guido bastianini alessandro rivera andrea orcel mps monte dei paschi di siena

ASSALTO ALLA FORTEZZA BASTIANINI - NONOSTANTE IL FALLIMENTO DELLA TRATTATIVA UNICREDIT-MPS, L’AD GRILLINO BASTIANINI DOVRÀ FARE LE VALIGIE. FRANCO E RIVERA LO RITENGONO INADEGUATO, E GIÀ QUALCHE MESE FA VOLEVANO LA SUA TESTA - INTANTO ORCEL RIBADISCE: “LA FINESTRA CHE SI ERA APERTA PER UN ACCORDO PER NOI È CHIUSA. MPS NON FARÀ PARTE DELLA NOSTRA STRATEGIA FUTURA”

andrea orcel di unicredit

1 - MPS: ORCEL, NON FARÀ PARTE DI NOSTRA STRATEGIA FUTURA

(ANSA) - In relazione a Mps "abbiamo annunciato che, dopo un periodo dei due diligence e di negoziazione con il ministro dell'economia italiano, Mps non farà parte della nostra strategia futura".

 

Lo dice nella call con gli analisti, il ceo di Unicredit, Andrea Orcel. "Le discussioni sono state lunghe e dettagliate, ma nonostante gli sforzi di entrambe le parti e non è stato possibile raggiungere un accordo che soddisfacesse tutti i parametri stabiliti nel Memorandum d'intesa" e per questo "i negoziati sono stati conclusi", ricorda.

monte dei paschi di siena

 

2 - MPS: ORCEL RIBADISCE, FINESTRA PER NOI È CHIUSA

(ANSA) - "La finestra che si era aperta per un accordo con Mps ora per noi è chiusa". Lo ribadisce in chiusura di call con gli analisti, il ceo di Unicredit, Andrea Orcel sottolineando di essere focalizzati su una strategia stand-alone.

 

"Quando abbiamo annunciato l'intenzione di perseguire una combinazione di successo, ho detto chiaramente che la finestra era aperta se si poteva eseguire rapidamente l'operazione. Pensavamo che lo si potesse fare. Ora per noi la finestra è chiusa e siamo focalizzati al 100% sulle nostre iniziative", spiega Orcel

 

GUIDO BASTIANINI

3 - MPS: SILEONI, CI PREOCCUPA CHIUSURA DI ORCEL

 (ANSA) - La chiusura, arrivata stamattina, da parte dell'amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, sul dossier Monte dei Paschi di Siena, "ci preoccupa perché, al momento, non ci sono alternative per rilevare il gruppo Mps, l'unica sarebbe il fondo Apollo, che è un fondo speculativo e che non avrebbe un atteggiamento morbido per quanto riguarda i dipendenti".

 

MONTE DEI PASCHI DI SIENA MPS

Lo sottolinea il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Coffee Break su La 7. "L'Unione europea concederà la proroga allo Stato italiano, per restare ancora nell'azionariato di Montepaschi, se a chiederla sarà il premier Mario Draghi. In ogni caso, per restare di proprietà del Tesoro servono soldi, almeno 3 miliardi di euro entro l'anno", aggiunge Sileoni .

andrea orcel

 

4 - MPS, ECCO COME IL TESORO SILURERÀ BASTIANINI

Gianluca Zappa per www.startmag.it

 

Anche se non sarà Unicredit a comprare Mps, al vertice del Monte dei Paschi di Siena si prepara un ribaltone: molto in bilico la permanenza dell’amministratore delegato Guido Bastianini.

margrethe vestager

 

E’ questo uno dei punti fermi del Tesoro anche se proprio l’attuale capo azienda del Monte aveva prefigurato e auspicato un piano stand alone di Mps, piano però mai validato dalla Commissione europea.

 

Nei prossimi giorni partirà dal dicastero dell’Economia la lettera ufficiale alla Direzione Concorrenza (DgComp) guidata da Margrethe Vestager per negoziare una proroga sui tempi di uscita dello Stato da Montepaschi, dato che il termine attuale di fine anno è ormai irrealistico da rispettare. Non sarà solo questione di tempi (forse 12 mesi) ma di soldi e «misure compensative», cioè risparmi e tagli di personale, ha scritto il Corriere della Sera.

ALESSANDRO RIVERA

 

Si tenterà in sostanza da parte del Tesoro di convincere altri istituti o fondi a investire in Mps; nel frattempo verranno avviare misure di rafforzamento operativo, già peraltro predisposte nell’ambito del tavolo Unicredit.

 

Il bubbone dei rischi legali, oggi circa 6 miliardi, saranno ridotti anche confinandoli dentro Fintecna (quella della finanziaria statale è una delle ipotesi). Ad Amco (la sgr pubblica di gestione di attivi) verranno ceduti altri 4 miliardi di crediti deteriorati, ha aggiunto il Corsera: “Poi ci saranno le «mitigation» che chiederà la DgComp, ovvero una riduzione dei 21 mila dipendenti ulteriore rispetto ai 3.200 esuberi lordi (2.700 netti) oggi previsti nel piano stand-alone predisposto a gennaio dall’attuale ceo di Mps, Guido Bastianini. Una parte delle filiali con il personale potrebbe passare a Mcc”.

MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

 

Di certo a Roma come a Bruxelles c’è la piena consapevolezza di dover puntellare il capitale. La ricapitalizzazione vedrà dunque la luce nel corso del 2022.

 

Si parte dai 2,5 miliardi emersi nel corso degli stress test del 2020, ma è realistico un ritocco verso l’alto, secondo il Corriere della Sera: “Di quanto esattamente lo si capirà strada facendo anche sulla base dei “mitigant” concordati con Bruxelles, ovvero delle misure che serviranno a ristrutturare la banca, inclusa la pulizia degli attivi da realizzare con la collaborazione di Amco e la sterilizzazione dei rischi legali”.

 

MONTE DEI PASCHI DI SIENA

A Roma – assicura il Sole 24 Ore, ma non tutti sono concordi con questa visione – “c’è tranquillità sul fatto che l’aumento sarà di mercato senza quindi senza aiuti di Stato ulteriori che farebbero scattare la tagliola del burden sharing su azioni e obbligazioni subordinate, che ieri infatti sono rimbalzate.

 

Si punta insomma a un’operazione market-friendly, in cui il Mef parteciperà pro quota con il fondo per le ricapitalizzazioni di 1,5 miliardi e con le risorse ulteriori che serviranno.

ALESSANDRO RIVERA

 

Ma l’aumento dovrà essere aperto soprattutto a coinvolgere gli altri azionisti, e auspicabilmente anche nuovi investitori pronti così ad entrare nel capitale. Per farlo, dunque, scontato il ricorso al diritto d’opzione e a una serie di tecnicalità che saranno concordate con gli advisor. Resta il fatto che non si potrà prescindere da una ristrutturazione che comporterà delle uscite, tutte però volontarie”.

 

Uscite come quella, in primis, di Bastianini ha scritto nel titolo oggi il quotidiano di Confindustria.

Andrea Orcel DANIELE FRANCO E MARIO DRAGHIMARIO DRAGHI DANIELE FRANCOAndrea Orcel giuseppe castagna

Ultimi Dagoreport

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...