SUL MARE SVENTOLA BALENA BIANCA! I PIERFURBINI SI SMARCANO DA RIGOR MONTIS E GLI “ALFINIANI” MOLLANO IL BANANA: TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE PER RIFARE LA DC CON LA BENEDIZIONE DI BAZOLI

Adalberto Signore per "il Giornale"

Tutti al Centro appassionatamente. Magari già a partire da domani. Già, perché il D-day della grande corsa iniziata due anni fa con la nomina di Mario Monti a senatore a vita potrebbe scattare proprio sabato, quando il caso ha voluto che si sovrappongano due appuntamenti che potrebbero essere esplosivi: da una parte il Consiglio nazionale del Pdl e dall'altra l'Assemblea degli associati di Scelta civica (che si riunirà oggi ma che voterà domani mattina il documento che sancirà l'uscita di Mario Mauro e Pier Ferdinando Casini).

Solo una coincidenza, assolutamente nulla di voluto. Ma per quanto casuale, colpisce la sincronicità con cui si muove il Centro della politica italiana. Perché se nel Pdl - al netto delle mediazioni tuttora in corso - si rischia di arrivare alla rottura definitiva con la conseguente fuoriuscita della cosiddetta componente governativa, dentro Scelta civica è invece certo l'addio di Mauro e Casini, con il primo in particolare che si porta dietro una bella fetta dell'associazionismo cattolico, a partire da Comunione e liberazione.

Il ministro della Difesa lancerà infatti il manifesto dei Popolari, primo passo verso quel contenitore di Centro e d'ispirazione cattolica che fa riferimento al Ppe. Con tanto di gruppi parlamentari autonomi alla Camera e al Senato. Gli stessi - guarda un po' - che sono pronti ad accogliere gli eventuali fuoriusciti del Pdl.

Se la trattativa in corso in queste ore tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano dovesse dunque fallire, già dalla prossima settimana la geografia del Parlamento potrebbe di molto cambiare. Con un'ottica più di largo respiro, visto che l'obiettivo ultimo è quello di dar vita ad una nuova Dc che in Europa sia collegata alla famiglia del Ppe e che in Italia metta insieme il mondo cattolico di destra ma anche di un pezzo di sinistra.

Una partita in cui Mauro sta giocando un ruolo centrale, a partire dall'accelerazione impressa alla rottura nelle ultime settimane. Il primo colpo lo ha assestato il 16 ottobre con il pranzo in compagnia di Berlusconi e Alfano al Circolo ufficiali della Difesa, un faccia a faccia di cui Monti non era stato avvisato visto che l'ex premier racconta di averne avuto notizia solo dalle agenzie di stampa.

Poi lo scontro si è spostato sulla legge di Stabilità con una nota ufficiale di dodici senatori di Scelta civica che contraddicevano apertamente (e platealmente) i rilievi mossi dal Professore. In pochi giorni, insomma, si è arrivati al muro contro muro e la scelta di Monti di «fare chiarezza» è stata la naturale conseguenza del forcing di Mauro.

Insomma, mentre saliva la tensione dentro il Pdl con una frattura che - al di là del Consiglio nazionale di domani - è comunque consumata nei fatti, l'uomo macchina di Cl creava le condizioni necessarie al lancio del progetto centrista. Oltre a Comunione e liberazione ci sono le Acli (con il senatore Andrea Olivero), la Comunità di Sant'Egidio (con il sottosegretario agli Esteri Mario Giro e il deputato Mario Marazziti) e l'Udc di Casini. Con la benedizione del presidente di Intesa San Paolo Giovanni Bazoli, visto che il genero Gregorio Gitti alla Camera aderirà al nuovo gruppo dei Popolari per l'Italia.

Da Scelta civica e dal Pdl, dunque, è pronta la confluenza al Centro. Con il movimento di don Giussani destinato ad avere un ruolo centrale. Oltre a Mauro (fitti i contatti con Alfano in queste ore), sono infatti molto attivi - anche se con sfumature diverse - il ministro Maurizio Lupi e Roberto Formigoni, due Ciellini doc anche loro.

Il tutto con una tempistica perfetta e qualche simmetria. Curiosamente, infatti, come i governativi del Pdl minacciano di disertare il Consiglio nazionale, così i futuri Popolari di Mauro non dovrebbero partecipare all'Assemblea che da oggi riunisce gli 82 associati di Scelta civica. Si dovrebbe presentare il solo Olivero per dire che l'assemblea in questione non è né democratica né rappresentativa e poi andarsene.

 

 

 

Mons Leuzzi e Ministro Mario Mauro Mario Mauro e Maurizio Lupi ALFANO BERSANI CASINI angelino alfano GREGORIO GITTI GENERO DI BAZOLI Gregorio Gittiriccardi, montezemolo, olivero

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?