jack ma xi jinping

JACK MA QUANDO È ANDATO IN "PENSIONE" DISSE CHE VOLEVA MORIRE IN SPIAGGIA. ORA DEVE SPERARE DI NON FINIRE IN UN CAMPO DI “EDUCAZIONE” – DA QUANDO IL REGIME CINESE HA BLOCCATO L’IPO DI “ANT”, L’IMPRENDITORE DI ALIBABA NON SI VEDE IN PUBBLICO E GLI È STATO CHIESTO DI NON LASCIARE IL PAESE – XI JINPING NON HA GRADITO LE CRITICHE AL SISTEMA DI BANCHE STATALI E NE VUOLE APPROFITTARE: I MILIARDARI DELL’INDUSTRIA TECH SONO GLI UNICI CHE POSSONO CONTRASTARE IL SUO POTERE ASSOLUTO

 

JACK MA ANT

'NON VOGLIO MORIRE IN UFFICIO, MEGLIO IN SPIAGGIA'' - JACK MA SI ''PENSIONA'' DA ALIBABA A 54 ANNI. L'UOMO PIÙ RICCO DI CINA SI DEDICHERÀ AD ATTIVITÀ FILANTROPICHE (DAGOSPIA – 8 SETTEMBRE 2018)

https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/39-39-non-voglio-morire-ufficio-meglio-spiaggia-39-39-jack-182493.htm

 

 

xi jinping mangia meme

1. IL DRAGONE VUOLE METTERE IN GABBIA ALIBABA

Camilla Conti per ''La Verità''

 

Più che il Covid 19 a spaventare la banca centrale cinese sono i giganti tecnologici un tempo acclamati come i portabandiera dell' ascesa economica del Paese. Lo conferma la stretta di Pechino su Alibaba con la convocazione dei vertici dell' affiliata fintech, Ant Group, a poche settimane dallo stop alla Ipo dei record deciso all' ultimo minuto dal governo.

 

I funzionari della banca centrale Pboc hanno chiesto un freno all' influenza della tecnologia sui suoi servizi finanziari: in sostanza, Ant Group deve tornare alle proprie origini di provider di servizi di pagamento, con il rischio di ridurre la crescita nel suo business più redditizio, quello dei prestiti ai consumatori e della gestione dei patrimoni.

 

ANT GROUP

Sabato scorso si è tenuto un incontro tra Ant e le autorità di regolamentazione dei mercati finanziari della Cina. I regolatori hanno presentato ulteriori richieste, tra cui salvaguardare i dati personali nella sua attività di credito, migliorare la governance e agire con prudenza nelle attività di servizi finanziari.

 

Si tratta dell' ennesimo affronto al maggior player al mondo nel settore e-commerce con un fatturato pari a 467,72 miliardi di dollari. Pechino ha infatti avviato un' indagine antitrust sulla compagnia la scorsa settimana e ha inviato funzionari al quartier generale di Hangzhou, segnando l' inizio formale della stretta del Partito comunista sulla società che ha fatto di Jack Ma l' imprenditore più noto del Paese.

JACK MA CON LE COPPIE SPOSATE DI DIPENDENTI ALIBABA 1

 

Ma è quasi svanito dalla vista del pubblico da quando l' offerta pubblica iniziale di Ant Group è naufragata su diretta disposizione del presidente Xi Jinping, in base alle ricostruzioni del Wall Street Journal.

 

Secondo fonti citate da Bloomberg, a Ma è stato chiesto a inizio mese di non lasciare la Cina, malgrado non sia sull' orlo di una rovina personale. Il rimprovero pubblico nei suoi confronti è invece il segno che Pechino teme l' enorme potere dei suoi magnati della tecnologia, sempre più percepiti come una seria minaccia alla stabilità finanziaria e agli assetti di potere.

 

alibaba finanzia gli acquisti dei clienti

Non a caso, con una serie di norme introdotte a settembre, Ant e altri conglomerati sono già stati obbligati a costituire società di partecipazione finanziaria, una mossa che li ha costretti a raccogliere un capitale sostanziale per sostenere le attività finanziarie di loro proprietà in settori come i pagamenti e i prestiti.

 

XI JINPING

A nulla è, così, servito ieri l' annuncio di Alibaba relativo a aumento di 4 miliardi di dollari, fino a 10, del programma di riacquisto di azioni proprie: il titolo ha chiuso un' altra seduta con pesanti perdite alla Borsa di Hong Kong, cedendo quasi l' 8% attestandosi ai livelli più bassi degli ultimi sei mesi e perdendo quasi un terzo del suo valore di Borsa, il 30% circa, dai massimi del 2020, in scia alle indagini concentrate sulle pratiche monopolistiche.

