SOTTO PANSA, LA MAZZATA AVANZA - IL CDA CHIEDE DI ELIMINARE TUTTI I LEGAMI CON ORSI - I PRIMI A ESSERE CACCIATI SARANNO GIUSEPPE GRECHI E MANUELA ROMEI PASETTI, COINVOLTI NELLO SCANDALO DEGLI ELICOTTERI - POI PANSA DIMEZZERÀ IL NUMERO DEI DG E DOVRÀ VEDERSELA CON DIVERSI DOSSIER APERTI, OLTRE CHE COL PIANO CESSIONI DA 1 MLD €…

Umberto Mancini per "Il Messaggero"

LE NOMINE
Finmeccanica prova a cambiare pelle. O almeno, è l'intenzione del nuovo amministratore delegato Alessandro Pansa che al cda di oggi, salvo sorprese dell'ultima ora, proporrà una rivoluzione tra le prime linee manageriali. L'obiettivo, oltre a tagliare i ponti con la gestione dell'ex presidente Giuseppe Orsi attualmente agli arresti, è dare un segnale immediato al mercato. Sul tavolo, secondo quanto risulta al Messaggero, ci sono alcuni posti chiave sia nella holding di Piazza Monte Grappa che nelle principali società controllate.

Si tratta di una riorganizzazione complessiva che dovrebbe scattare oggi per poi concludersi nelle prossime settimane. Non è escluso che ci siano resistenze o frizioni, ma Pansa pare intenzionato a non lasciarsi sfuggire questa ghiotta occasione per lasciare un segno concreto sulla società. Soprattutto dopo le ombre levatesi con il caso Grilli e al presunto interessamento per assicurare il risanamento della posizione debitoria della ex moglie del ministro del Tesoro.

E' evidente che l'avvio del cambiamento assume un valore simbolico. Sempre oggi, ma il condizionale è d'obbligo, dal consiglio dovrebbe arrivare il benservito sia per Giuseppe Grechi che per Manuela Romei Pasetti, invischiati nell'inchiesta giudiziaria legata alle presunte pressioni sui magistrati e quindi alla vicenda complessa della presunta tangente per la vendita degli elicotteri all'India.

LA SQUADRA
Il puzzle da comporre non è semplice. Di certo si sa solo che Pansa accorcerà la catena di comando, portando da 15 a 7 i direttori generali della holding. Anche AgustaWestland avrà un nuovo responsabile, poi toccherà ad altre controllate. Un pacchetto prendere o lasciare, perché il top manager non ha molto tempo da spendere su questo argomento. E' infatti appesa a un filo la commessa indiana da 750 milioni di dollari, così come è ormai chiaro che continuando di questo passo il calo degli ordinativi diventerà più marcato. Una questione legata non solo alla reputazione ma anche alla crisi più generale.

I DOSSIER APERTI
Sul tavolo i dossier sono tanti. Dal futuro della Super Selex con l'incognita legata agli esuberi e alla ristrutturazione (la stima parla di migliaia di posti a rischio), alla riorganizzazione di Alenia Aermacchi, la cui sede legale è stata trasferita a Varese, che paga la sospensione delle consegne del Boeing 787. Non solo. Pansa dovrà individuare una soluzione sia per sanare le perdite di AnsaldoBreda sia per Ansaldo Sts (segnalamento ferroviario) e per Ansaldo Energia.

Società che Orsi, forse un po' frettolosamente, aveva messo in vendita e sulle quali, anche alla luce delle indicazioni del nuovo governo, si dovrà avviare una riflessione approfondita. Quello che più sta a cuore al manager è recuperare in fretta terreno o quanto meno arginare il lento scivolamento degli ultimi mesi, amplificato dalla bufera giudiziaria che dura da oltre un anno. Nel terzo trimestre del 2012 gli ordini hanno sfiorato 2,9 miliardi con un calo del 3% rispetto al 2011, mentre nei primi nove mesi le commesse sono state pari a 10,6 miliardi, in linea con l'anno precedente. Ma nel 2011 c'era comunque già stata una flessione rispetto al 2010 di circa 5 miliardi.

DEBITI E CESSIONI
C'è inoltre grande attesa da parte degli investitori sulla sorte del piano cessioni da 1 miliardo. Messo in cantiere da Orsi e in parte condiviso da Pansa, ora è sul binario morto. L'andamento dell'indebitamento e la riduzione dei margini impongono di fare qualcosa. E di farlo in fretta. Le cifre del resto parlano chiaro: al 30 settembre 2012 i debiti finanziari netti avevano raggiunto 4,8 miliardi, in aumento del 4% rispetto al 2011.

Far cassa non sarà comunque agevole, visto che il Pd, per bocca di Pierluigi Bersani, ha fatto capire a chiare lettere che il gioiello Ansaldo Energia non va ceduto. E lo stesso discorso vale pure per Ansaldo Sts, altro gioiello di tecnologia made in Italy. Un vero rebus, quindi. Da mesi Ansaldo Energia è nel mirino di due gruppi coreani, Samsung e Doosan, e della tedesca Siemens. E poi c'è da considerare anche la proposta del Fondo strategico italiano di cui si sono però perse le tracce. Pure Sts interessa ai concorrenti di Finmeccanica che vorrebbe inserire nel pacchetto vendite anche Breda.

Solo un intervento del Fondo, braccio operativo della Cassa Depositi e Prestiti, potrà assicurare l'italianità delle tre controllate. Ma il nodo più spinoso riguarda SuperSelex, il maxi gruppo dell'elettronica e avionica, con 3 miliardi di ricavi, di cui non si conosce il destino. Esiste solo la scatola della holding, voluta da Orsi, mentre il piano industriale è tutto da scrivere.

 

SEDE FINMECCANICA GIUSEPPE ORSI manuela romei pasetti alessandro pansa LOGO ANSALDO

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