caltagirone melpignano dalema

CON MELPIGNANO SE NE VA NON SOLO L’INVENTORE DELLE MASSERIE-RESORT PUGLIESI MA SOPRATTUTTO IL COMMERCIALISTA DELLA ROMA POTENTONA, DA CALTAGIRONE IN GIU’, COINVOLTO IN TANGENTOPOLI (MAXITANGENTE ENIMONT) – DAL TRIBUTARISTA D’ALEMA ACQUISTO’ LA TENUTA IN UMBRIA

1. MORTO MELPIGNANO, INVENTORE DELLA 'WEDDING VALLEY' PUGLIESE 

sergio melpignanosergio melpignano

 (ANSA) – È morto a 69 anni l'imprenditore pugliese Sergio Melpignano, cui si deve la creazione di strutture extralusso sulla costa di Fasano (Brindisi), a Savelletri, location poi divenute di grido per il turismo vip e soprattutto per i matrimoni tra personaggi famosi. Melpignano era da tempo ammalato. Della sua famiglia sono i resort Masseria San Domenico, Borgo Egnazia, Cala Masciola e Masseria Cimino, luoghi da sempre frequentati dal gotha della politica, dell'economia e da star internazionali dello spettacolo.

Sergio Melpignano Sergio Melpignano

 

Melpignano è stato un avvocato tributarista che ha a lungo gestito uno studio a Roma. È tornato in Puglia a metà degli anni Novanta. Nel 1996 è stata realizzata Masseria San Domenico, nel 2003 il campo da golf con una esclusiva club house. Al suo fianco nella gestione delle strutture la moglie Marisa Lisi e i figli Viola, Aldo e Francesco con i quali nel 2011 ha avviato Borgo Egnazia dove nel 2012 sono state celebrate le nozze tra Justin Timberlake e Jessica Biel e nel 2014 invece è andato in scena un vero e proprio show per il matrimonio indiano della figlia di un magnate del ferro.

Sergio Melpignano Sergio Melpignano

 

DAGO-ARCHIVIO - SERGIO MELPIGNANO, TRIBUTARISTA COINVOLTO IN TANGENTOPOLI…

Giacomo Amadori per "Panorama"

 

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dalemoni-oni-oni-quot-panorama-quot-non-molla-piu-osso-alema-28025.htm  - 21 LUG 2011

 

 

…. Sergio Melpignano, avvocato fiscalista, imprenditore nel settore del turismo e padrone di fatto della Madeleine, prima dell'arrivo dei D'Alema.

Nel 1997 era stato arrestato nell'ambito della cosiddetta «Tangentopoli romana» su richiesta della procura di Perugia: una storia di toghe sporche e fondi neri che s'intrecciava con quella della maxitangente Enimont. Nel 2001 Melpignano patteggiò un condanna di un anno e sei mesi per corruzione in atti giudiziari e per altri reati.

francesco-gaetano caltagironefrancesco-gaetano caltagirone

 

Nel 2005 il fiscalista è anche stato sentito come persona informata dei fatti nell'inchiesta sulla scalata Unipol-Bnl per i suoi rapporti con Giovanni Consorte, ex presidente e amministratore delegato di Unipol: «Con Consorte sono amico da tanto tempo» disse ai magistrati e conferma oggi.

 

Anche D'Alema era vicino a Consorte, tanto che nel 2007 il giudice Clementina Forleo chiese al Parlamento europeo di poter utilizzare le telefonate tra i due. L'assemblea di Strasburgo rispose di no. Frequentazioni comuni a parte, Melpignano e D'Alema si sono conosciuti personalmente una decina di anni fa: «Ma è da un bel po' che non viene nella mia masseria di Fasano, il San Domenico» precisa il legale.

 

DALEMA NELLA TENUTA IN UMBRIA LA MADELEINE DALEMA NELLA TENUTA IN UMBRIA LA MADELEINE

Ufficialmente, nel 2009 le quote della Madeleine appartenevano a Vinci (90 per cento) e alla nipote di Melpignano, l'avvocato Maria Assunta Coluccia. Ma il fiscalista parla con schiettezza e rivendica la proprietà: «I soldi erano miei, Vinci è solo il mio fattore. Di questa storia non sa quasi nulla. All'epoca pensavamo che per avere le agevolazioni con le società semplici l'azionista di maggioranza dovesse essere un agricoltore professionista e per questo gli ho intestato quasi tutte le quote. Solo dopo ho scoperto che sarebbe bastato affidargli un pacchetto di minoranza».

 

massimo dalema parle de son vin avec la sommelie??re ludivina wehmassimo dalema parle de son vin avec la sommelie??re ludivina weh

Una cosa è certa: nell'ottobre 2008 l'acquisto della Madeleine viene trattato da Melpignano nella sua casa romana e la sede legale viene trasferita nello studio di un suo amico commercialista. Tanto impegno non gli impedisce di disamorarsi in fretta del casale: «Volevo farci un agriturismo, ma c'erano troppe complicazioni burocratiche» assicura. Così dopo soli due mesi, tra dicembre e gennaio, esterna a D'Alema l'intenzione di vendere. «Lui mi disse che gli piaceva prendere un podere per i suoi figli in quella zona, per farne una seconda casa».

 

Così siglano un accordo davanti al notaio Gennaro Mariconda: le parti concordano di trasferire il pacchetto di maggioranza ai figli dell'ex premier entro la fine del 2009, un patto che alla fine verrà prorogato di un paio di mesi. L'acquisto della Madeleine si svolge in due tappe: D'Alema prima versa 58.400 euro nell'aprile 2009, per il 40 per cento delle quote; poi altri 191.357 euro nel febbraio successivo (per il 59 per cento).

MELPIGNANOMELPIGNANO

 

«Mi ha pagato in assegni» ricorda Melpignano. A questi soldi va sommato il mutuo residuo che era stato acceso sulla Madeleine, circa 400 mila euro. Complessivamente un investimento da 650 mila euro, cui bisogna aggiungere le spese (cospicue) previste per la ristrutturazione dei ruderi e per la realizzazione dell'azienda vinicola.

 

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