MASSAC-RATING! - NONOSTANTE LE SFORBICIATE DI HOLLANDE, MOODY’S TAGLIA LA ‘TRIPLA A’ DI PARIGI PER LA PERDITA DI COMPETITIVITÀ, LE RIGIDITÀ DEL MERCATO DEL LAVORO E L’ESPOSIZIONE VERSO I PAESI IN CRISI CONSIDERATA “SPROPORZIONALMENTE GRANDE” - SENZA UN ACCORDO SUL FISCAL CLIFF, L’ECONOMIA USA PUÒ CADERE IN UNA SECONDA RECESSIONE - SUPPOSTINA ANCHE PER NOI: SULLE BANCHE ITALIANE LE PROSPETTIVE RIMANGONO NEGATIVE…

Elena Polidori per "la Repubblica"

La Francia perde la "tripla A". Moody's taglia il rating di Parigi, portandolo a AA1, con outlook negativo. Sulla decisione pesano «la graduale perdita di competitività e le rigidità del mercato del lavoro e dei servizi» e l'incertezza dovuta al «deterioramento delle prospettive economiche», nonostante il «forte impegno sulle riforme strutturali», che per Moody's sono però insufficienti. Soprattutto perché, precisa l'agenzia, «l'esposizione della Francia ai Paesi periferici dell'Europa appare sproporzionatamente grande».

La perdita della "tripla A" indurrà il governo francese «ad attuare rapidamente » le riforme, assicura il ministro francese dell'Economia, Pierre Moscovici. Il declassamento di Moody's arriva al termine di una giornata spumeggiante per le Borse. Gli investitori stanno scommettendo sull'esito positivo di due eventi. Il primo riguarda gli Usa e la sensazione che a breve verrà raggiunto un accordo bipartisan per evitare il fiscal cliff, ovvero una combinazione automatica di tagli di spesa e aumento delle aliquote fiscali, dopo l'incontro tra il presidente Obama e i leader del Congresso.

Il secondo riguarda la Grecia: c'è l'aspettativa che oggi all'Eurogruppo verrà dato l'atteso via libera al nuovo pacchetto di aiuti, 44 miliardi condizionati al rispetto degli obblighi imposti ad Atene, che non a caso vara nuove misure di austerity. Gioca un ruolo anche il segnale lanciato dal premier inglese Cameron che ora si dice disposto a raggiungere un accordo sul bilancio Ue.

Così ovunque, sulle piazze europee, compare il segno più. Milano, maglia rosa, mette a segno un guadagno del 3,05%; lo spread s'attesta a quota 355. Bene anche Wall Street: il Dow Jones chiude in rialzo dell'1,65%, il Nasdaq del 2,12%.

Ma ci sono anche notizie non proprio rosee, per l'Italia e per gli altri partners. A settembre gli ordinativi dell'industria accusano un calo del 4% (su base annua meno 12,8) che è il tredicesimo consecutivo. Nello stesso mese il fatturato dell'industria perde il 4,2: è la nona volta. Su base annua il dato corretto per gli effetti del calendario è meno 5,4% (meno 11 grezzo). Sempre a settembre, su base annua, il fatturato degli autoveicoli scende dell'11,1% e gli ordinativi perdono il 7,3%.

E ancora: dal vertice tra il Direttorio della Banca d'Italia e i responsabili delle grandi banche emerge un doppio messaggio. Eccolo: per via della crisi peggiorano le condizioni finanziarie delle imprese e in misura più contenuta delle famiglie; la recessione pesa anche sulla redditività delle banche che, per questo, devono continuare a ristrutturare ancora. Sulle banche italiane anche il monito di Moody's: per l'agenzia di rating le prospettive del settore rimangono negative e i trend avversi «restano evidenti».

Sul nodo della produttività il governo convoca le parti sociali per domani: dopo la Cisl, anche la Uil decide di firmare l'accordo, la Cgil invece ancora no. Si andrà ad una intesa separata? Palazzo Chigi vuole scongiurare questo rischio. Il ministro Passera è convinto che si stia creando «un buon consenso».

Fuori dai confini, in Germania, dopo l'allarme del presidente della Bce Draghi, ora anche la Bundesbank conferma che l'economia tedesca «sta perdendo slancio sensibilmente». Uno studio di economisti di Colonia dice che la competitività migliora tra i paesi Ue in crisi, ma non in Italia. E, non ultima, la signora Merkel resta contraria a un taglio del debito greco. Sul tavolo dell'Eurogruppo c'è una proposta gradita a Berlino che mira al riacquisto da parte di Atene della metà dei titoli di stato in circolazione al 25% del valore.

Negli States, mentre aumentano le vendite delle case esistenti e la fiducia dei costruttori edili balza al top da sei anni, l'agenzia di rating Fitch avverte: senza un accordo sul fiscal cliff, l'economia Usa può cadere in una seconda recessione, con tasso di disoccupazione sopra il 10% e cali del Pil fino a due punti. Anche questi esperti però non si attendono che il Congresso lasci entrare in vigore il mix micidiale di tagli alla spesa e caro tasse.

 

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