CHIAMI CHIAMPARINO? - TEMPO DI NOMINE AL VELENO PER LA COMPAGNIA DI SANPAOLO: A SOSTITUIRE IL PRESIDENTE BENESSIA SBUCANO DALLA MISCHIA I DUE EX SINDACI CHIAMPARINO E CASTELLANI - IL PRIMO E’ PIU’ PROBABILE, ANCHE PERCHE’ IL PD BERSANIANO VUOLE LEVARSI UNA VOCE SCOMODA DALLE PALLE - LUNGA LA LISTA DI QUELLI CHE BRAMANO ALLA POLTRONA: LUCA REMMERT (ZIO DI CARLA BRUNI), L’OTTANTACINQUENNE PIETRO ROSSI (ACCADEMIA EUROPEA DELLE SCIENZE), L’ ‘ANTIPATICO’ PIETRO GARIBALDI, ALFONSO IOZZO (AMATO DA FASSINO) - FUORI DAI GIOCHI PAOLO MONTALENTI, EX LEGALE DELLA COMPAGNIA…

Da "Lospiffero.it"

Non si capisce se la ritrosia che manifesta in pubblico sia una "posa", connaturata all'understatement sabaudo, o un reale tentativo di smarcarsi. Sia quel che sia, Sergio Chiamparino è ormai avviato ad assumere la presidenza della Compagnia di San Paolo. È proprio l'ex sindaco il nome in grado di superare i veti incrociati che pesano sulla rosa di candidature - vere o presunte - che prolificano in città. A quanto pare la richiesta, fatta ancora nei giorni scorsi al coordinatore della segreteria del Pd Maurizio Migliavacca, di ottenere un ruolo nazionale nel partito, consono alla sua esperienza, non ha sortito alcun risultato.

E finire in pensione a scrivere libri (ne ha in gestazione un altro) non è una prospettiva che lo affascina. In fondo, riferisce uno dei grandi elettori che ha incontrato tre volte Piero Fassino, all'attuale inquilino di Palazzo di Città «può far comodo avere Sergio alla custodia del principale bancomat dell'amministrazione, il quale non potrà che essere generoso sotto la minaccia di tirar fuori dai cassetti lo stato delle casse comunali». E, in fondo, potrà pure fare un gran favore a quanti - e sono in tanti - non lo vogliono tra i piedi a pontificare in lungo e in largo per lo stivale.

Si racconta che Enrico Salza stia puntando le sue carte sul vicepresidente Luca Remmert come successore di Angelo Benessia, alla cui riconferma davvero nessuno sembra credere, neppure l'interessato ("non ci sono più le condizioni", avrebbe di recente confidato ad alcuni amici). Pur non spiccando per personalità irresistibile né per professionalità specifiche, Remmert non ha demeritato come vicepresidente in questo quadriennio, prendendo spesso posizione, anche duramente, contro l'attuale presidente.

Il punto è che proprio le reiterate dimostrazioni di debolezza ed isolamento da parte di Benessia hanno convinto molti, a cominciare da Fassino, della necessità di individuare un candidato forte e condiviso, capace di trattare alla pari, per quanto possibile, con personaggi del calibro di Giuseppe Guzzetti e Giovanni Bazoli. Senza dire che per tradizione, e secondo un meccanismo di pesi e contrappesi, non è il mondo camerale, da cui provengono ben sei consiglieri dei diciassette nominati in prima battuta, ad esprimere il presidente.

Queste stesse ragioni rendono alquanto improbabile che la scelta possa cadere su Paolo Montalenti, noto esperto di diritto societario, entrato un po' "fortunosamente" in Compagnia un paio d'anni fa, subentrando al defunto Giovanni Nasi. Di là dal tentativo in corso, da parte di Montalenti, di accreditarsi presso ambienti politici di destra, di centro e di sinistra, pesano in negativo due altri fattori rispetto al concorrente Remmert: il fatto di essere espressione della Camera di Commercio di Milano (segno di un legame non esattamente solidissimo col tessuto camerale piemontese, che negli anni gli ha preferito, oltre allo stesso Remmert, Giuseppe Pichetto, Caterina Bima, Alberto Dal Poz ed altri ancora) e, soprattutto, l'essere stato consulente legale della Compagnia - si parla di una sua parcella di circa un milione di euro, sotto la presidenza di Franzo Grande Stevens (col quale ha per lungo tempo collaborato), in occasione della redazione dello statuto di Intesa San Paolo - e l'essere tuttora fra i legali della banca, nonché, tanto per gradire, consigliere d'amministrazione di un gruppo bancario concorrente. Alla luce di questi ingombranti conflitti d'interesse, persino il suo ingresso nel Comitato di Gestione suonerebbe inopportuno. L'esperienza di Benessia insegna. Perseverare diabolicum...

