bollore niel arnault

LA RUDE RAZZA FRANCESE - ''LE FIGARO'': IMPROBABILE CHE NIEL E BOLLORÉ UNISCANO LE FORZE SU TELECOM - CERTO, LA COMPAGNA DI NIEL (NONCHÉ FIGLIA DI ARNAULT) SIEDE NEL CDA DI HAVAS, IL GIGANTE EDITORIALE DEL BRETONE - TELECOM +20% IN 9 GIORNI

 

1.TELECOM:FIGARO, NIEL-BOLLORÉ,IMPROBABILE CHE UNISCANO FORZE

charlene di monaco con bernard e delphine arnaultcharlene di monaco con bernard e delphine arnault

 (ANSA) - La notizia ha avuto "l'effetto di una bomba": lo scrive il quotidiano Le Figaro, in un lungo articolo consacrato all'ingresso di Xavier Niel nel capitale di Telecom Italia. "Niel sfida Bolloré", ribadisce il quotidiano di Parigi, ricordando che il principale azionista di Iliad (marchio Free) si "auto invita" così nei business italiani di Vincent Bolloré. Ed è "improbabile" che i due uniscano le forze. Quest'ultimo "è stato preso di contropiede. Credeva di essere solo in corsa per il controllo di Telecom".

 

E invece è arrivato Niel. Quanto ai rapporti tra i due, "si conoscono ma non hanno mai lavorato insieme. Sul dossier Telecom Italia - assicura il giornale - non possono unire le forze (...) Ogni mossa comune gli costringerebbe ad acquistare il saldo capitale, un investimento di oltre 18 miliardi di euro, scenario poco probabile". E tuttavia l'irruzione di Niel "indurrà probabilmente" Vivendi, che è già primo azionista con il 20,03%, ad "aumentare la sua presenza" in Telecom Italia.

xavier nielxavier niel

 

"Oltre a un aumento della sua partecipazione fino alla soglia del 25% potrebbe decidere di accelerare i suoi piani e chiedere rapidamente una presenza nel consiglio di amministrazione". Mentre il giovane patron di Iliad "non ha grandi margini di manovra. Agendo a titolo personale non può investire tutto il suo patrimonio in Telecom", conclude Le Figaro.

 

2.TELECOM: CORRE IN BORSA, +20% DA INGRESSO POTENZIALE NIEL

xavier niel xavier niel

 (ANSA) - Telecom Italia prosegue la corsa in Borsa nel giorno in cui è emerso che Xavier Niel ha portato la quota potenziale al 15,1%. Le azioni della compagnia telefonica si stanno un po' sgonfiando (+2,9%) dopo aver guadagnato oltre il 4%. Andando a ritroso, ovvero al 21 ottobre, giorno in cui il francese è entrato in possesso della posizione lunga - emersa soltanto ieri -, le azioni Telecom hanno messo a segno un rally del 20%, incrementando quindi la capitalizzazione di quasi 5 miliardi di euro. Adesso il gruppo vale circa 23,7 miliardi.

 

XAVIER NIEL DELPHINE ARNAULTXAVIER NIEL DELPHINE ARNAULT

3.TELECOM: SI SGONFIA EUFORIA SU NIEL IN BORSA, +0,5%

 (ANSA) - Si è sgonfiata l'euforia a Piazza Affari sul titolo Telecom, dopo la nuova spinta nel mattino sulla crescita al 15,1% delle quote potenziali di Xavier Niel. Il titolo sale dello 0,48% a 1,26 euro. Restano invece intensi gli scambi, con 245 milioni di pezzi trattati, circa l'1,8% del capitale di categoria e l'1,2% dell'intero capitale sociale. Ieri erano state trattate 324 milioni di azioni ordinarie nell'intera giornata.

