LE BANCHETTE DI PROVINCIA PEGGIO DI MPS: MAGAGNE, MANETTE E MAZZETTE PER LA POPOLARE DI SPOLETO

Giorgio Meletti per il "Fatto quotidiano"

Traditore, pezzo di merda, vattene affanculo bastardo, hai rotto i coglioni". Scene di alta finanza nel ducato di Spoleto. Dove le brezze culturali del Festival dei Due Mondi si mescolano ai miasmi della locale Banca Popolare. Le acclamazioni sopra riportate se l'è prese un anno e mezzo fa Danilo Solfaroli che tentava inutilmente di condurre i lavori assembleari della cooperativa Spoleto Crediti e Servizi (Scs), 17 mila soci, che possiede il 51 per cento della banca.

Solfaroli è uscito dalla sala ed è andato direttamente alla procura della Repubblica ad accusare Giovannino Antonini, storico padre-padrone della Popolare, dei vari reati commessi con il golpe assembleare. Antonini due giorni fa è stato arrestato per la corruzione in atti giudiziari del giudice del Tar del Lazio Franco Angelo Maria De Bernardi: 50 mila euro per l'aiutino necessario a ottenere l'annullamento del commissariamento della banca e della Scs.

La storia è buona per corsi universitari in varie materie: diritto penale, amministrativo e commerciale, nonché scienze bancarie. Ma è soprattutto esemplare del circuito perverso tra piccole banche e potentati locali: partiti di destra e di sinistra, mafiette imprenditoriali, massonerie varie.

Quando la greppia scappa dalle mani rapaci dei furbetti del quartierino o della contrada si grida al nemico esterno. Sul nobile esempio di chi ha inneggiato alla torinesità del gigante Imi-San-paolo e alla padanità della Popolare di Milano, c'è chi difende la senesità del Monte dei Paschi e la marchigianità della Banca delle Marche, o la spoletinità della nostra Popolare.

Breve riassunto delle disgrazie di Spoleto. Tre anni fa sono partite le ispezioni della Banca d'Italia, mentre la Legacoop, come da obbligo di legge, è andata a ficcare il naso nella cooperativa Scs. Nel 2011 Giovannino Antonini, al vertice della banca per un decennio durante il quale rivendica di averla fatta crescere impetuosamente, viene estromesso, ma lui prontamente si fa eleggere presidente della holding, la Scs. Il tentativo di alcuni soci di sfiduciarlo nell'assemblea da cui siamo partiti - descritta dalla testata locale tuttoggi.info come una rissa tra scaricatori di porto - fallisce.

All'inizio del 2013 il Monte dei Paschi (che della Spoleto ha il 26 per cento) in base ai patti parasociali con Ss chiede ad Antonini di riprendersi le azioni della banca, ma quello non se ne dà per inteso, anche perché la cooperativa non ha i soldi (si parla di 100 milioni) per adempiere all'obbligo contrattuale.

Negli stessi giorni arriva alla presidenza Alberto Brandani, una vita nel potere Montepaschi, ma anche consigliere Fs, membro del comitato di vigilanza Anas e via poltroneggiando. Nel 1993 fu arrestato con l'accusa di concussione per una storia di finanziamenti Mps, e gli inquirenti gli trovarono in casa una valigetta con 106 milioni di lire in contanti. Lui disse che li teneva lì come riserva per le eventuali esigenze della famiglia (in effetti non si sa mai).

Cinque anni dopo fu assolto, ma adesso ha ancora qualche problema (falso in bilancio, abuso d'ufficio e peculato) che non osta all'attività di manager pubblico stante la fiduciosa attesa di nuovi proscioglimenti. Brandani è in quota Udc, Antonini è in quota Pdl (provenienza An).

La presidenza Brandani dura pochi giorni. Il 12 febbraio scorso il ministro dell'Economia Vittorio Grilli commissaria la banca e la cooperativa che la controlla. Apriti cielo. Mentre Antonini si precipita a cercare un giudice del Tar da corrompere per ottenere l'annullamento, Fabrizio Cicchitto del Pdl tuona contro Grilli, lo accusa di flirtare con il Pd che punta alla Spoleto, visto che una grossa Coop, la Centroitalia, partecipa alla cordata Clitumnus per rilevare la banca.

Il senatore Augusto Minzolini presenta un'interrogazione basata sulla lettura di tre articoli del Giornale, in cui ipotizza che il procuratore capo di Spoleto, Gianfranco Riggio, sia imparentato con l'avvocato d'affari Francesco Carbonetti, animatore di Clitumnus, e che "non si potrebbe escludere il sospetto" che le inchieste su Antonini siano finalizzate a favorire la scalata del parente.

Antonini è stato infine arrestato dalla procura di Roma, mentre Riggio si è limitato a chiedere il rinvio a giudizio per: associazione a delinquere, appropriazione indebita, ostacolo alle autorità di vigilanza, intermediazione usuraria, bancarotta fraudolenta e altri reati minori.

In più Antonini è indagato, per la famosa assemblea-rissa, per ingiurie, minacce, falso ideologico e comportamenti fraudolenti vari. Tanto per dire, si legge negli atti d'accusa che Alberto e Francesco Antonini (figli) "procedevano al ritiro delle dazioni monetarie corrisposte di volta in volta favoriti provvedendo al loro versamento sui conti correnti del padre". Le belle banche della sana provincia italiana.

 

POPOLARE DI SPOLETO POPOLARE DI SPOLETO jpegGIOVANNINO ANTONINI MPS LINGRESSO DI ROCCA SALIMBENI SEDE DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA giuseppe mussari

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?