PER TELECOM NON TIRA UNA BUENOS AIRES - CON IL PAESE SULL’ORLO DEL DEFAULT, È A RISCHIO LA CESSIONE DI TELECOM ARGENTINA - MA RECCHI È FIDUCIOSO E MARTINEZ VA AVANTI

Antonella Olivieri per “Il Sole 24 Ore
 

Telecom Argentina Telecom Argentina

In bilico, sull'orlo del default del Paese, la vendita di Telecom Argentina. Il termine per perfezionare l'operazione concordata da Telecom Italia con il fondo Fintech del finanziere messicano David Martinez scade il 12 agosto. In un'intervista a «Il Sole-24Ore», il presidente Telecom Giuseppe Recchi si è detto fiducioso che la cessione vada in porto, ma ha ammesso che la situazione dell'Argentina complica il quadro.

 

Il Paese rischia infatti il default tecnico per la diatriba con gli hedge fund americani che non hanno aderito al concambio sui bond argentini, proposto nel 2005 e poi ancora nel 2010. Ad accendere la miccia la Corte suprema di New York, che ha intimato al Governo di Buenos Aires di rimborsare 1,3 miliardi agli hedge fund. Accettare di pagare i fondi Usa più di quanto riconosciuto agli altri farebbe però scattare la clausola che permette ai detentori di bond ristrutturati di chiedere un'integrazione per una cifra stimata in almeno 120 miliardi di dollari.

 

Cristina Fernandez de Kirchner Cristina Fernandez de Kirchner

Ora, scaduto invano il termine del 30 giugno per rispettare la sentenza americana, l'Argentina ha trenta giorni per tentare di raggiungere un accordo con i fondi speculativi ed evitare così il disastro.
 

In questo contesto per Martinez, che si è impegnato a pagare complessivamente un corrispettivo di 960 milioni di dollari per il controllo della partecipata argentina di Telecom Italia, potrebbe essere forte la tentazione di lasciar decorrere il termine del 12 agosto per poter poi rinegoziare un prezzo inferiore.

 

Telecom però, a quanto risulta, ha già messo le mani avanti, chiarendo che, dovesse esserci una dilazione dei tempi, il prezzo richiesto aumenterebbe, anzichè diminuire. La prossima settimana, per cercare di sbloccare la situazione, è probabile ci sia un incontro, presumibilmente a Londra, tra l'ad di Telecom Marco Patuano e David Martinez.
 

Cristina Fernandez de Kirchner Cristina Fernandez de Kirchner

Una prima tranche è già passata a fine 2013, quando Telecom ha ceduto a Fintech l'1,58% di Telecom Argentina e altre azioni della sub-holding Nortel per un controvalore complessivo di 108,7 milioni di dollari. Ma il controllo, tramite il 68% di Sofora (holding a monte della catena societaria che porta a Telecom Argentina) è rimasto in mano a Telecom Italia, in attesa delle «necessarie autorizzazioni regolatorie». Per contratto il perfezionamento della vendita è subordinato solo all'ok dell'Authority locale delle tlc, che non è ancora arrivato.

 

DAVID MARTINEZ Unknown DAVID MARTINEZ Unknown

Ma non è questo l'ostacolo principale sul cammino di Martinez che, a quanto pare, è ancora fermamente intenzionato a conquistare Telecom Argentina. Il problema è infatti piuttosto di natura antitrust, essendo Fintech candidato a rilevare il controllo del secondo operatore di tlc del Paese (dopo Telefonica) e nel contempo proprietario del 40% della tv via cavo del gruppo Clarin.
 

Proprio lunedì l'assemblea straordinaria di Clarin ha approvato un'operazione che potrebbe agevolare una soluzione, decidendo la scissione del gruppo in sei distinte società, per ottemperare alle disposizioni di una legge, avvalorata da una sentenza della Corte suprema argentina a novembre, che impedisce ai gruppi media audiovisivi di avere più di una licenza per canali a pagamento.

RECCHI RECCHI

 

Da una parte andranno dunque le attività non impattate dalla legge (la carta stampata e il resto del business), sotto il controllo di Jose Aranda e Lucio Pagliaro. Dall'altra la pay-tv, in una nuova società battezzata Cablevision Holdings controllata da Hector Magnetto e Ernestina Herrera de Noble. A quel punto, una volta scorporata la tv via cavo in una società autonoma, sarebbe più facile per Martinez cedere la quota. Il potenziale acquirente sarebbe già stato individuato nel gruppo Prisa, l'editore del primo quotidiano spagnolo Pais che è presente estesamente in tutta l'America centro-meridionale.

Marco Patuano Telecom ItaliaMarco Patuano Telecom Italia

 

Curioso però che Prisa, alle prese con difficoltà finanziarie e 3 miliardi di debito, appena un mese fa abbia ceduto in patria, proprio a Telefonica, la sua tv via cavo. Per il 56% di Canal + (ex Digital plus), che faceva capo a Prisa, il gruppo presieduto da Cesar Alierta ha sborsato 750 milioni di euro, riconoscendo una valutazione pari alla bellezza di 26 volte l'Ebitda previsto per il 2014.

 

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLA DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DA AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”