MONTE DEI PACCHI DI SIENA - E SE IL PROCESSO SUL DERIVATO ALEXANDRIA FOSSE TUTTO DA RIFARE? - ADUSBEF FA UN ESPOSTO AL TRIBUNALE DI GENOVA: “BANKITALIA SAPEVA DEL DERIVATO ALEXANDRIA, A SIENA STANNO SOLO TENTANDO DI SALVARE DRAGHI, LA TARANTOLA E SACCOMANNI”

DAGOREPORT

La notizia è un po' indigesta perché tocca magistrati, Banca d'Italia gestione Drago Draghi e la Consob di Vago Vegas: Adusbef ha presentato un esposto al Tribunale di Genova nel quale si sostiene che l'istituto di via Nazionale sapeva perfettamente del derivato-killer Alexandria sottoscritto dal Monte dei Paschi, ma è stata "graziata" dalla Procura di Siena.

La battagliera associazione dei consumatori guidata da Elio Lannutti ha emesso ieri un lungo comunicato stampa, ma ha raccolto solo qualche risicata agenzia e un totale silenzio sui giornaloni di Lor signori.

Herr Draghi evidentemente è intoccabile e la mitica Annamaria Tarantola, ex responsabile della Vigilanza, ha intanto traslocato alla presidenza della Rai. Mentre l'ex direttore Fabrizio Saccomanni è ora ministro dell'Economia.

Nel ponderoso esposto inviato alla Corte d'Appello di Genova, competente sulla magistratura toscana, si attacca frontalmente l'impostazione del processo Montepaschi: "La comoda tesi sostenuta nel capo di imputazione del processo che si sta celebrando a Siena, è che alla Banca d'Italia sia stato nascosto un documento dal quale emergerebbe il collegamento tra la ristrutturazione dell'operazione Alexandria e l'acquisto di 3 miliardi di euro di Btp, entrambe realizzate da MPS con Nomura, la cui mancata comprensione del collegamento avrebbe impedito alla Banca d'Italia di eccepire la corretta contabilizzazione del BTP, ipotizzata anche nell'interrogatorio reso dall'ex Capo degli Ispettori di Bankitalia Giampaolo Scardone (nel frattempo passato a Banca Carim come vicedirettore generale) durante la testimonianza resa il 2 dicembre 2013".
Che Bankitalia sia stata tenuta all'oscuro di Alexandria, sempre secondo la denuncia, sarebbe "smentito clamorosamente dalle stesse ispezioni della Vigilanza di Bankitalia iniziate l'11 maggio e concluse il 6 agosto 2010", e dalle successive ispezioni del 2011. Soprattutto c‘è un documento dell'aprile 2012, quindi cinque mesi prima del famoso "ritrovamento" in una cassaforte di Rocca Salimbeni del contratto che legava la ristrutturazione di Alexandria ai derivati sui Btp, costituito da un rapporto di Bankitalia a Consob in cui già emergerebbero alcuni interrogativi sul punto.
Con questa mossa clamorosa, Adusbef si augura che "la Procura Generale di Cassazione e la Corte di Appello di Genova possano aprire un'inchiesta sull'operato di un Tribunale che non vuole vedere le pesanti responsabilità della Banca d'Italia e la sua palese omessa vigilanza, aggiungendo al danno sofferto da risparmiatori, azionisti, lavoratori e contribuenti chiamati a ripianare le perdite di un crack bancario per oltre 4 miliardi di euro, la beffa di esonero di responsabilità per l'ex Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, la signora Anna Maria Tarantola, attuale presidente della Rai, i vertici dell'ufficio di Vigilanza, e l'ex direttore Fabrizio Saccomanni, attuale ministro dell'Economia".

 

 

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