italia debito pubblico

MA COME? ''IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO TRA I PIÙ SOSTENIBILI DELL'EUROZONA''. E CHI LO DICE? QUALCHE SOVRANISTA SPENDACCIONE? NO, BANKITALIA! NEL FAMOSO REPORT IN CUI SI PARLAVA DEI CAPITALI IN FUGA SI SPIEGA COME LA NOSTRA MONTAGNA DI DEBITO SIA ''PUNTELLATO'' DA INDICATORI ECONOMICI PIÙ SOLIDI DI QUELLI FRANCESI, I NOSTRI CUGINI CHE COL DEFICIT POSSONO FARE QUELLO CHE GLI PARE...

Giuseppe Liturri per www.startmag.it

 

Lo scorso 23 novembre, Banca d’Italia ha pubblicato il Rapporto sulla stabilità finanziaria n. 2 del 2018. 69 pagine fitte di dati e tabelle, spesse ostiche anche per gli addetti ai lavori, che fanno il punto sulla situazione di famiglie ed imprese, mercati finanziari e monetari, banche, assicurazioni e fondi di investimento.

IGNAZIO VISCO

 

Tra le tante informazioni contenute, il circo mediatico si è scatenato con titoloni sul seguente passaggio introduttivo ‘La situazione finanziaria delle famiglie rimane solida, benché il calo delle quotazioni dei titoli abbia già determinato una contrazione del valore della loro ricchezza’,  poi confermato dal passaggio a pagina 19:

 

 

 

Il giorno successivo, i titoli hanno abbondantemente cavalcato il suddetto passaggio, con le solite relazioni causali di dubbia consistenza. Naturalmente, la causa primaria di tutto, manco a dirlo, è sempre lo “spread”. Giammai fare notare che l’intero 2018 è stato un anno particolarmente difficile per tutti i mercati azionari ed obbligazionari in tutte le principali piazze finanziarie del mondo. Men che meno è stato fatto notare che l’orizzonte di investimento delle famiglie è non è quello del trader che compulsa ossessivamente il valore del suo portafoglio titoli.

 

Normalmente tengono i titoli fino a scadenza e si limitano ad incassare le cedole. Per non parlare del fatto che la famosa “fuga” è vecchia ormai di 5 mesi (risale a maggio e giugno) e si spiega anche con il fatto che gli investitori esteri erano arrivati ad aprile piuttosto carichi di Btp che preferirono alleggerire in coincidenza con le incertezze politiche. Non dimentichiamo che la giornata peggiore fu quel martedì 29 maggio quando salì al Colle un Carlo Cottarelli privo di qualsiasi maggioranza politica e non si intravedeva alcuna prospettiva concreta di soluzione della crisi.

TRIA E MOSCOVICI

 

Ma, si sa, 69 pagine sono tante ed arrivare alla fine costa fatica, soprattutto quando, già con le prime pagine, sono state  soddisfatte tutte le necessità di propaganda.

 

Chi si fosse premurato di giungere fino a pagina 61, avrebbe trovato la seguente tabella che torna molto utile in giorni in cui il paragone tra Francia (che fa il deficit che le pare) ed Italia (che fa il deficit che vuole la UE) è diventato di grande attualità.

 

E cosa si scopre, con (relativa, molto relativa) grande sorpresa?

 

Che Italia ha un indicatore di sostenibilità del debito pubblico tra i migliori dell’Eurozona e migliore di quello francese. Infatti, oltre ad avere un avanzo primario di bilancio tra i più elevati, dovrebbe aumentarlo solo di 0,6 per soddisfare la sostenibilità di lungo periodo del debito pubblico. In sostanza impedire che il rapporto aumenti senza controllo, dato l’avanzo primario, il tasso reale di crescita del PIL ed il tasso reale di interesse.

LETTERA DI DOMBROVSKIS E MOSCOVICI SULLA MANOVRA

 

Si scopre anche la quota di debito pubblico detenuta da non residenti, quella in genere più soggetta a repentine variazioni e che provoca la maggiore volatilità dei prezzi, è del 37%. La Francia è attestata al 61%.

 

Il viaggio prosegue scoprendo che i debiti finanziari del settore privato italiano, la cui abnorme entità, non dimentichiamolo, fu la causa della crisi del 2008/2009, mostrano valori di gran lunga inferiori a quelli di tutti gli altri Paesi. Il dato della Francia è fra i peggiori, le imprese francesi siedono su una pila di debiti. Fino a quando dura, dura…

 

Le scoperte non finiscono. Infatti il dato del conto corrente della bilancia dei pagamenti, che rileva l’interscambio di beni e servizi (ed altre voci minori) con l’estero, mostra un saldo positivo pari a circa il 3% del PIL, mentre la Francia è in deficit. In Eurozona siamo esportatori netti, secondi solo alla Germania ed ai Paesi Bassi.

 

Infine, la perla. Come fa la Francia a finanziare i suoi deficit gemelli (bilancia dei pagamenti e conti pubblici)? Con un bel debito verso i finanziatori esteri, da cui dipende per il 20% circa del PIL. L’Italia è pressoché in pareggio (-3% circa).

juncker dombrovskis

 

Tutto questo significa che, quando la musica dei tassi bassi e del credito facile all’improvviso si interromperà, come accadde nel 2008/2009, la Francia avrà molte più difficoltà rispetto a noi.

 

In quel caso, non so se basterà dire che ‘La Francia è la Francia”.

moscovici e macron

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...