
UNICREDIT ANNUNCIA RISULTATI RECORD MA I PIANI DI CONQUISTA DI ORCEL SONO, PER ORA, FINITI IN UN CUL DE SAC, A PARTIRE DA BPM: “NON ABBIAMO FRETTA DI DECIDERE SE PROSEGUIRE CON L'OPS. L'ACQUISIZIONE DEL FONDO ANIMA HA DISTRUTTO VALORE PER LA BANCA TRA 1 E 1,7 MILIARDI” – SE ANCHE ORCEL TROVASSE UN ACCORDO CON IL GOVERNO PER ALLEGGERIRE IL GOLDEN POWER IMPOSTO DA GIORGETTI SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, SERVIREBBE UN RILANCIO DI 7,5 MILIARDI – “COMMERZBANK? POSSIAMO ASPETTARE FINO AL 2027, MA NON SIAMO SODDISFATTI DELLA LORO PERFOMANCE: IL LORO UTILE NETTO INVECE DI AUMENTARE DEL 12% SI E' CONTRATTO ALL'8%...”
1. ORCEL: BPM HA DISTRUTTO VALORE
Estratto dell’articolo di Andrea Cabrini per “MF”
ha collaborato Adolfo Valente.
«BancoBpm? Sulla base di una serie di fattori, incluso la distruzione di valore, il premio sarebbe del 40-50%. Non abbiamo fretta di decidere se proseguire con l’ops».
Commerzbank? «Possiamo aspettare fino al 2027, ma non siamo soddisfatti della loro performance: se escludiamo fattori eccezionali, il loro utile netto invece di aumentare del 12% si è contratto dell’8%».
Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit, ieri ha commentato a caldo i risultati del primo trimestre e la strategia della banca sulle diverse operazioni aperte in questa intervista a ClassCnbc (video su milanofinanza.it).
Alle spalle tre mesi in cui l’istituto ha registrato il «miglior trimestre di sempre», superando tutte le stime degli analisti. L’utile netto è cresciuto dell’8,3% a 2,8 miliardi e i ricavi sono saliti del 2,8% a 6,5 miliardi. Motore principale dei risultati le commissioni, cresciute dell’8,2% sul trimestre. Abbastanza da compensare per intero il calo del margine di interesse.
«Siamo molto cauti nel buttarci in operazioni che non hanno senso», spiega Orcel, «e pochissime banche potrebbero distribuire valore agli azionisti quanto noi stand alone». […]
Giuseppe Castagna - PRIMA DELLA SCALA 2024
Domanda. Orcel, partiamo dai numeri di Unicredit: crescono ancora tutte le linee di business.
Risposta. Questa è la cosa più importante, perché siamo riusciti a migliorare tutti i nostri indicatori. […]
D. Nel comunicato scrivete che «la crescita inorganica offre possibilità interessanti ma perseguite solo se in grado di migliorare il caso di investimento stand alone». Che cosa vuol dire?
R. Siamo presenti in 13 mercati e in ciascuno abbiamo possibilità di crescita esterna che il mercato non vede ma noi sì. Si parla sempre di Germania e Italia, ma ce ne sono molte di più.
Noi però siamo molto disciplinati e cauti per evitare di buttarci in cose che non hanno senso. Poche banche riuscirebbero a fare quello che noi possiamo fare da soli. Quindi prima di mettere a rischio questi risultati valutiamo se le acquisizioni portano reale valore. E non ci muoviamo spinti da alcuna pressione.
D. Ha parlato di Germania e Italia. Partiamo dalla seconda: su Banco Bpm andrete avanti?
R. Lo stiamo valutando. Per Bpm abbiamo fatto una offerta a novembre. All’epoca siamo stati molto chiari sul fatto che percepivamo incertezza su Anima e che non avremmo pagato per questa incertezza.
Stavamo offrendo un 15-20% «undisturbed», includendo il premio di dividendo ai soci. Poi ci siamo resi conto che, data la tempistica dell’ops su Bpm, non saremmo stati in grado di effettuare un riacquisto di azioni proprie di 3,6 miliardi prima della chiusura o mancata chiusura dell’operazione.
Ma se chiudessimo l’operazione Bpm, gli azionisti avrebbero la loro quota nel riacquisto di azioni proprie Unicredit, ovvero un altro 6%. In seguito ci siamo resi conto che per allineare la qualità degli attivi Bpm alla nostra in Italia avremmo dovuto effettuare altri 800 milioni di accantonamenti - 550 milioni al netto delle imposte - ovvero un altro 6%.
