e Huawei. Inoltre, va ricordato come pochi giorni prima della visita a Roma, a fine settembre, del segretario di Stato Mike Pompeo il suo numero due, Keith Krach, aveva lodato la scelta di Tim di escludere il fornitore cinese da una gara lanciata a luglio per costruire la rete core 5G in Italia e in Brasile.

 

huawei

LE CINQUE MINACCE

Cinque sono le aree di minaccia individuate dal diplomatico statunitense. La privacy è messa rischio dalle backdoor; la sicurezza dai kill switch nelle mani di produttori di attrezzature 5G “non di fiducia”; i diritti umani dalla tecnosorveglianza nelle smart city; le economie dal furto di proprietà intellettuale e segreti industriali; la sovranità dalla dipendenza da reti controllate da governi autoritari.

LA GUERRA DI DONALD TRUMP A HUAWEI

 

“Non c’è alcun aspetto della nostra vita che non sarà interessato dai rischi della tecnologia 5G e dai rischi presentati da questi venditori non di fiducia”, ha sintetizzato utilizzando l’espressione con cui l’amministrazione definisce le cinesi Huawei e Zte, cui ha fatto successivamente riferimento esplicito: “I Paesi che usano la tecnologia 5G per migliorare la propria sicurezza nazionale devono accertarsi della provenienza delle attrezzature.

 

DAVIDE CASALEGGIO HUAWEI

Perché se c’è un accesso da parte di governi autoritari a queste informazioni raccolte tramite questa tecnologia, ecco che può esserci una minaccia alla sicurezza”, ha continuato portando l’esempio della (tele)medicina, settore su cui molto punta — anche in Italia — Huawei.

 

donald trump xi jinping

Poi ha citato la legge sulla sicurezza nazionale cinese che obbliga cittadini e organizzazioni a fornire supporto e assistenza alle autorità di pubblica sicurezza militari e alle agenzie di intelligence per sottolineare il rapporto tra Pechino e le aziende (legame sempre negato dai colossi cinesi). È la stessa ragione che fu adottata dal Copasir circa un anno fa nel rapporto in cui definiva il 5G cinese un rischio per la sicurezza nazionale italiana.

 

RISCHI E COSTI

LUIGI DI MAIO THOMAS MIAO

“È più costoso rimuovere e sostituire le apparecchiature non sicure che investire in anticipo su apparecchiature sicure”, ha illustrato Ross: “Una volta che certe società (Huawei e Zte, ndr) si trovano nella rete di un Paese, potrebbe essere troppo tardi — e troppo costoso — rimuovere e sostituire sistemi inaffidabili”, ha aggiunto mettendo in guardia dall’apertura dei mercati a compagnie che rischiano di entrarci per poi monopolizzarlo e “far fuori la concorrenza”. Il 5G di Huawei “è un’arma puntata contro gli interessi occidentali con una chiara intenzione di usarla”, ha spiegato ancora: “Le apparecchiature cinesi rappresentano un rischio troppo grande per essere introdotte nelle reti 5G su cui l’Europa fa affidamento per la sicurezza nazionale, la sicurezza, il commercio e altro ancora”.

 

TRUMP XI JINPING

L’ALLENZA TRANSLANTICA

 

“I fornitori creditori affidabili del 5G sono principalmente europei: Ericsson e Nokia”, ha continuato Ross riconoscendo come attualmente no ci siano un produttore di apparecchiature periferiche americano e come Washington sostenga, oltre ai gruppi svedese e finlandese, anche la sudcoreana Samsung. Ed è da questo complementarietà, dalla toolbox 5G della Commissione europea e dal progetto statunitense Clean Network che l’alleanza transatlantica più prendere nuovo slancio. “Non penso sia possibile nel mondo di oggi per qualsiasi Paese essere veramente indipendente quando si parla di tecnologia”, ha risposto Ross a una domanda. “La sfida per i Paesi occidentali è concordare una serie di standard, collaborare e cooperare per stabilire egli standard per garantire la sicurezza”.

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…