IN GINOCCHIO DAGLI EMIRI - I GOVERNI LETTA E RENZI HANNO REGALATO 28 MILIONI L'ANNO AD ALITALIA, PUR DI RENDERLA PIÙ APPETIBILE AI COMPRATORI - I RICCHISSIMI REGNANTI DI ABU DHABI RINGRAZIANO

Daniele Martini per il “Fatto Quotidiano

 

San Pierino fa l'elemosina al Duomo, dicono a Pisa per indicare il mondo alla rovescia dove i poveracci si svenano con zelo per ingrassare chi non ne avrebbe affatto bisogno. San Pierino è una chiesetta poverella, il Duomo è il ricco monumento accanto alla Torre pendente. Anche con l'Alitalia c'è un San Pierino e un Duomo. Il San Pierino è lo Stato italiano che continua a foraggiare la compagnia come fosse ancora statale, e non una privatissima azienda, per di più di fatto straniera dopo l'ingresso di Etihad dell'Emiro di Abu Dhabi, un signore che non risulta a corto di soldi.

alitalia etihad alitalia etihad

 

Lo Stato italiano si è impegnato a versare al Duomo Alitalia dell'Emiro, dal 2014 e almeno fino al 2017, 28 milioni di euro l'anno per coprire la parte contributiva dell'indennità di volo spettante a 5.250 persone, 1.550 piloti e 3.700 hostess e steward. In pratica la maledizione dell'Alitalia colpisce ancora.

 

Per la ex compagnia di bandiera i contribuenti italiani sono già stati costretti a salassarsi diverse volte, l'ultima con un esborso da un minimo di 4 a un massimo di 7 miliardi di euro secondo i criteri di calcolo, per volere di Silvio Berlusconi che nel 2008, alla vigilia delle elezioni, si inventò la battaglia per l'italianità dell'azienda. E su quella idea balzana costruì mezza campagna elettorale. Gli italiani, al solito, abboccarono e poi dovettero pagare.

Mia Ceran Silvano Cassano Luca di Montezemolo Mia Ceran Silvano Cassano Luca di Montezemolo

 

Questa volta il regalo è elargito quasi di soppiatto, con un sistema criptico, con norme infilate come commi nelle solite leggi omnibus di bilancio, schermate da numerosi rimandi ad altre leggi e articoli precedenti. Un rebus di difficile decrittazione perfino per gli addetti ai lavori, dall'Inps alla stessa Alitalia fino all'Enav, l'ente dell'assistenza al volo chiamato in causa suo malgrado nella storia.

 

Il Fatto Quotidiano ha dovuto insistere parecchio per avere la conferma del regalo, della sua entità e del sistema escogitato per consegnarlo a domicilio. Tanto riserbo è in fondo comprensibile: ci vorrebbe una bella dose di faccia tosta per rivendicare la decisione di far gravare sullo Stato italiano, indebitato oltre i 2mila miliardi di euro, perfino un obolo per la compagnia dell'Emiro. Dire che il provvedimento non è proprio ad aziendam, ma “di sistema” è in pratica una finzione perché in Italia l'unica vera compagnia dei voli è Alitalia, il resto, a parte Meridiana, che è comunque infinitamente più piccola, è frittura.

SILVANO CASSANOSILVANO CASSANO

 

Il sistema escogitato per far avere nel 2014 all'Alitalia i 28 milioni è un trionfo di barocco legislativo. È stato l'Enav il soggetto pagatore anche se a conti fatti i soldi erano dell'Aeronautica militare. Il complicato giro è stato questo: come ogni anno l'Enav ha incassato dallo Stato circa 40 milioni per i “voli esenti” e i voli militari. I voli esenti sono quelli di Stato, da quelli di Matteo Renzi e dei ministri fino ai jet usati dai servizi segreti e ammontano a 12/15 milioni di euro. Il resto l'Enav lo incassa per l'assistenza ai voli militari che in realtà non fa perché se la fa da sola l'Aeronautica militare.

 

L'anno successivo l'Enav deve restituire allo Stato e all'Aeronautica questa somma indebitamente percepita, 28 milioni circa, appunto, e lì la storia finisce. Nel 2014 i 28 milioni sono invece scivolati nelle casse Alitalia. Per il 2015 e fino al 2017 è stata approvata una nuova norma che conferma il regalo di 28 milioni, ma modifica il sistema di pagamento non più addossato solo all'Enav. Il tutto rasenta l'assurdo. Una delle poche spiegazioni plausibili di scelte del genere è che gli ultimi governi costretti a misurarsi con il bubbone della ex compagnia di bandiera, e cioè gli esecutivi di Enrico Letta e Renzi, pur di togliersi di torno il fastidio Alitalia ne abbiano inventate di tutti i colori per favorire l'ingresso di qualche “cavaliere bianco” straniero.

montezemolo ad abu dhabimontezemolo ad abu dhabi

 

E tra tutte queste estemporanee invenzioni escogitate ci sia stata anche quella di sostituirsi all'azienda dei voli nel pagamento dei contributi previdenziali sull'indennità. Con un duplice obiettivo. Uno immediato consistente nell'imbellettamento dei conti in modo da farli apparire un po' meno disastrosi di quel che erano.

 

E uno a medio termine: sgravata per 4 anni di fila della parte contributiva relativamente all'indennità di volo, l'Alitalia non sarebbe diventata d'incanto una perla da ciofeca che era, ma almeno sarebbe sembrata un'azienda un po' meno imbrigliata da quei lacci e lacciuoli visti come il fumo negli occhi dagli investitori esteri.

 

L'indennità di volo non è uno scherzo per quanto riguarda i costi Alitalia, è il secondo pilastro della retribuzione del personale navigante e la sua entità dipende dalla quantità di voli effettuati. In pratica chi più vola più riscuote e siccome la politica retributiva dei nuovi padroni della compagnia privilegia proprio la parte variabile dello stipendio, è evidente che l'indennità sta crescendo rispetto agli stipendi in senso stretto.

MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA

 

Non è un mistero che nei mesi della trattativa per Alitalia, il manager di Etihad, lo spiccio James Hoogan, fosse combattuto sull'opportunità dell'affare. Da una parte ci vedeva tutti i vantaggi, a cominciare dalla possibilità di mettere le mani su un mercato grande e ricco come quello italiano. Ma dall'altra era stralunato di fronte agli aspetti normativi, retributivi e contributivi aziendali che non riusciva neanche a capire. Tra questi, c'è da giurarci, c'erano anche i contributi sull'indennità di volo. È stato subito accontentato, tanto paga Pantalone-San Pierino.

 

 

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