calcio crisi diritti tv

IN CINA IL CALCIO DIVENTA UNA RAGION DI STATO - IL GOVERNO DI PECHINO IN PRESSING SU INFRONT (DIRITTI TV) - IL PREMIER XI VUOLE I MONDIALI DEL 2030, MA DALIAN WANDA E’ ENTRATO IN UN CONO D’OMBRA: STOPPATE A LIVELLO POLITICO NUOVE OPERAZIONI EUROPEE - IL REBUS DEI DIRITTI TV PER IL PROSSIMO CAMPIONATO

1. E SE I CINESI ORA FOSSERO COSTRETTI A VENDERE?

Andrea Montanari per Milano Finanza

 

Dalian Wanda Chairman Wang Jianlin Dalian Wanda Chairman Wang Jianlin

Le pressioni del governo cinese su Dalian Wanda sono evidenti e continue. E potrebbero non finire qua. Nel mirino del premier Xi alcune delle operazioni di acquisizioni fatta dal colosso guidato da Wang Jianlin in giro per l’Europa e nel business, diretto o indiretto, del calcio e dello sport. Chissà quindi che la conglomerata non sia obbligata, o in qualche modo spinta, a sfoltire il nuovo ampio portafoglio.

 

Il calcio, da tempo nel mirino della politica, può essere un tema caldo, anche se va ricordato che proprio il governo del Paese della Grande Muraglia sta facendo di tutto per ottenere i Mondiali del 2030. E in questo senso, Wanda potrebbe fare al caso di Xi visto che è partner della Fifa: un ruolo potenzialmente decisivo nell’assegnazione di una delle prossime edizioni del campionato del mondo.

 

XI JINPINGXI JINPING

Ma visto come in Cina il vento cambia, nulla è da escludere. Così come quell’investimento da 45 milioni per acquisire il 20% dell’Atletico Madrid (più altri 15 milioni per lo sviluppo della Academia e i diritti di naming sul centro sportivo della seconda squadra della capitale spagnola) potrebbe prima o poi finire nel mirino.

 

Restando in ambito europeo, c’è un altro dossier assai più rilevante, soprattutto per l’investimento (1 miliardo), e strategico: il controllo di Infront, uno dei big mondiali nella gestione dei diritti televisivi sportivi che ha un giro d’affari che sfiora il miliardo (erano 800 milioni i ricavi nel 2014, ultimo dato riscontrabile al momento).

Logo of Dalian Wanda jpegLogo of Dalian Wanda jpeg

 

Sarebbe, nel caso, un dietrofront epocale e forzato quello dal capitale dell’azienda guidata da Philippe Blatter, a due anni e mezzo dallo shopping che si potrebbe spiegare solo con la moral suasion del governo cinese. Anche se in questo caso, si tratta di una società che produce ricavi e margini, che garantisce una notorietà globale e che, inoltre, in alcuni mercati come l’Italia, ha avuto e ha un ruolo fondamentale per il sostegno del business del pallone.

 

Certo che una frenata, almeno in ambito sportivo, da parte di Dalian Wanda in Europa c’è stata. Perché a lungo la società ha studiato un boccone prelibato: la società di gestione del Tour de France, la più importante gara ciclistica al mondo. Un deal mai andato in porto. In realtà, un certo interesse del gruppo guidato da Jianlin c’era stato anche per Rcs  Sport che organizza il Giro d’Italia, ma poi tutto saltò. Che, in definitiva, il futuro di Dalian Wanda e del suo gran capo passi dal calcio?

 

2. PASSA DALL’ESTERO L’ASTA PER I DIRITTI TV DELLA SERIE A

Andrea Montanari per Milano Finanza

 

DIRITTI TVDIRITTI TV

È vero, c’è tempo, perché si tratta pur sempre delle immagini delle partite del massimo campionato di calcio 2018-2019 e dei due anni successivi. Ma è altrettanto vero che i club di Serie A determinano le loro strategie di investimento anche in base ai business plan. E siccome la voce diritti tv pesa per oltre metà del fatturato totale, è fondamentale avere la certezza di questo incasso futuro.

 

Per questo, dopo l’esisto negativo, un mezzo flop, del primo tentativo andato in scena a giugno (solo Sky Italia arrivò a fare offerte concrete per due dei pacchetti all’asta, mettendo sul piatto 400 milioni), ora si attende con ansia la nuova gara. Che al momento però non è stata calendarizzata dalla Lega Serie A e dal suo advisor Infront.

 

DIRITTI TVDIRITTI TV

C’è tempo, come già annunciato da Luigi De Siervo, top manager (ex Rai) della società di gestione dei diritti, fino all’autunno. Ma intanto, sul mercato in parecchi si chiedono se e quando arriverà questa asta. Il vero tema, secondo alcuni esperti del settore, resta quello della valutazione: il bando 2015-2018 - finito al centro di una inchiesta della magistratura di Milano e nel mirino dell’Antitrust che ha comminato una salatissima multa da 66,3 milioni, poi bocciata dal Tar del Lazio e ora si attende il pronunciamento del Consiglio di Stato - garantì la cifra record di 945 milioni all’anno alla Lega. Somma poi lievitata oltre il miliardo con la vendita dei diritti all’estero.

 

INFRONT LUIGI DE SIERVOINFRONT LUIGI DE SIERVO

Ora questa soglia miliardaria è quella minima che proprio Infront, con la nuova gestione De Siervo, subentrato a metà dello scorso anno all’ex deus ex machina, Marco Bogarelli, ha messo nero su bianco in bilancio e ha garantito alla stessa Lega. Una cifra che forse non basterà al commissario Carlo Tavecchio ma che è fondamentale e necessaria per permettere alle squadre di calcio di stare al passo con le rivali europee, visto che nel Vecchio Continente i bandi sono già stati completati.

 

Lo spauracchio, quindi, è quello dell’incasso. Infront, per arrivare alla cifra di 1,2-1,4 miliardi, conta in particolare sulla vendita dei diritti oltreconfine. Per questo ha anche organizzato, il 13 luglio scorso, un roadshow a Londra. Ancora, ovviamente, non si sa nulla. Ma se si guarda alla situazione di mercati quali Cina (leggere altri articoli in pagina), Qatar, Russia e Paesi del Sudamerica la situazione non pare così rosea.

DIRITTI TVDIRITTI TV

 

Forse, soddisfazioni potranno arrivare soprattutto dagli Usa, dove comunque l’immagine della Roma di James Pallotta potrebbe aiutare. Anche se è noto che l’imprenditore d’Oltreoceano, causa ritardi politici per la costruzione dello stadio di proprietà, prima o poi potrebbe mollare e trasferirsi nella dorata Premier League.

 

Quindi da dove arriveranno i soldi? Perché più introiti saranno garantiti dai mercati esteri, meno sarà la pressione per l’esito dell’asta italiana. Dove, conti alla mano, solo Sky Italia e Mediaset  Premium (soprattutto col nuovo presidente Adriano Galliani) potrebbero realmente partecipare, ma senza fare follie. Soprattutto ad Arcore, dove ancora non si è capito cosa si voglia fare della pay tv. Telecom, in questo periodo, pare assia lontana da un seppur minimo interesse per il calcio in tv. Gli over the top non si sono mai visti agire sul mercato.

Ultimi Dagoreport

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO