
UN “MONTE” DI SOLDI PER MEDIOBANCA – IN SETTIMANA IL CDA DI MPS DOVRÀ VARARE IL RILANCIO CHE SI ASPETTANO I SOCI: IN BASE ALLA CHIUSURA DI VENERDÌ DI PIAZZA AFFARI, LA DISTANZA TRA I DUE TITOLI È DI 700 MILIONI DI EURO, MA A SIENA POTREBBE BASTARE UN RITOCCO DI MEZZO MILIARDO – ANCHE FERRERO VENDE CIÒ CHE RESTAVA DELLA SUA PARTECIPAZIONE IN PIAZZETTA CUCCIA (LO 0,41%) – L’ACCORDO DI CONSULTAZIONE SI FA SEMPRE PIÙ PICCOLO, ORMAI VALE MENO DEL 7% - VICINO IL 35% DELLE ADESIONI, MA L’OBIETTIVO È SUPERARE IL 50% PER OTTENERE I BENEFICI FISCALI (DI QUASI 3 MILIARDI)
Estratto dell’articolo di Michele Chicco per “La Stampa”
luigi lovaglio il gordon gekko dei riccarelli
Solo sei giorni di Borsa aperta per decidere il futuro di Mediobanca. L'offerta pubblica di scambio di Monte dei Paschi arriva allo sprint finale, con il mercato che si aspetta il rilancio decisivo proprio nell'ultima settimana.
Il consiglio di amministrazione di Rocca Salimbeni è atteso nelle prossime ore, sul tavolo c'è il ritocco in contanti per arricchire l'offerta da 2,533 azioni di Mps per ogni quota di Mediobanca portata in adesione.
In base alla chiusura a Piazza Affari di venerdì, la distanza che separa i due titoli si è allargata a 700 milioni di euro, ma per Siena potrebbe essere sufficiente un rilancio vicino al mezzo miliardo per far centro.
Le adesioni all'offerta hanno già superato il 28% ed è sempre più vicino quel 35% considerato soglia irrinunciabile dall'amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio. Ma l'obiettivo è sfondare il 50% per controllare l'assemblea, fare il pieno delle sinergie industriali e godere dei benefici fiscali derivanti dalle imposte differite che al lancio dell'offerta sono state stimate in 2,9 miliardi in sei anni.
I rumors lasciano intendere che ad aver accettato la proposta siano stati, fino ad ora, il gruppo Delfin degli eredi Del Vecchio e la famiglia di Francesco Gaetano Caltagirone. Gli enti previdenziali […] Enasarco, Enpam e Cassa Forense, aspettano invece il rilancio per consegnare il loro 5% e valorizzare il loro investimento.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MILLERI
A pochi metri dal traguardo dell'offerta, continua il riassetto tra i soci storici di Piazzetta Cuccia, con l'accordo di consultazione che si fa sempre più piccolo e lega ormai solo il 6,91% del capitale della banca. Il gruppo Ferrero, attraverso la controllata lussemburghese Sereco, abbandona il patto e lascia Mediobanca.
Il 26 agosto, è emerso dai documenti consegnati al mercato, Ferrero ha venduto ciò che restava della sua «intera partecipazione», pari allo 0,41% dell'istituto guidato da Alberto Nagel. Quello della famiglia di Alba è stato un addio maturato nel corso dell'estate: fino a luglio il gruppo poteva contare ancora sul suo storico 0,69% di Mediobanca, poi ad agosto la cessione di tutte le 5,7 milioni di azioni in poche tranche.
Lovaglio, Nagel, Caltagirone, Milleri
Il 19 agosto ha limato la quota che è poi stata azzerata nei giorni scorsi. Anche la famiglia Lucchini ha ripreso a vendere azioni a fine mese, portando la sua partecipazione allo 0,37% (era 0,56% a gennaio). Resistono i Doris che mantengono lo 0,98% di Piazzetta Cuccia, sebbene Mediolanum a fine giugno abbia fatto la scelta opposta piazzando sul mercato il suo sostanzioso 3,5% per 548 milioni di euro per non essere «tirata per la giacchetta».
giovanni ferrero
I SOCI DI MEDIOBANCA AL 20 AGOSTO 2025
ALBERTO NAGEL