nagel messina generali

NAGEL PRONTO A BOCCIARE OGNI MOSSA DI MESSINA PER GENERALI: ANCHE UN AUMENTO DELLA QUOTA CASH – GROSS PIETRO: NON C’E’ FRETTA – BARUCCI PERSONAL ADVISOR DI MATTARELLA PER L’OPERAZIONE – QUANTO DURA BERETTA IN UNICREDIT? MUSTIER NON LO AMA

 

Dagoreport

 

BAZOLI GUZZETTIBAZOLI GUZZETTI

Dopo le fiammate iniziali, Carlo Messina sembra non avere più fretta a concludere in tempi rapidi l’operazione Generali. Consigliato (qualcuno dice “marcato stretto”) dai Grandi Vecchi di Banca Intesa, Bazoli e Guzzetti, sembra propendere più verso una soluzione “amichevole”.

 

Vale a dire, alzare dal 20 al 35% la quota cash destinata a conquistare Trieste; ben sapendo che qualunque soluzione verrà prospettata dagli advisor di Messina, la Mediobanca di Alberto Nagel la respingerà al mittente.

alberto nagel carlo messinaalberto nagel carlo messina

 

Al fianco di Nagel, Generali ha schierato Goldman Sachs per bloccare l’operazione. Le altre banche d’affari più importanti rimangono alla finestra, in quanto sono piuttosto scettiche sulla riuscita. Chi non ne dubita, invece, è Carlo Messina; che la dipinge di tricolore: “è l’unica formula per difendere l’italianità delle Generali”.

 

maurizio berettamaurizio beretta

Se dal fronte di Banca Intesa si passa a quello di Unicredit, Jean Pierre Mustier è sempre più sicuro della buona riuscita dell’aumento di capitale. Minore sicurezza l’ad sembra la stia mostrando nei confronti di Maurizio Beretta, capo delle relazioni esterne di Unicredit. Mustier lo riterrebbe un “lobbista poco professionale”

 

 

1. GROS-PIETRO, INTESA NON SI E' POSTA DEAD-LINE 

Da Il Sole 24 Ore Radiocor Plus

 

Per i vertici di Intesa Sanpaolo non c'e' nessuna novita' sul dossier Generali. 'No, nessuna novita' per il momento', ha spiegato il presidente dell'istituto, Gian Maria Gros-Pietro, lasciando la sede dell'Abi al termine della riunione del comitato esecutivo dell'associazione.

GIAN MARIA GROSS PIETRO - copyright pizziGIAN MARIA GROSS PIETRO - copyright pizzi

 

Gros-Pietro ha poi sottolineato che non c'e' alcuna accelerazione e a chi gli chiedeva se ci fosse una deadline a fine febbraio per decidere che cosa fare ha replicato: 'Noi non ci siamo posti nessuna deadline, non c'e' nessuna deadline'. Ai cronisti che gli facevano notare che comunque il mercato non potra' essere lasciato a lungo nell'incertezza, Gros-Pietro ha risposto che 'non c'e' un'incertezza perche' non c'e' nessuna operazione'.

 

Nessun commento, infine, su eventuali contatti in corso tra Intesa e Generali o i suoi azionisti: 'Non dico altro', si e' l imitato a dire Gros-Pietro.

 

2. GENERALI, INTESA ASPETTA I SOCI UNICREDIT

 

Camilla Conti per il Giornale

 

carlo messina        carlo messina

A che punto sono le grandi manovre di Intesa sulle Generali? Prima la prematura fuga di notizie sulla stampa, poi la barricata alzata da Trieste con l' acquisto in chiave anti-scalata del 3% di Intesa e infine la prudenza della banca guidata da Carlo Messina che non intende fare scelte azzardate per tutelare dividendi e ratio patrimoniali, ma prendersi tutto il tempo che serve. Il cantiere resta però aperto e a lavorarci sono in molti.

 

JEAN PIERRE MUSTIERJEAN PIERRE MUSTIER

Da quel che trapela la prima mossa non arriverà prima di aprile. O comunque solo dopo aver valutato il nuovo assetto azionario che uscirà dal maxi aumento di capitale da 13 miliardi di Unicredit, che si chiuede il 10 marzo. L' istituto di piazza Gae Aulenti è il primo socio di Mediobanca che a sua volta controlla il 13% di Generali (quota destinata a scendere al 10%). Le scelte dell' ad Jean Pierre Mustier nonché quelle dei suoi futuri compagni di viaggio rappresentano dunque una variabile determinante per lo schieramento delle pedine per eventuali alleanze.

 

philippe donnet gabriele galateri di genola  philippe donnet gabriele galateri di genola

Sul tavolo di Intesa ci sarebbero diverse combinazioni: una fusione amichevole, caldeggiata nei giorni scorsi anche dal Financial Times, un' operazione simile a quella imbastita per la conquista di Rcs che secondo alcuni analisti potrebbe prevedere un' offerta a 19 euro sul 60% di Generali (ieri il titolo ha chiuso sopra i 15 euro) con una componente in contanti non superiore a 4 euro o un' offerta a 16 euro sul 100% interamente in azioni Intesa (ieri +1,3% a 2,1 euro). Infine, è l' ultima indiscrezione, anche un aumento di capitale senza diritti di opzione per gli attuali soci, che potrebbe essere sostenuto da alcuni fondi sovrani internazionali con modalità però ancora tutte da valutare sotto il profilo giuridico.

caltagironecaltagirone

 

Oggi, intanto, si riunirà il cda di Generali in un incontro che era in agenda da tempo e che all' ordine del giorno ufficialmente ha solo temi di ordinaria amministrazione. Non è però escluso che i consiglieri possano ricevere anche un aggiornamento sulla «ristrutturazione» del 3% di Intesa o sulla strategia da seguire sul fronte del taglio dei costi nei mercati più maturi. L' occasione potrebbe servire anche per un primo confronto formale fra i rappresentanti in consiglio dei soci, in particolare fra Mediobanca, Leonardo Del Vecchio, De Agostini e Caltagirone.

leonardo del vecchioleonardo del vecchio

 

Nel frattempo, c' è chi ha visto nell' ultimo commento di Romano Prodi apparso sulle pagine del Messaggero domenica scorsa una sorta di benedizione all' operazione di Intesa. «Il nostro risparmio ha preso la via dell' estero», scrive l' ex premier che crede «sia ancora possibile, e forse doveroso, porre mano a un processo di rafforzamento delle nostre imprese, partendo dal dato di fatto che una fusione tra aziende italiane sarebbe ben in grado di creare un' impresa capace di vincere la concorrenza internazionale».

 

MATTARELLA BARUCCIMATTARELLA BARUCCI

Le manovre di Intesa sarebbero seguite con estremo interesse anche dal Quirinale e ci sarebbero stati già alcuni contatti fra i vertici di Intesa e il presidente della Repubblica con la mediazione riferiscono fonti bene informate dell' ex ministro del Tesoro ed ex presidente di Mps, Piero Barucci, amico di Sergio Mattarella. Del resto, per costruire una rete di consensi attorno a un progetto così ambizioso serve tempo. Perché non può nascere un' operazione di sistema senza il sistema.

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...