giorgia meloni economia mercati crollo ue borsa mes

NON C’È ALTERNATIVA: SARANNO LACRIME E SANGUE – MERCOLEDÌ L’UE APRIRÀ LA PROCEDURA D’INFRAZIONE CONTRO L’ITALIA, CHE DOVRÀ ABBASSARE IL DEFICIT DI MEZZO PUNTO OGNI ANNO. IL CONTO DELL’AUSTERITÀ SARÀ DI UNA DECINA DI MILIARDI OGNI 12 MESI, A CUI VANNO SOMMATI I 20 MILIARDI CHE SERVIREBBERO A CONFERMARE LE MISURE MINIME DELLA MANOVRA – COME FARE? VISTO CHE ALTRO DEFICIT È ESCLUSO, O SI TAGLIA LA SPESA, O SI ALZANO LE TASSE…

Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”

 

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

Archiviate le elezioni europee, l'Italia torna con i piedi per terra. Dopo la politica, ecco l'economia. Mercoledì la Commissione europea metterà undici Paesi, tra cui il nostro e la Francia scossa da venti di destra, in procedura per deficit eccessivo. Venerdì invierà ai governi la "traiettoria tecnica", il sentiero di aggiustamento della spesa alla base del piano di bilancio che il governo Meloni dovrà presentare a Bruxelles entro il 20 settembre.

 

Le regole sono nuove. E figlie del nuovo Patto di stabilità che i nostri parlamentari di maggioranza non hanno votato a Bruxelles, astenendosi. Ma che l'esecutivo ha benedetto in seno al Consiglio Ue di fine aprile. Una contraddizione che esploderà, inevitabilmente, quando il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, come promesso «entro l'estate», presenterà il Def programmatico in Parlamento.

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

Quella parte cioè del Documento di economia e finanza omessa in aprile, perché con le elezioni alle porte il governo ha preferito inserire cifre di deficit e debito per il prossimo anno solo "tendenziali", a "politiche invariate". In pratica, congelate: senza prevedere il rinnovo di almeno 20 miliardi di misure, tra cui il taglio del cuneo e dell'Irpef che ne valgono 15.

 

[…] Per paradosso, l'infrazione europea conviene all'Italia. Perché quando un Paese ha un deficit eccessivo, deve abbassarlo di mezzo punto all'anno (al netto della spesa per interessi). E mentre lo fa non deve applicare la nuova regola del Patto: il taglio del debito di un punto all'anno che dunque viene rimandato all'uscita dell'Italia dall'infrazione sul deficit. Un gioco ad incastri tutto sommato favorevole.

 

paolo gentiloni giancarlo giorgetti g7 economia stresa

Non fosse che la regola base del nuovo Patto di stabilità – il tetto massimo della spesa netta da non sforare – non può essere derogata, a meno di circostanze eccezionali. E solo con l'autorizzazione del Consiglio Ue, ovvero degli altri governi, in questo momento (soprattutto Francia e Germania) alle prese con forti fibrillazioni politiche interne. Ecco quindi che l'Italia dovrà per forza di cose mettere i suoi conti pubblici a dieta. Non ci saranno più "tesoretti" da usare (se ci fossero, sarebbero vincolati al fondo taglia-debito). O "extra deficit" da fare, come ormai tutte le manovre dal 2020 in poi ci hanno abituato.

 

Se dunque spendere in deficit non è più un'opzione, da questa settimana si apre la caccia alle coperture per la manovra d'autunno. Mentre infatti i tecnici dell'Economia passeranno l'estate a scrivere il Piano di bilancio con l'aggiustamento dei conti in 7 anni accompagnato dall'indicazione obbligatoria di riforme e investimenti da fare, il governo Meloni dovrà decidere se rinunciare a 20 miliardi di misure e stare in "traiettoria" Ue.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

O se salvarne almeno 15 (cuneo e Irpef) per evitare di perdere la faccia e alzare di fatto le tasse da gennaio. Circa 7 miliardi potrebbero spuntare nei prossimi mesi, tra avanzi dei nuovi sussidi per la povertà (andati a metà dei beneficiari) e risorse dall'attuazione della delega fiscale.

 

Per il resto, solo opzioni lacrime e sangue: tagliare la spesa (con sanità e scuola nel bisogno) o alzare le tasse, ad esempio Iva e accise. Poi ci sono le rinunce. Possibile quella a rifinanziare il pacchetto pensioni da 630 milioni: Quota 103, Ape sociale, Opzione donna, aumento delle minime.

 

THE ECONOMIST - COPERTINA CON URSULA VON DER LEYEN, GIORGIA MELONI E MARINE LE PEN - LE TRE DONNE CHE PLASMERANNO L'EUROPA

La richiesta della Lega di fare Quota 41 sembra lunare. Anzi, il governo sarà tentato di tagliare ancora l'indicizzazione degli assegni all'inflazione che da gennaio torna ad essere più favorevole.

 

Che fine farà poi il taglio del canone Rai a 70 euro caro a Salvini (vale 430 milioni)? E la social card "Dedicata a te" di Lollobrigida (altri 600 milioni)? Lo sgravio per le mamme lavoratrici con due figli (368 milioni)? La garanzia per il mutuo prima casa delle giovani coppie (282 milioni)? Il pacchetto del welfare aziendale con i fringe benefit (483 milioni)?

 

Tutte misure che scadono a fine anno, figlie della politica miope dei bonus a tempo del governo Meloni, senza un disegno o una strategia. La manovra d'autunno più complessa degli ultimi anni comincia a delinearsi per quello che è: una manovra d'austerity.

g7 borgo egnazia i leader osservano il lancio dei paracadutisti 1SALVINI - TAJANI - MELONI - SANTANCHE - MEME BY EMILIANO CARLI giancarlo giorgetti giorgia meloni

giancarlo giorgetti giorgia meloni GIORGIA MELONI - URSULA VON DER LEYEN - OLAF SCHOLZ - G7 BORGO EGNAZIA

Ultimi Dagoreport

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….