carlo messina

SULLE SPALLE DI ATLANTE - CARLO MESSINA PRESENTA I CONTI DI “INTESA”, CON UTILI IN CALO DEL 24% E CREDITI DETERIORATI PER 33 MILIARDI - SUL PAPOCCHIO “VENETO BANCA”, MESSINA SI SFILA: “LA NOSTRA SARÀ PARI A ZERO. SE L'OPERAZIONE AVRÀ SUCCESSO SUL MERCATO, BENE. ALTRIMENTI ATLANTE POTRÀ ENTRARE ANCHE IN VENETO BANCA”

Camilla Conti per “il Giornale”

carlo messina   carlo messina

 

Se l'aumento di capitale di Veneto Banca non dovesse andare in porto chi salverà l' istituto di Montebelluna? Ci penserà il fondo Atlante. È stato chiaro Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, che è capofila del consorzio garante della ricapitalizzazione: «Alla fine della prossima settimana inizierà il pre-marketing» e se fosse un flop come quello della Vicenza, avendo investito 845 milioni in Atlante (di cui 300 già versati), «Intesa non è disponibile a mantenere in portafoglio alcuna azione Veneto Banca», ha detto presentando la trimestrale agli analisti.

 

CARLO MESSINA GIOVANNI BAZOLICARLO MESSINA GIOVANNI BAZOLI

Questo significa che, «alla fine di questo processo, la nostra quota in Veneto Banca sarà pari a zero. Se l'operazione avrà successo sul mercato, ne saremo felici; altrimenti Atlante potrà entrare anche in Veneto Banca».

 

Messina ha illustrato i conti di Intesa all' indomani del ribaltone in assemblea dei soci del gruppo veneto, che hanno votato a favore della lista di candidati al cda alternativa a quella legato al board uscente. Invariata la guida operativa (Cristiano Carrus) ma è cambiato il presidente, Stefano Ambrosini, che ora è atteso in Banca d' Italia e in Bce per affrontare il tema dell' aumento da un miliardo e della successiva quotazione attesa per il 22 giugno.

 

veneto banca 2veneto banca 2

Più che le popolari venete, però, a tenere banco durante la conferenza telefonica di Messina sono stati i conti del gruppo nonchè il suo coinvolgimento in prima linea nell' operazione Atlante. Sul primo fronte, Intesa ha archiviato il primo trimestre del 2016 con un utile netto di 806 milioni, in calo del 24% rispetto agli 1,06 miliardi dei primi tre mesi del 2015, periodo che aveva beneficiato di un andamento particolarmente favorevole dei mercati finanziari.

 

logo intesa san paolologo intesa san paolo

Pesa la zavorra di aiuti di «sistema»: al netto dei contributi al fondo di risoluzione per l'intero anno, già spesati nel periodo, l' utile trimestrale sarebbe infatti salito a 902 milioni. Battute, comunque, le stime dei broker che si aspettavano 700 milioni di profitti e confermato l' impegno a distribuire 3 miliardi di euro di dividendi in contanti. Il risultato della gestione operativa è migliorato del 37,3% rispetto al quarto trimestre 2015 a 2,023 miliardi, se si escludono i contributi al fondo di risoluzione. Quanto ai crediti deteriorati, sono risultati stabili a 33,08 miliardi, in linea con fine 2015.

 

veneto  banca assemblea sociveneto banca assemblea soci

Si cominciano inoltre a vedere gli effetti del trasferimento di depositi da banche considerate meno sicure dai risparmiatori verso la «fortezza» di Intesa: la raccolta diretta bancaria è salita del 2,1% a 380 miliardi. Nel dettaglio, nel trimestre l' istituto ha registrato un forte afflusso netto di raccolta da clientela nelle divisioni Banca dei Territori e Private Banking pari a oltre 7 miliardi, contro i 4 miliardi dell' ultimo trimestre 2015 e rispetto al deflusso netto di 6 miliardi nel primo trimestre 2015.

 

FONDO ATLANTE 1FONDO ATLANTE 1

La curiosità degli analisti si è poi concentrata su Atlante, di cui Intesa è uno dei maggiori finanziatori. Messina lo ha definito un potenziale «game changer» per il mercato dei crediti deteriorati in Italia con un ammontare di Npl lordi acquistati tra 30 e 60 miliardi. La stessa banca intende utilizzare il fondo per ridurre le sofferenze che ha oggi in portafoglio. L' istituto, però, considera l' impegno fino a 1 miliardo annunciato a metà aprile come un limite invalicabile: «Non contribuirò ulteriormente, non siamo i salvatori del sistema bancario italiano».

 

Il mercato è parso inizialmente deluso dall' andamento delle commissioni e dai ricavi inferiori alle attese (il consensus era di 1,91 miliardi, rispetto agli 1,88 annunciati). In Borsa il titolo ha così sbandato con un -2,2%, per poi però chiudere in rialzo dello 0,27% a 2,22 euro.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…