1- LA LOBBY DEL “GIOCAMOSE ROMA” È IN LUTTO. SE ALE-DANNO HA PERSO L’ULTIMA CHANCE PER CONTRASTARE LA MARCIA VERSO IL CAMPIDOGLIO DI ZINGARETTI E ABETE, E AURELIO REGINA DEVE INCASSARE UN BRUTTO COLPO PER LA SUA ASCESA IN CONFINDUSTRIA, PER I "GIOCHERELLONI" LETTA-LETTA, PESCANTE E PETRUCCI È IL DEFINITIVO TFR 2- DIETRO LA NOMINA DI RAGNETTI IN ALITALIA, LA MANO DI PASSERA-MICCICHÈ. ROCCO SABELLI SARÀ RECUPERATO CON UN INCARICO DI PRESTIGIO DENTRO L'AUTHORITY PER I TRASPORTI? 3- IL DISEGNO DI ARPE: "DISTURBARE" MEDIOBANCA E UNICREDIT PER METTERE LE MANI CON L'AMICO PURI NEGRI SU UNA PARTE DELL'IMPERO IMMOBILIARE CHE STA IN PANCIA A FONSAI 4- MINIMO SARMI HA SMESSO DI GIOCARE ALLE SCOMMESSE ONLINE, POKER, CASINÒ, BINGO 5- PER LA PRESIDENZA MONTE PASCHI DI SIENA, AMATO O BASSANINI? LA CARICA DI AD POTREBBE ESSERE ASSEGNATA AL DG FABRIZIO VIOLA. SUL "FINANCIAL TIMES" SI IPOTIZZA CHE LA BANCA FINISCA NELLE MANI DEL GRUPPO BNP PARIBAS, GIÀ PRESENTE IN ITALIA IN BNL

1- LA LOBBY DELLE OLIMPIADI ROMA 2020 È IN LUTTO
La lobby delle Olimpiadi Roma 2020 è in lutto, un lutto stretto dove alcuni dei protagonisti si asciugano le lacrime in silenzio mentre altri singhiozzano parole disperate.

Il lutto si addice al sindaco dalle scarpe ortopediche Gianni Alemanno che nello spazio di una settimana è stato travolto dalle valanghe delle critiche e sperava di riscattare la sua immagine con il colpaccio della candidatura che avrebbe potuto intercettare la marcia verso il Campidoglio di Nicola Zingaretti e Luigino Abete, i due aspiranti più probabili alla guida della Capitale.

Purtroppo anche lui come i "giocherelloni" Pescante e Petrucci non aveva fatto i conti con il Professore di Varese che è diventato famoso non tanto per meriti scientifici quanto per aver messo in ginocchio durante il suo mandato di Commissario a Bruxelles personaggi come Bill Gates.

C'è chi comunque preferisce piangere in silenzio e tenere la bocca chiusa. È il caso di Gianni Letta, l'uomo sul quale la lobby dello sport contava per sbloccare le perplessità di Monti di fronte allo studio di fattibilità che il Comitato promotore aveva affidato al professor Marco Fortis.

Anche Luchino di Montezemolo, "homo ludens" per eccellenza, finora non ha rilasciato alcun commento perché forse non ha dimenticato i cascami giudiziari e scandalistici dei Mondiali del '90 e del Nuoto nel 2009 dove a rimetterci l'immagine è stato uno dei suoi più cari amici, Megalò-Malagò. Anche quest'ultimo non si aggrega al coro delle prefiche, ma si lamenta perché è ancora in preda allo choc provocato dall'albero innevato che ha rovinato la sua Maserati (vedi foto a lato).

La lobby dei giocherelloni s'era già fatto i conti ed era pronta a distribuire in consulenze e progetti i 42 milioni necessari per prepararsi all'assegnazione finale dei Giochi. Adesso non rimane che prendere atto della decisione di Monti e lasciare che si perda nell'aria il grido di dolore, commosso e scomposto, di Gianni Petrucci che secondo il "Corriere della Sera" lascerà lo sport per fare il sindaco al Circeo e puntare al Parlamento.

Un altro personaggio che non accetta il silenzio è l'irrequieto Aurelio Regina, presidente degli Industriali del Lazio e della Fondazione Roma 2020, che in questi mesi ha speso 1 milione di euro per preparare il terreno alla candidatura olimpica. Ieri sera intorno alle 18,30 questo 48enne imprenditore foggiano, figlio di un preside e grande collezionista di cariche, ha avuto uno scontro durissimo nella trasmissione "SkyTg Economia" con Pietro Mennea, l'ex-campione olimpico che adesso fa l'avvocato e ha una conoscenza notevole dei disastri provocati dalle Olimpiadi degli ultimi venti anni.