 

 

4.IN TELECOM LA RUDE RAZZA FRANCESE

Giorgio Meletti per il “Fatto Quotidiano

 

xavier niel  xavier niel

Da ieri Telecom Italia è ufficialmente campo di battaglia per scorrerie speculative internazionali. Xavier Niel, 48 enne imprenditore francese del settore web e media-una specie di Renato Soru di successo - ha comunicato alla Consob di avere in mano contratti a termine per l' acquisto, in un paio d' anni, dell' 11 per cento delle azioni. La notizia ha fatto fare ieri un balzo del l' 8,70 per cento al titolo Telecom, a quota 1,26 euro, livello mai visto da sette anni.

 

Due anni fa il prezzo era sceso sotto i 50 centesimi. Qualcuno doveva sapere qualcosa, visto che nei cinque giorni precedenti il titolo Telecom era già salito del 12 per cento.

Niel ha investito 1,7 miliardi di euro. La sua quota potenziale, sommata al 20 per cento già in mano alla Vivendi di Vincent Bollorè, fa salire al 31 per cento la frazione del capitale Telecom in mani francesi.

BOLLORE HAVASBOLLORE HAVAS

 

I vertici del gruppo telefonico e la Vivendi hanno manifestato sorpresa. La Consob ha acceso un faro, come suol dirsi. Se si dimostrasse un collegamento tra Bollorè e Niel, la quota di controllo congiunto del 31 per cento farebbe scattare l' obbligo di Opa, l' offerta pubblica di acquisto per tutti gli azionisti allo stesso prezzo pagato da Niel.

 

Telecom è dunque l' ennesimo gioiello (o presunto tale) dell' industria italiana a finire in mani straniere? A 15 anni dalla scalata della "rude razza padana" di Roberto Colaninno, la rete telefonica nazionale diventa preda della "rude razza francese"? Difficile dirlo. In ogni caso il problema non sarebbe di orgoglio nazionale. Piuttosto preoccupa l' eventuale subordinazione di un' infrastruttura decisiva per la vita non solo economica nazionale ai disegni di Bollorè, al quale è stata attribuita l' idea di creare un gigante sud -europeo di telecomunicazioni e media unendo Vivendi (grande produttore di contenuti di informazione e tv) a Telecom Italia e alla spagnola Telefonica.

marco patuano ad telecom italiamarco patuano ad telecom italia

 

Massimo Mucchetti, presidente della commissione Industria del Senato, recrimina sulla renitenza della Cassa depositi e prestiti, protagonista per anni di polemiche e trattative inconcludenti con Telecom Italia. La grande banca pubblica - che in questi giorni investe un miliardo di euro nella Saipem per risolvere un problema finanziario all' Eni - avrebbe potuto stabilizzare l' azionariato di Telecom: "Certamente sì, quando nel 2013 è stato posto il problema di fronte al possibile cambio del controllo non fummo ascoltati e adesso, di fatto, è diventata francese".

 

Intanto, se la Consob accende un faro, la Cgil chiede al governo "un tavolo", e palazzo Chigi fa sapere che " il dossier è seguito con attenzione", per non far mancare niente alla sagra del luogo comune. In realtà dietro l' ovvia impossibilità di intervenire, trattandosi di "operazione di mercato", Matteo Renzi si fa per ora bastare la promessa che Bollorè gli ha fatto lo scorso 6 agosto a palazzo Chigi, cioè di essere azionista di lungo periodo e attento alla difesa dell' indipendenza di Telecom Italia.

 

massimo mucchettimassimo mucchetti

Nessuno sa dire se Bollorè e Niel siano d' accordo o in guerra. Il partito della guerra fa notare che ieri il titolo Vivendi è andato male in Borsa, segno di conflitti in arrivo.

 

Il partito dell' amore segnala invece che la compagna di Niel, Delphine Arnault - figlia di Bernard, cosiddetto re del lusso alla testa del gruppo Lvmh siede nel cda della Havas, gruppo di pubblicità e media di Bollorè con quasi 2 miliardi di euro di fatturato.

 

Twitter@giorgiomeletti.

 

 

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO