L’ULTIMA BATTAGLIA DI BAZOLI, CONTRO VISCO E LE FONDAZIONI – RIUSCIRA’ IL BANCHIERE OTTUAGENARIO A FARE PASSARE LA NUTTATA DEL 2014 E A RESTARE IN SELLA FINO AL 2015? I PRONOSTICI SUONO A SUO FAVORE…

Carlotta Scozzari per Dagospia

Di battaglie, il presidente del consiglio di sorveglianza (cds) di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, 81 anni da poco compiuti, ne ha vinte tante. Basti pensare a quando, negli anni Novanta, sconfisse l'allora numero uno di Mediobanca Enrico Cuccia, padrone quasi incontrastato della scena finanziaria italiana, ottenendo prima la Cariplo e poi addirittura sfilandogli la Comit. Da ultimo, non si può dimenticare lo scontro con l'ex consigliere delegato di Intesa, Enrico Tomaso Cucchiani, costretto a chiamarsi fuori in una domenica di fine settembre, lasciando così libera la scena all'ottuagenario presidente del cds.

In realtà, anche adesso Bazoli sembra impegnato in una dura battaglia, forse l'ultima: quella che gli permetterà di restare in sella della prima banca italiana per sportelli ancora per un anno pieno, fino al 2015. A combattere dall'altra parte della barricata, questa volta, ci sono la Banca d'Italia capitanata da Ignazio Visco e le Fondazione socie di Intesa, tra le quali - una cosa che forse Bazoli mai avrebbe immaginato - anche la Cariplo del suo storico amico e compagno di tante vecchie battaglie: il settantanovenne ex democristiano Giuseppe Guzzetti.

Non è un mistero, infatti, che da tempo Bankitalia sia in pressing perché, anche nell'ottica di una riduzione dei costi, gli istituti di credito italiano diano una bella sfoltita alle poltrone all'interno degli organi di amministrazione. Proprio negli ultimi mesi del 2013, l'authority di via Nazionale ha inviato all'indirizzo delle banche una circolare che lasciava poco spazio alle interpretazioni: il numero di consiglieri va ridotto, perché quelli attuali, in media 13, sono troppi.

Figurarsi, poi, i casi, come quello del gruppo di Ca' de Sass, in cui a moltiplicare le sedie, per un totale di 29 posti, è il sistema duale, che a un consiglio di sorveglianza ne affianca uno di gestione (cdg). Il documento ha già spinto a muoversi la Mediobanca guidata da Alberto Nagel, che proprio oggi riunirà un consiglio di amministrazione con l'obiettivo di modificare la governance e mettere a dieta il consiglio di amministrazione, i cui membri dovrebbero scendere dagli attuali 22 a 13.

Il processo di revisione delle governance sembra essere stato avviato anche in Intesa, ma la banca costruita sull'asse Milano-Torino appare più indietro rispetto a Piazzetta Cuccia (la cui struttura è comunque più snella). A innescare il processo sono stati gli enti grandi azionisti della banca, capitanati dalla Compagnia di San Paolo presieduta da Sergio Chiamparino. L'ente torinese, sulla carta primo azionista al 9,72%, fin dalla fusione del 2007 ha dovuto sopportare più o meno supinamente lo strapotere del tandem Bazoli-Guzzetti.

Ma adesso il vento sembra essere cambiato. Al punto che, sempre alla fine del 2013, Compagnia di San Paolo, insieme con Fondazione Cr Padova e Rovigo, Ente Cr Firenze e persino Cariplo, ha affidato un incarico a Georgeson per sondare i principali investitori sugli effetti che potrebbe destare sul mercato la modifica della governance. E per "modifica della governance" si intende, va da sé, addio al duale e ritorno al sistema tradizionale basato su un solo consiglio di amministrazione.

E' chiaro che se Intesa tornasse al singolo cda il primo a rischiare il posto sarebbe proprio Bazoli, che ora siede sulla poltrona di presidente del cds. Ed è per questo che l'avvocato bresciano è impegnato in una battaglia per rinviare il più possibile in là nel tempo, almeno al 2015, questa possibilità. Un'impresa che dovrebbe riuscirgli, se si considera che i risultati del lavoro di Georgeson non dovrebbero arrivare prima della fine di febbraio e che perciò dovrebbero mancare i tempi tecnici per portare la modifica della governance già all'assemblea dei soci che il 22 aprile si riunirà a Torino per l'approvazione del bilancio del 2013.

Sempre in primavera, tra l'altro, il consigliere delegato di Intesa, Carlo Messina, presenterà il nuovo piano industriale della banca. Un lavoro che sta assorbendo quasi tutto il suo tempo. Mentre la modifica della governance, Bankitalia permettendo, può attendere ancora un po'.

 

Salza Bazoli e Fassino logo intesa san paoloIgnazio Visco visco ignazio GUZZETTI SALZA MARCO TRONCHETTI PROVERA ALBERTO NAGEL E ANDREA BONOMI FOTO BARILLARI LA SEDE DI MEDIOBANCA

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