Davanti alle telecamere Regina ha difeso il progetto dei Giochi sostenendo che, sulla base dello studio di fattibilità del professor Fortis e di altri bocconiani, si sarebbero svolti "a costo zero", e quando il giornalista Alessandro Parenzi (insolitamente elegante e serioso) gli ha ricordato gli scandali per i Mondiali di Nuoto, il buon Regina ha messo le mani avanti dicendo che la sua Fondazione avrebbe potuto evitare qualsiasi pericolo.

E per sottolineare il suo disappunto non ha usato le parole di Petrucci ("un sogno che è svanito") ma ha detto di essere molto rattristato perché la decisione di Monti "è una scommessa persa sul futuro". Dietro queste parole si intravede non soltanto l'amarezza ma anche lo sgomento per un percorso personale che forse Regina aveva meditato e che la decisione del governo ha spazzato via.

Sarà un peccato di malizia, ma bisogna fare un calcolo molto semplice: ad aprile l'irrequieto presidente di Egon Zehnder, Sigaro Toscano e Unindustria del Lazio molto probabilmente diventerà vicepresidente di Confindustria come premio per la volata che ha saputo tirare al candidato forte Giorgio Squinzi.

Da quel momento inizierà per Squinzi un mandato di quattro anni, un arco di tempo dentro il quale Regina potrà sfoderare tutta la sua abilità e il dinamismo in modo da presentarsi all'appuntamento del 2016 come il candidato ideale per la poltrona di Confindustria.

In questa prospettiva la scelta di Roma per le Olimpiadi sarebbe stata una carta vincente che avrebbe potuto giocare sbaragliando qualsiasi altro concorrente.

La scommessa per il futuro di cui ieri sera ha parlato era anche questa. Purtroppo il super-Ragioniere di Palazzo Chigi si è messo di traverso rovinando le speranze dei "giocherelloni" e degli imprenditori preoccupati del futuro del Paese ma soprattutto di quello personale.

2- DIETRO LA NOMINA DI RAGNETTI IN ALITALIA, LA MANO DI PASSERA. ROCCO SABELLI SARÀ RECUPERATO CON UN INCARICO DI PRESTIGIO DENTRO L'AUTHORITY PER I TRASPORTI
C'è una fretta un po' sospetta nell'uscita di Rocco Sabelli dalla cabina di comando dell'Alitalia.

La decisione era nell'aria da tempo e dei suoi contrasti con Colaninno si parlava anche nei bar intorno al Palazzo della Magliana. La decisione presa ieri dalla cordata dei patrioti italiani di affidare il timone al manager romano Andrea Ragnetti ha comunque il sapore di un blitz accelerato rispetto alla tempistica che le aziende seguono quando scade il mandato dei vertici.

Ragnetti, un manager con un curriculum di 25 anni passati all'estero, è comunque un uomo che ha il marketing nel sangue e la sua scelta è stata decisa da Colaninno che lo ha conosciuto ai tempi di TelecomItalia. La riunione di ieri è durata quasi tre ore e la scelta del manager 51enne è stata fatta all'unanimità, ma non sembra un caso che a tirare le fila dell'incontro sia stato Gaetano Miccichè, il banchiere che con Corradino Passera ha avuto un ruolo determinante nell'operazione Cai.

Dietro la mano di Miccichè si intravede non solo l'interesse costante di IntesaSanPaolo nei confronti della Compagnia di bandiera, ma anche il profilo più defilato di Corradino Passera che come Superministro assomma ai suoi incarichi anche il dicastero dei Trasporti. Da qui nascono le voci che dietro il blitz grazie al quale Ragnetti è salito sulla poltrona dell'Alitalia ci sia l'intenzione di Passera di non lasciar andare al suo destino Rocco Sabelli, il manager che per tre anni e mezzo ha sofferto e non ha dormito per le sorti della società.

A questo proposito corre voce che invece di ritirarsi a vita privata per curare il piccolo business dell'azienda di informatica Data Service, Rocco Sabelli sarà recuperato con un incarico di prestigio dentro l'Authority per i Trasporti che il governo si è impegnato a realizzare.

3- IL DISEGNO DI ARPE: "DISTURBARE" I DISEGNI DI MEDIOBANCA E DI UNICREDIT PER METTERE LE MANI CON L'AMICO PURI NEGRI SU UNA PARTE DELL'IMPERO IMMOBILIARE CHE STA IN PANCIA A FONSAI
Che cosa farà da grande Matteo Arpe, il banchiere milanese laureato alla Bocconi che negli ultimi tempi è riaffiorato nelle vicende della finanza?

Questa domanda gira con insistenza dopo la comunicazione di ieri pomeriggio in cui Sator, la società fondata da Arpe il 6 novembre 2007, e Palladio Finanziaria dichiarano di disporre dell'8% del capitale di Fondiaria Sai, la disastrata società di Totuccio Ligresti che sta per andare in matrimonio con Unipol.

