giuseppe bono fabrizio palermo marco alvera

SETE DI POLTRONE A 5 STELLE - CON LA RICONFERMA A FINCANTIERI DI BONO, SOSTENUTO DA SALVINI E GIORGETTI, IL MOVIMENTO VUOLE DECIDERE SUI CONSIGLIERI D'AMMINISTRAZIONE - COME DAGO-ANTICIPATO, FALLITI I BLITZ PER CAMBIARE GLI AMMINISTRATORI DELEGATI DI SNAM E ITALGAS: SARANNO CONFERMATI ALVERà E GALLO, MENTRE CAMBIERANNO I PRESIDENTI - INPS: DOMANI POTREBBE SCIOGLIERSI IL NODO SUL TICKET TRIDICO-NORI. E IN BANKITALIA…

 

Francesco Pacifico per ''Il Messaggero''

 

GIUSEPPE BONO FABRIZIO PALERMO MARCO ALVERA

Nuovi scossoni in maggioranza sul fronte nomine. Lega e Cinquestelle hanno trovato un accordo soltanto sulla governance di Snam e Italgas, mentre litigano sulle poltrone più ambite e con maggiore potere: cioè Fincantieri, l' Inps e la Banca d' Italia. E il tempo stringe, visto che entro mercoledì prossimo Cassa depositi e prestiti, azionista di controllo delle principali aziende in questione, dovrà presentare le liste per i nuovi consigli d' amministrazione.

 

La partita più complessa riguarda il futuro di Fincantieri, il colosso della cantieristica italiana che deve concludere la fusione con la francese Stx, al centro di polemiche con il governo francese, ed è deputata a ricostruire il Ponte di Genova. Cinquestelle e Lega avrebbero trovato un' intesa sul presidente, mantenendo in questo ruolo l' ambasciatore Giampiero Massolo, mentre c' è più d'un indizio che porta alla riconferma dell' amministratore delegato di Giuseppe Bono.

 

carlo malacarne

Il quale, dalla sua, può contare sull' appoggio dei leghisti Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. I grillini hanno messo nel mirino la sua poltrona, che detiene da 17 anni. Nei giorni scorsi era ventilato il nome di Paolo Simioni, oggi a capo dell' Atac. Gli ultimi rumors dicono che il Carroccio - convinto di blindare Bono - avrebbe proposto all' alleato più posti nel futuro consiglio d' amministrazione e un direttore generale con maggiori deleghe operative.

 

Anche se il dossier dovrà essere definito in primavera, i due partiti della maggioranza stanno studiando come allargare la loro sfera d' interesse sulla Banca d' Italia, che a maggio vede scadere il mandato del direttore generale, Salvatore Rossi. I rapporti tra Lega e Cinquestelle e il governatore Ignazio Visco sono ai minimi termini e la situazione dovrebbe solo peggiorare quando inizierà a riunirsi la futura commissione d' inchiesta parlamentare sulle banche. In quest' ottica va letto anche lo stop alla controfirma da parte governativa del decreto di riconferma del vicedirettore di Luigi Federico Signorini.

 

paolo gallo

Ma da Palazzo Chigi fanno sapere che sul nome dell' alto dirigente sarebbero cadute tutte le pregiudiziali. Pieno accordo invece sul futuro di Snam e Italgas. Alla testa della controllata di Cdp che si occupa di trasporto, stoccaggio e rigassificazione del metano andrà Luca Dal Fabbro al posto di Carlo Malacarne. Come Ad sarà confermato Marco Alverà. Capitolo Italgas: qui il prescelto per la presidenza è il bocconiano Alberto Dell' Acqua, che il Carroccio voleva mandare all' Antitrust e che succederà a Lorenzo Bini Smaghi. Sarà affiancato come amministratore delegato dall' uscente Paolo Gallo.

 

Ore frenetiche anche per definire la governance dell' Inps, che sarà retta da un commissario e da un vicecommissario. Domani potrebbe esserci il via libero definitivo al decreto che nomina Pasquale Tridico, già operativo in via Ciro il Grande, e Mauro Nori. Proprio su quest' ultimo la Lega deve vincere le resistenze di alcuni ambienti dei Cinquestelle.

 

Soprattutto c' è da definire le deleghe operative per Nori, che ha accettato questo ruolo dietro la promessa di avere poteri reali nella gestione dell' istituto. Sul versante previdenziale il risiko prevederebbe anche la possibilità per i pentastellati di nominare in futuro il direttore generale dell' Inps, mentre la Lega avrebbe l' ultima parola sul presidente dell' Inail e sul direttore dell' Anpal, l' agenzia nazionale del lavoro dove Luigi Di Maio ha voluto il professore italoamericano Mimmo Parisi.

MAURO NORI

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?