SE NON SONO MANETTE, SONO MONETE - MUSSARI ARRIVA IN PROCURA PER L’INTERROGATORIO E VIENE ACCOLTO DA UNA PIOGGIA DI MONETINE E GRIDA “LADRO”, “BUFFONE” - I PM VOGLIONO SENTIRE ANCHE LA VERSIONE DI ‘’BOTTINO’’ BOTIN, E CAPIRE COME PUÒ GIUSTIFICARE QUEL SOVRAPPREZZO DA 3 MILIARDI PER ANTONVENETA - VISTO CHE SI È RIFIUTATO DI VENIRE A SIENA, I MAGISTRATI VOLERANNO PRESTO IN SPAGNA…

1 - MPS: MUSSARI IN PROCURA A SIENA, LANCIO MONETINE E URLA ''LADRO''
(ASCA) -
Un lancio di monetine e le urla ''ladro'' e ''buffone''. Cosi' e' stato accolto l'ex presidente di Banca Monte dei Paschi di Siena al suo arrivo in procura dove e' stato convocato dai pm che indagano su banca Mps. Mussari e' stato 'circondato' da operatori e fotografi mentre davanti l'ingresso del palazzo di giustizia erano presenti alcune persone, circa una decina. Proprio da questo gruppetto sono partite le urla e il lancio di alcune monetine contro l'ex presidente del Monte. Mussari e' arrivato al Palazzo di Giustizia poco prima delle 12:00, a bordo di una Audi.

A differenza di 10 giorni fa e' entrato a piedi, dalla porta principale. E' stato subito attorniato da operatori e fotografi e un cameraman e' stato anche travolto nella ressa. L'ex numero uno di Rocca Salimbeni e' atteso dai Pm Aldo Natalini, Antonino Nastasi e Giuseppe Grosso. Dieci giorni fa si era avvalso della facolta' di non rispondere, per l'assenza di uno dei suoi legali Tullio Padovani. Ai cronisti che gli chiedevano se oggi rispondera', l'avvocato Fabio Pisillo non ha risposto. Mussari e' indagato falso in prospetto, concorso in ostacolo alle autorita' di vigilanza, manipolazione del mercato.

2- LA VERSIONE DI BOTIN, I PM VERSO MADRID
Fabrizio Massaro per il "Corriere della Sera"

La procura di Siena non rinuncia a conoscere la versione di Emilio Botin, numero uno del Santander, il grande assente nell'inchiesta sull'acquisizione di Antonveneta da parte di Mps. I pm Giuseppe Grosso, Antonino Nastasi e Aldo Natalini nei prossimi giorni potrebbero volare in Spagna, forse a Madrid, per raccogliere la testimonianza del presidente del colosso iberico che nel novembre 2007 vendette in contanti per 9 miliardi, con una plusvalenza di 3 miliardi, la banca Antonveneta a Mps appena tre mesi dopo averla conquistata nella scalata ad Abn Amro.

È da settimane che i magistrati puntano a Botin: era stato convocato per fine gennaio ma il banchiere ha fatto sapere di non essere disponibile. Così, non potendo ordinare l'accompagnamento coatto di un testimone dall'estero, saranno i magistrati a recarsi in Spagna.

L'audizione di Botin sarà quanto mai interessante perché arriverà dopo l'interrogatorio di oggi di Giuseppe Mussari. Indagato per associazione a delinquere, ostacolo alla vigilanza, falso in prospetto, manipolazione del mercato e difeso dagli avvocati Fabio Pisillo e Tullio Padovani, l'ex presidente di Mps dovrà rispondere su Antonveneta e sulle operazioni successive per rafforzare il patrimonio della banca - tra le quali l'ormai famoso prestito obbligazionario «Fresh» da 960 milioni con Jp Morgan - e i contratti derivati che sarebbero serviti a mascherare perdite nel bilancio, come «Alexandria» e «Santorini». Il 4 febbraio si era avvalso della facoltà di non rispondere.

Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire le ragioni che la notte del 7 novembre 2007 spinsero Mussari a rilanciare di un miliardo per superare una presunta proposta alternativa da 8 miliardi di Bnp Paribas. A svelare i retroscena è stato il banchiere di Rothschild Alessandro Daffina, che assisteva gli spagnoli e a fine agosto di quell'anno prospettò a Mussari l'affare. Botin peraltro - ha raccontato Daffina - riuscì a imporre a Mussari di pagare in contanti, di non effettuare «due diligence» (verifiche approfondite) e di pagare gli interessi (230 milioni) sul periodo tra l'accordo e la firma definitiva del 30 maggio 2008.

L'onere per Mps si rivelerà alla fine di 19 miliardi, secondo il nucleo valutario della Finanza, perché Mps subentrerà nelle linee di credito accese da Abn ad Antonveneta, e lo farà anche con un prestito di 5 miliardi ottenuto proprio dal Santander.
Fra i testimoni ascoltati sull'argomento, anche l'ex direttore generale della Fondazione Mps, Marco Parlangeli, che ha raccontato soprattutto il ruolo dell'ente nella trattativa e nel reperimento delle risorse.

Parlangeli avrebbe anche ricostruito il quadro delle integrazioni tentate da Mps con Bnl, Sanpaolo-Imi, Banca Intesa, lo stesso Santander e poi con la spagnola Bbva. La Fondazione, secondo il racconto di Parlangeli, seppe della trattativa con Santander pochi giorni prima dell'annuncio, insieme con l'informazione che l'acquisto sarebbe avvenuto in contanti.

In quel periodo la Fondazione aveva incaricato un advisor per le operazioni strategiche della banca: Jp Morgan. Il colosso Usa curerà poi l'emissione e il collocamento del «Fresh» da parte di Mps, sottoscritto dalla Fondazione per 490 milioni (indirettamente attraverso dei derivati «Tror» con Credit Suisse e Mediobanca) ed è uno dei tre istituti che valutarono l'operazione Antonveneta accanto a Credit Suisse e Leonardo (che rilasciarono una «fairness opinion»).

A Jp Morgan la fondazione riconoscerà nel 2008 una «incentive fee» di un milione per aver strutturato una operazione (appunto il «Fresh») che consentiva all'ente di non diluirsi sotto il 51% di Mps. Il faro si sposta dunque anche sul doppio ruolo - verso la banca e verso la Fondazione - di Jp Morgan, che nel 2011 curò anche l'aumento di capitale di Mps da 2,2 miliardi e il nuovo debito da 600 milioni per la fondazione (che ha affossato l'ente). Non a caso ieri a Milano un top manager di Jp Morgan è stato sentito come persona informata sui fatti dal pm Grosso.

 

VIGNETTA MANNELLI DAL _FATTO_ - MUSSARI E LA BANDA DEL 5%MUSSARI IN PROCURA medium To cro resize EMILIO BOTIN Alessandro Daffinaimu mussari non risponde MARCO PARLANGELIjp morgan

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…