La notizia è rilevante anche se molti dubitano che Matteuccio e la finanziaria vicentina guidata da Roberto Meneguzzo e Giorgio Drago, siano in grado di mettere sul piatto i due miliardi necessari per ottenere il controllo di FonSai. Resta il fatto che per la seconda volta in pochi mesi (la prima era stata in occasione del salvataggio della Popolare di Milano) Matteuccio ha messo fuori la testa ed è entrato a piedi giunti in una combinazione di interessi che vede come protagonisti Mediobanca e Unicredit.

Quando il 29 novembre gli è piombata addosso la condanna a tre anni e sette mesi per il crac Parmalat sembrava che Arpe fosse stordito e di sicuro la sua reazione è stata quella di un uomo che riteneva di non meritare una sentenza così dura in una vicenda dove aveva avuto un ruolo tutto sommato marginale. A risvegliarlo è stata la volontà di lottare come un rothweiler e di non farsi massacrare né dai magistrati, né da quegli arzilli o giovani vecchietti che sull'asse Generali-Mediobanca gli hanno messo i bastoni nelle ruote.

Con questo stato d'animo Matteuccio ritorna alla ribalta e lo fa scombinando i giochi di Piazzetta Cuccia che ha un indebitamento pazzesco con Ligresti e pensa di aver trovato il cavaliere bianco nelle cooperative di Bologna.

La domanda di fondo rimane però quella iniziale: che cosa farà da grande Arpe?, vorrà davvero fare il celebrante del matrimonio tra un cieco (Ligresti) e uno zoppo (Unipol) oppure vuole semplicemente inserirsi nell'operazione FonSai-Unipol con gli amici di Palladio per portare a casa qualche beneficio? Di sicuro si sa che dentro l'impero fatiscente del costruttore siciliano può contare sull'intesa con Paolo Ligresti, il 43enne figlio dell'ingegnere Salvatore e grande collezionista di cariche dentro la galassia societaria fino a ieri controllata dalla famiglia.

Ma è convinzione abbastanza diffusa che il disegno di Arpe sia quello di "disturbare" i disegni di Mediobanca e di Unicredit per mettere le mani soprattutto su una parte dell'impero immobiliare che sta in pancia a Fonsai. Da alcuni mesi Matteuccio ha ripreso sottobraccio l'amico Puri Negri (l'ex-manager di Pirelli Real Estate) e considera strategico l'investimento nel mattone.

A Piazzetta Cuccia c'è molto fastidio per il suo ritorno sulla scena e il disappunto arriva fino a Trieste dove il "polizzaro" Perissirotto non può ignorare gli antichi rapporti che lo hanno legato a Meneguzzo, presidente di quella Palladio Finanziaria che raccoglie molti capitali del Nord-Est.

4- SARMI HA SMESSO DI GIOCARE ALLE SCOMMESSE ONLINE, POKER, CASINÃ’, BINGO
Avviso ai naviganti N.1: "Si avvisano i signori naviganti che Massimo Sarmi ha smesso di giocare.

Il manager dalle orecchie generose che guida le Poste avrebbe deciso di rinunciare alla concessione che consente a PosteMobile di operare nel campo delle scommesse online, poker, casinò, bingo. La ritirata di Sarmi sembra sia provocata dalle critiche che circolano in seno al Governo sull'opportunità che la sua azienda entri in un business esposto alle critiche dei media".

5- PER LA PRESIDENZA MPS, AMATO O BASSANINI? LA CARICA DI AD POTREBBE ESSERE ASSEGNATA AL DG FABRIZIO VIOLA. SUL "FINANCIAL TIMES" SI IPOTIZZA CHE LA BANCA FINISCA NELLE MANI DEL GRUPPO BNP PARIBAS, GIÀ PRESENTE IN ITALIA IN BNL
Avviso ai naviganti N. 2: "Si avvisano i signori naviganti che i contradaioli di Siena sono particolarmente eccitati per ciò che sta avvenendo intorno a MontePaschi e alla Fondazione che ha deciso di cedere il 15% delle azioni per ridurre il debito di 920 milioni.

Secondo i contradaioli le prossime settimane saranno particolarmente eccitanti perché bisognerà decidere la sorte e l'assetto della banca più antica del mondo.

In ballo per la presidenza continuano a circolare i nomi di Giuliano Amato e Franco Bassanini, mentre la carica di amministratore delegato potrebbe essere assegnata all'attuale direttore generale Fabrizio Viola. Per quanto riguarda la sorte finale di MontePaschi i contradaioli segnalano l'articolo pubblicato ieri sul "Financial Times" in cui si ipotizza che la banca finisca nelle mani del Gruppo Bnp Paribas, già presente in Italia in BNL".

 

 

 

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