STRESS BANK – NONOSTANTE LA BOCCIATURA DI MPS E CARIGE, NELLE BANCHE ITALIANE C’È UN TESORETTO DA 23 MILIARDI – UN CAPITALE ENORME, LA METÀ DEL QUALE ARRIVA DAGLI AUMENTI DEL 2014

Luca Davi per “Il Sole 24 Ore

 

alessandro profumoalessandro profumo

Un «tesoretto» pari a 22,6 miliardi di euro. Ecco quanto le banche italiane detengono oggi in più rispetto alle richieste Bce, anche al netto delle carenze di capitale di Mps e Carige, pari a 2,9 miliardi. Un buffer di capitale enorme, che è stato accumulato nel corso degli anni e che mette in totale sicurezza il mercato tricolore anche qualora, come ipotizzato dagli stress test della Bce, nei prossimi tre anni il Pil italiano crolli del 6,1%.

 

A generare questo cuscinetto è stata soprattutto l'ondata di aumenti di capitale compresa tra gennaio e settembre 2014, che è valsa più di 11 miliardi di euro. In virtù dei 25 miliardi extra detenuti nel complesso, è come se l'intero sistema bancario italiano al suo interno avesse la forza di "coprire" per 12 volte il deficit di capitale di una banca come Mps o 31 volte quella di Carige, per citare l'esempio delle due banche in difficoltà, e ancora avesse la forza per rispettare le asticelle di patrimonio imposte da Francoforte, ovvero l'8% di Cet 1 ratio.

 

Ma allora, viene da chiedersi, come si spiega il fatto che la Bce abbia "bocciato" tecnicamente 9 italiane, imputandogli una carenza di capitale, se alla fine il sistema tricolore è così solido? Il paradosso nasce dalle modalità con cui è stata eseguita l'analisi del Comprehensive Assessment, l'esame dell'Eurotower sullo stato di salute dei 130 principali gruppi bancari europei. L'esame scatta una fotografia dei bilanci chiusi a dicembre 2013 e non guarda oltre.

 

carlo messina e moglie carlo messina e moglie

Difficile dire perchè la Bce abbia scelto di fermarsi a quella data, e quindi di non considerare - se non in una seconda battuta - i miglioramenti successivi. Certo è che quella mossa ha premiato gli istituti che all'epoca erano già pronti (tra cui anche alcune italiane, come Intesa, Unicredit, Mediobanca, Ubi, Credem e Iccrea), mentre ha bocciato - anche se solo tecnicamente - i ritardatari, ovvero i gruppi che si sono messi a raccogliere capitale nei mesi immediatamente successivi, quando gli ispettori Bce stavano effettuando già i loro rilievi.

 

Si tratta di sette istituti: Bpm, Banco Popolare, Bper, Creval, Banca Popolare di Vicenza, Banca Pop Sondrio e Veneto Banca. Se tutte queste banche (tranne Bper) hanno fallito sia l'Aqr che lo scenario base, tutte sono cadute sullo stress test più avverso, che richiedeva un Cet 1 al 5,5%. In ogni caso, si è trattato di fatto di una bocciatura formale, perchè tutti hanno recuperato subito dopo con le misure già attuate (o con quelle in via di approvazione come per Bpm e Pop Vicenza).

 

federico ghizzoni (2)federico ghizzoni (2)

A queste sette banche si aggiungono invece Mps e Carige, entrambe le quali nonostante gli aumenti di capitale effettuati - rispettivamente da 5 miliardi e da 800 milioni - oggi mostrano un deficit di capitale da colmare. Nel complesso queste nove banche a fine 2013 accusavano un deficit di capitale complessivo di 9,7 miliardi di euro.

 

Quale sarà l'utilizzo che le banche italiane faranno di 23 miliardi extra? Due sono le ipotesi: fare acquisizioni o crescere per linee interne. Intesa Sanpaolo, che si è trovato con un surplus di 10,9 miliardi, è la candidata numero uno a fare acquisizioni mirate. Ma non è escluso che venga chiamata in causa anche UniCredit, con oltre 8,7 miliardi in portafoglio.

 

VICTOR MASSIAH UBI BANCA VICTOR MASSIAH UBI BANCA

Ieri tuttavia il ceo Federico Ghizzoni ha messo le mani avanti, spiegando che la banca punta sulla crescita organica e che non intende distribuire il capitale in eccesso evidenziato dagli esami della Bce («Non credo proprio, a noi il capitale ci piace averlo per pianificare meglio lo sviluppo della banca»). Cauta anche Ubi, che può contare su un buffer supplementare di 1,7 miliardi.

 

A placare i rumors su un possibile acquisizione di Mps ci ha pensato ieri il consigliere delegato Victor Massiah («Premesso che non vi è alcun dossier aperto, e che nel caso sarebbe Ubi Banca a scegliere. Butta i propri soldi chi specula su una modifica di questa strategia», ha detto il manager). Tuttavia è inevitabile ritenere che le banche uscite meglio dagli esami Bce siano candidate naturali a ricoprire un ruolo da protagoniste nel risiko bancario che, con tutta probabilità, si aprirà nei prossimi mesi.

Ultimi Dagoreport

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...