 

jack ma 3

Tencent, altro campione acclamato un tempo tra i portabandiera dell' ascesa economica e hi-tech grazie alla app di messaggistica WeChat, ha lasciato sul terreno il 6,6%, mentre il big delle consegne Meituan ha ceduto il 6,8 per cento.

 

Tutti i principali player, che hanno trascorso gran parte dell' ultimo anno a riprendersi dai tentativi dell' amministrazione Trump di impedire loro di accedere ai mercati e ai fornitori Usa, devono ora fare i conti con la crescente pressione dei regolatori preoccupati dalla velocità con cui stanno accumulando centinaia di milioni di utenti e un' influenza senza precedenti.

 

 

2. ALIBABA CROLLA IN BORSA, STRETTA CINA SU ANT GROUP

JACK MA ALIBABA

(ANSA) - PECHINO, 28 DIC - Alibaba accusa un'altra pesante seduta alla Borsa di Hong Kong all'indomani della diffusione dei contenuti della convocazione di sabato a Pechino dei vertici della sua affiliata Ant Group: i funzionari della Banca centrale cinese (Pboc) hanno chiesto senza giri di parole una brusca e immediata correzione di rotta ai suoi servizi finanziari.

 

Neanche l'annuncio a sorpresa sull'aumento di 4 miliardi di dollari, fino a 10 miliardi, del piano di buyback ha attutito il colpo. I titoli della società co-fondata da Jack Ma hanno perso il 7,98%, dopo un minimo intraday a -10%, allontanandosi del 30% dai massimi raggiunti nel 2020 a causa della stretta di Pechino. La People's Bank of China ha accusato Ant Group, il colosso fintech, di "chiudere un occhio" sui problemi di conformità normativa ordinando di "rettificare" le operazioni, nell'ultima bordata governativa all'impero online costruito di Ma.

ant group alibaba

 

In altri termini, la società deve tornare alle sue radici come fornitore di servizi di pagamento online, eliminando la concorrenza sleale e tutelando la privacy dei suoi clienti. La Cina ha avviato un'indagine antitrust contro Alibaba la scorsa settimana e ha inviato funzionari al quartier generale di Hangzhou, segnando l'inizio formale della stretta del Partito comunista sulla società che ha fatto di Ma l'imprenditore più noto del Paese.

 

jack ma

Il visionario ex insegnante di inglese è quasi scomparso da eventi pubblici dallo stop dell'Ipo record da 37 miliardi di dollari di Ant Group, ai primi di novembre, fermata su volontà del presidente Xi Jinping, secondo le ricostruzioni del Wall Street Journal. Il drammatico intervento è giunto pochi giorni dopo che Ma, l'uomo più ricco della Cina, aveva detto in un discorso di alto profilo a Shanghai che le banche statali del Paese avevano una mentalità conservatrice da "banco dei pegni", bloccando il flusso di credito alle aziende più piccole e agli individui.

Un serie di commenti "inopportuni" perché fatti di fronte ad alti funzionari di regolamentazione, quando anche il vicepresidente Wang Qishan aveva sottolineato la necessità di proteggersi dai rischi finanziari. Secondo fonti citate da Bloomberg, a Ma sarebbe stato chiesto a inizio mese di non lasciare la Cina, malgrado non sia vicino alla caduta in disgrazia.

 

XI JINPING SULLO SCHERMO

Il rimprovero pubblico contro di lui è stato un chiaro avvertimento che Pechino ha perso la pazienza con l'enorme potere dei suoi magnati della tecnologia, percepiti sempre più come minaccia alla stabilità finanziaria e agli assetti di potere, particolarmente a cuore di Xi. Sabato i rappresentanti della Pboc e di Ant si sono visti e domenica la Banca centrale ha emesso un raro rimprovero pubblico sul proprio sito web con la trascrizione di un'intervista al vicegovernatore Pan Gongsheng che ha accusato Ant di "avere poca conoscenza giuridica", chiedendo l'adozione di varie misure, inclusa la revisione delle sue attività di prestito al consumo e la cartolarizzazione di attività altamente redditizie che hanno suscitato timori sui rischi di credito.

ant group 2

 

Ant, dopo il blocco dell'Ipo, ha preso provvedimenti per dimostrare la volontà di seguire le indicazioni delle autorità, specialmente nel settore del credito al consumo. La scorsa settimana ha sospeso la sua popolare attività di deposito online che ha aiutato le banche regionali ad avere finanziamenti da tutto il Paese, con la possibile violazione delle normative che vietano agli istituti di credito di operare al di fuori delle proprie province d'origine. Pochi giorni dopo, il gruppo ha assicurato che avrebbe tagliato le quote dei prestiti ad alcuni giovani mutuatari in modo che potessero sviluppare abitudini di consumo "più razionali". Primi passi di un percorso ancora lungo.

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