berlusconi bollore

IL BISCIONE AVVELENATO - MEDIASET RESPINGE LA NUOVA PROPOSTA DI VIVENDI E ALZA LA CRESTA: “CI RISERVIAMO DI AGIRE IN SEDE CIVILE E PENALE PER FAR RISPETTARE IL CONTRATTO” - E BOLLORÉ ARMA IL CANNONE: “POTREMMO QUERELARE PER DIFFAMAZIONE” - MEDIASET CHIUDE IL PRIMO SEMESTRE CON UN ROSSO DI OLTRE 27 MILIONI

Sara Bennewitz per “la Repubblica”

 

mediaset premiummediaset premium

I costi della trattativa con Vivendi, mandano in rosso i conti semestrali di Mediaset. Il gruppo della famiglia Berlusconi, rifiuta la nuova proposta dei francesi e si dichiara pronto ad agire sia in sede penale che civile, per far rispettare il contratto e per essere risarcito del danno, compresa la turbativa di mercato, che ha fatto perdere alle azioni quasi un decimo del loro valore.

VINCENT BOLLORE VINCENT BOLLORE

 

Secca la replica di Vivendi, che nel ribadire di essere pronta a onorare il contratto «si riserva di querelare Mediaset per diffamazione». Secondo il gruppo controllato e presieduto da Vincent Bollorè, sarebbero emerse “divergenze significative nell’analisi dei risultati” di Premium. Tuttavia Vivendi resta disponibile a trovare una soluzione amichevole e ribadisce di non voler mirare al controllo di Mediaset.

 

piersilvio e silvio berlusconipiersilvio e silvio berlusconi

A sentire diverse fonti vicine alla trattativa, il contratto firmato l’8 aprile tra Mediaset e Vivendi è valido e finora rispettato nella forma e nella sostanza. Dalla perizia indipendente di Deloitte però emergerebbe che mentre i numeri alla base dell’accordo tra i due gruppi sono giusti, quelli prospettici sul futuro della tv a pagamento parrebbero invece alquanto ottimistici.

 

Quanto basta, dicono fonti vicine ai francesi, per rinegoziare i termini dell’accordo. Mediaset, che pure non esclude formalmente di poter riaprire una trattativa, respinge categoricamente l’offerta di Vivendi di rilevare solo un 20% di Mediaset Premium e avere in cambio fino al 15% della capogruppo Mediaset spa.

 

cyrill vincent e yannick bollorecyrill vincent e yannick bollore

Secondo alcuni analisti si tratterebbe di una mera tattica negoziale per trovare un punto d’incontro, magari per condividere durante una fase di transizione le perdite di Mediaset Premium, fino al raggiungimento del pareggio operativo. Al momento nessun esponente della famiglia Berlusconi si è espresso ufficialmente e ciò lascia un minimo margine a una ripresa delle trattative partendo dall’accordo firmato l’ 8 aprile. Ma in attesa di sedersi a un tavolo, i legali delle due parti, Chiomenti per Mediaset e Carnelutti per Vivendi, mettono in piedi la loro strategia legale, per indurre l’altra parte a più miti consigli.

piersilvio e silvio berlusconi  piersilvio e silvio berlusconi

 

Non a caso ieri, su domanda degli analisti che chiedevano se ora il gruppo intenda tagliare i costi di Mediaset Premium o sia orientato a chiudere la partita nella tv a pagamento il direttore finanziario Marco Giordani ha risposto: «Non esiste un piano B perché al momento l’accordo tra Mediaset e Vivendi è vincolante ed è ancora valido: faremo di tutto per rendere operativo questo contratto».

 

Per questo Mediaset, non ha potuto fornire neppure nessun target sulle attese future di Premium, precisando che le perdite del primo semestre pari a 100,8 milioni, sono comunque inferiori rispetto al budget e in miglioramento, dopo che il rosso del periodo aprile giugno pari a 37,1 milioni, è quasi dimezzato rispetto ai 63,7 milioni del trimestre gennaio marzo. «Abbiamo affrontato 34,6 milioni di spese legate alla firma del contratto di Vivendi - ha precisato Giordani - e in virtù dell’accordo Mediaset Premium ha acquistato nuovi diritti, investendo 30 milioni in più che non erano previsti nel nostro budget». Risorse che hanno portato i conti semestrali di Mediaset in rosso per 27,8 milioni, nonostante ricavi in aumento dell’8,7% a 1,87 miliardi rispetto al 2015.

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