E poi arriviamo ad Anima, che abbiamo giustamente ignorato perché […] ha distrutto valore per la banca tra 1 e 1,7 miliardi. In effetti, se si guarda ora alle proiezioni di capitale di Bpm, con Anima in portafoglio, il riacquisto di azioni proprie è stato annullato e devono tornare al livello decente di capitale in eccesso che stavamo pagando a novembre […]
Quindi se si mettono insieme tutti i dati e si fanno i calcoli, si trova facilmente un premio tra il 40 e il 50% rispetto a dove erano prima che facessimo l’offerta.
D. E su Commerzbank a che punto siete?
R. Siamo dove abbiamo detto che saremmo stati quando abbiamo acquisito la prima partecipazione di quasi il 10%, in gran parte dal governo tedesco. Lo avevamo fatto presente anche a Commerzbank prima di comprare. Poi abbiamo detto che saremmo saliti al 30% e che avremmo chiesto le autorizzazioni, che abbiamo ottenuto.
Dall’inizio abbiamo detto che avremmo avuto pazienza. Possiamo aspettare fino al 2027 e valuteremo tre cose: gli scambi di vedute con il nuovo governo tedesco, che non abbiamo ancora incontrato, e se il management di Commerzbank vuole avere relazioni costruttive e bilaterali. Ma soprattutto valuteremo i loro risultati.
D. I conti che Commerzbank ha appena diffuso sono positivi. È soddisfatto?
R. Siamo contenti che abbiano un nuovo piano e che l’azione sia salita. Ne beneficiamo anche noi. Siamo meno contenti della loro performance. Infatti il loro utile netto invece che salire del 12% si è contratto dell’8%. Pensavamo che in Commerzbank si sarebbe avvicinata a Unicredit e invece abbiamo 20 punti di differenza su efficienza tra costi e ricavi […]
D. Quindi?
R. Rimaniamo in osservazione. […]
R. Tornando in Italia, che piani ha su Generali?
D. Per noi è una partecipazione solo finanziaria. Vogliamo fare il bene della società e questo è ciò che ispira le nostre scelte. Posso affermare totalmente che non è uno sviluppo inorganico.
2. UNICREDIT, CONTI RECORD ORCEL E PALAZZO CHIGI TRATTANO SUL GOLDEN POWER
Alessandro Barbera e Giuliano Balestreri per "la Stampa"
[…]
Piazza Affari ha brindato al miglior trimestre della storia della banca […] . Ma la domanda che si fanno tutti è che ne sarà dell'offerta pubblica di scambio su Banco Bpm dopo le pesantissime prescrizioni imposte dal Tesoro con l'esercizio del Golden power e l'ultimo avvertimento della Commissione europea, la quale chiede un uso «proporzionato» dello strumento.
«Unicredit sta per avviare colloqui con funzionari del governo italiano per chiarire una serie di aspetti», ha detto ieri Orcel. La sensazione è che il banchiere voglia aprire un canale con il governo per raggiungere un'intesa per il riassetto degli equilibri della finanza italiana.
philippe donnet - andrea sironi
Ricapitolando: c'è il Monte dei Paschi che ha lanciato un'offerta per il controllo di Mediobanca; Piazzetta Cuccia, a sua volta, ha lanciato un'offerta su Banca Generali mettendo sul mercato la sua quota in Generali dove è entrata Unicredit con il 6,7 per cento.
Gli eredi Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone - sostenuti dal governo - hanno quote in tutte le società coinvolte. Orcel ha lanciato l'offerta su Bpm a novembre bloccando probabilmente un'operazione con Mps e ora - dopo aver appoggiato le liste di Del Vecchio e Caltagirone nel rinnovo del consiglio di amministrazione delle Generali - è nella posizione di ago della bilancia in tutti i tavoli.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI
[…] Agli attuali valori di Borsa, però, l'offerta di Orcel (0,175 titoli Unicredit per uno del Banco) è a sconto del 5,6. Motivo per cui - se il banchiere trovasse un accordo con Palazzo Chigi - il mercato si aspetta un rilancio in contanti anche alla luce del capitale in eccesso sostenibile, arrivato a 7,5 miliardi.
Il possibile accordo per Orcel passa appunto dalla revisione di alcune delle previsioni inserite nel provvedimento sul Golden power. L'«interlocuzione tecnica» cui accenna Orcel è il cuore del problema: il Tesoro vuole certezze sull'uscita di Unicredit dalle attività russe e - in caso di fusione con Bpm - sulla concessione del credito alle piccole e medie imprese lombarde care alla Lega del ministro Giancarlo Giorgetti.
Un qualunque accordo su Banco Bpm metterebbe in scacco Mediobanca, il cui numero uno Alberto Nagel aveva suggerito a Mps di concentrarsi proprio su Banco Bpm, lasciando perdere la scalata a Piazzetta Cuccia.