
NAGEL INCASSA, SALUTA E SE NE VA LANCIANDO L’ULTIMA BORDATA – L’AMMINISTRATORE DELEGATO DI MEDIOBANCA SI È DIMESSO DURANTE IL CDA DELL’ISTITUTO, IN SEGUITO ALLA CONQUISTA DI PIAZZETTA CUCCIA DA PARTE DI MPS – NAGEL HA ANTICIPATO L'ADDIO IN UNA LETTERA AI DIPENDENTI, IN CUI HA CITATO ORAZIO: “GRAECIA CAPTA FERUM VICTOREM CEPIT” (“LA GRECIA, CONQUISTATA, CONQUISTÒ IL SELVAGGIO VINCITORE”), DI FATTO, DANDO DEI “SELVAGGI” A CALTAGIRONE E MILLERI – IL MANAGER HA CEDUTO UN ALTRO PACCHETTO DA UN MILIONE DI TITOLI DI MEDIOBANCA, INCASSANDO OLTRE 21 MILIONI DI EURO – ORA SCATTA LA PARTITA PER LA NUOVA GOVERNANCE DI PIAZZETTA CUCCIA – IL NODO LOVAGLIO, IL CUI MANDATO A SIENA SCADE NEL 2025...
NAGEL SI DIMETTE DA A.D DI MEDIOBANCA
(ANSA) - MILANO, 18 SET - Si è dimesso da amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel, che ha annunciato la sua decisione durante il cda ancora in corso in piazzetta Cuccia a Milano. Ad anticipare l'addio una lettera ai dipendenti, dove Nagel ha salutato citando Orazio, "Graecia capta ferum victorem cepit". Le dimissioni seguono l'Opas di Mps su Mediobanca.
NAGEL CEDE ALTRE AZIONI MEDIOBANCA PER OLTRE 21 MILIONI
Lovaglio, Nagel, Caltagirone, Milleri
(ANSA) - MILANO, 18 SET - I Top manager di Mediobanca continuano a vendere azioni. L'amministratore delegato Alberto Nagel, secondo quanto emerge dagli internal dealing, ha ceduto un altro pacchetto da 1 milione di titoli incassando oltre 21 milioni di euro.
Il dg Francesco Saverio Vinci, come già nei giorni scorsi, ha liquidato 400 mila azioni per 8,5 milioni di euro. Il presidente Renato Pagliaro ha, invece, venduto 100 mila azioni per oltre 2,1 milioni di euro. Oggi sono attese le dimissioni del board di Piazzetta Cuccia dopo il successo dell'opas da parte di Mps.
MEDIOBANCA STRETTA SUI NUOVI VERTICI IL NODO LOVAGLIO PER MONTEPASCHI
Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri per “la Stampa”
LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE
Sulla partita Mediobanca-Mps si allunga l'ombra dell'incognita Luigi Lovaglio. Un nodo complicato da sciogliere e da cui dipende l'intera catena della governance: da Siena a Milano fino alle Generali. Così come quello di tutto il consiglio d'amministrazione del Monte dei Paschi, il mandato di Lovaglio scade con l'approvazione del bilancio 2025.
Il banchiere - che ha appena conquistato Piazzetta Cuccia con un'operazione che gli addetti ai lavori definivano "impossibile" – vorrebbe proseguire il lavoro a Siena: la banca risanata con un aumento di capitale da 2,5 miliardi nel 2022 adesso è attesa dalla sfida dell'integrazione con Mediobanca. [...]
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MILLERI
La volontà di Lovaglio a continuare c'è, ma serve anche l'accordo tra gli azionisti. In estate sono emersi alcuni malumori, c'è chi ritiene che sia stato troppo prudente nella partita di Mediobanca e che avrebbe potuto comprare sul mercato.
Negli ultimi giorni la situazione è tornata serena, anche se la strada che porta al rinnovo del cda di Piazzetta Cuccia è tutt'altro che semplice. Come dimostra la difficoltà a convergere sul nome di un amministratore delegato.
A favore di Lovaglio, però, gioca il fatto che dallo statuto di Siena siano scomparsi i vincoli statutari che fino al 2022 spiegavano che l'assemblea «nomina i membri del Consiglio di Amministrazione e sceglie fra questi il Presidente, la cui età non potrà essere superiore ad anni 70, al momento della nomina» e che «il Consiglio di Amministrazione può nominare uno o più Amministratori Delegati, la/e cui età non potrà/potranno essere superiore/i ad anni 67, al momento della nomina».
Lovaglio, 70 compiuti lo scorso 4 agosto, ad aprile 2026 sarebbe stato fuori dai giochi, ma una delibera ha eliminato tutti i riferimenti all'età. D'altra parte quando la banca inseguiva un aumento di capitale da 2,5 miliardi, il mercato chiedeva stabilità per investire in una realtà che aveva una valutazione vicina allo zero.
L'ipotesi di cambiare capoazienda avrebbe reso impossibile raccogliere l'intero capitale. Adesso, però, lo scenario è cambiato. La banca è solida ed è diventata centro cruciale del potere finanziario italiano. È la cassaforte che custodisce Mediobanca e a cascata il 13,1% di Generali: ed è stata proprio l'ostilità del governo nei confronti dell'operazione Natixis voluta dal Leone a innescare, indirettamente, il risiko.
Tradotto: i soci - Delfin, Caltagirone, Mef, Banco Bpm - dovranno trovare un accordo complessivo che riguardi Siena, Milano e Trieste. Di certo, se Lovaglio non dovesse essere confermato nel ruolo di amministratore delegato gli verrebbe offerta la presidenza del gruppo. [...]
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET
In questo scenario, non è escluso che per Mediobanca si scelga un manager interno a interim fino ad aprile per rinnovare contemporaneamente la guida di Mps, Mediobanca e Generali. Oggi, intanto, il cda di Piazzetta Cuccia approverà il bilancio e rassegnerà le proprie dimissioni: le deleghe per la gestione ordinaria della banca passeranno, fino all'assemblea, al direttore generale Francesco Saverio Vinci.