Altro personaggio che, in barba ai suoi quasi ottantacinque anni, ambisce fortemente alla carica è il filosofo Pietro Rossi, già consigliere della Compagnia, dimessosi per poter diventare presidente dell'Accademia delle Scienze (ma anche perché Benessia non gli lasciava lo spazio cui Rossi riteneva, in quanto decano, di avere diritto).

Si vocifera di accorate telefonate dell'anziano professore ad alcuni consiglieri per sponsorizzare l'Accademia Europea, che non a caso è poi stata scelta dall'ultimo Consiglio della Compagnia, prima di Natale, come ente designatore di una delle nuove nomine. Proprio su questa sponda Rossi farebbe affidamento per rientrare nei giochi, ma, al di là del senile attivismo, le sue chances appaiono ridotte al lumicino. E ciò a prescindere dalla sua assoluta inesperienza sul piano gestionale: caratteristica, questa, comune a Montalenti ma anche a Pietro Garibaldi (foto), contro il quale giocherebbe pure il fattore anagrafico, oltre - si dice - ad un'eccessiva spigolosità caratteriale.

Chi invece di gestione di enti, bancari e non, si intende eccome è Alfonso Iozzo (foto), il candidato che sarebbe nel cuore di Fassino, cui lo lega un'amicizia di lungo corso. Anche su Iozzo, tuttavia, non mancano le controindicazioni.

Come ex DS, nonché vertice di quel centro di potere che è il Centro Studi sul Federalismo Europeo, potrebbe essere poco gradito sia a Roberto Cota che ad Antonio Saitta; come ex amministratore di San Paolo IMI approdato precipitosamente alla Cassa Depositi e Prestiti quando la banca veniva fagocitata da Intesa, potrebbe non avere il gradimento né di Salza (che allora fu appunto lasciato solo sulla tolda della nave a brandire il vessillo della torinesità), né del mondo sanpaolino (per tacere della componente milanese della banca); come ex segretario generale della Compagnia, infine, non pare abbia lasciato alla struttura un ricordo di sé propriamente memorabile, se non presso un paio di fedelissimi.

E allora, quali sono i nomi in grado di cavare dall'impiccio Fassino e gli altri players di questa partita? I personaggi che potrebbero mettere tutti (o quasi) d'accordo sembrano essere i due ex sindaci, Valentino Castellani e appunto Chiamparino. Per carisma, sagacia politica e popolarità, certamente più il secondo del primo. Con un solo handicap, quantomeno agli occhi del defenestrato Salza e di una parte del mondo camerale: essere stato l'artefice, la volta scorsa, della nomina di Benessia.

Ma molta acqua è nel frattempo passata sotto i ponti, incluso l'abile scaricamento di Benessia da parte di Chiamparino all'indomani della pasticciata gestione, nella primavera del 2010, della candidatura di Domenico Siniscalco (in foto con Fassino) alla presidenza della banca. Scaricamento nel quale molti videro una sorta di semaforo verde alla mozione di sfiducia del presidente che un nutrito gruppo di consiglieri della Compagnia aveva nel frattempo presentato.

 

FASSINO CHIAMPARINO chiamparino cota SERGIO CHIAMPARINO - copyright Pizzifassino dalemaPISAPIA E FASSINO Angelo BenessiaPietro GaribaldiLUCA REMMERTEnrico Salza Giovanni Bazoli e Corrado PasseraEnrico Cucchiani CUCCHIANI ALFONSO IOZZO

Ultimi Dagoreport

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO