carpisa concorso

NUOVE VETTE DI PRECARIATO: PER VENDERE BORSE, BISOGNA COMPRARE BORSE. L’AUTOGOL DI CARPISA - CONCORSONE: COMPRI UNA BORSA, TI INVENTI UN PIANO DI MARKETING, LO INVII ALL’AZIENDA E SE VINCI TI GARANTISCONO UN RICCO STAGE DA 500 EURO. POI DOPO UN MESE LORO SI TENGONO IL TUO PIANO E TI RISPEDISCONO A CASA. CHE AFFARE! - FORSE L'AZIENDA HA SPESO TUTTI I SOLDI PER PAGARE LA GIORNALISTA-TESTIMONIAL RULA JEBREAL?

Francesca Fornario per www.ilfattoquotidiano.it

 

«Mamma, presto, mi dai i soldi per comprare una borsetta?»

 

concorso carpisaconcorso carpisa

«Sei laureata e vivi ancora in casa con noi. Se vuoi comprarti una borsetta trovati un lavoro»

 

«Per quello mi serve la borsetta!»

 

«Non puoi cercare lavoro senza?»

 

«Se compro una borsa della collezione donna autunno/inverno  posso partecipare al concorso della catena di negozi di borse e vincere un posto!»

 

«Devi COMPRARE una borsa per poter VENDERE borse?»

 

«Esatto».

 

«…Pagare una catena di negozi per essere pagata da una catena di negozi?!»

 

«Mamma, stiamo parlando di 500 euro!»

 

«Per una borsa?!»

concorso   carpisaconcorso carpisa

 

«No, per un mese di lavoro»

 

«CINQUECENTO EURO AL MESE?! DUE EURO E ROTTI ALL’ORA?!»

 

«Solo per un mese»

 

«Poi quanto?»

 

«Poi niente, finisce lo stage. Ma posso tenere la borsetta».

 

Quello che stanno tentando di spiegare migliaia di figlie disoccupate ai loro genitori è più o meno questo. Hanno letto del concorso lanciato da Carpisa, azienda che vanta 600 punti vendita in franchising in tutto il mondo. Più negozi che dipendenti: 500 gli assunti, gli altri stagisti messi a vendere le borse del marchio “ispirato a valori quali il cliente, la passione per la qualità, lo spirito di squadra, il dinamismo, la creatività, la ricerca, lo sviluppo e la competitività”.

rula  jebreal pubblicita carpisarula jebreal pubblicita carpisa

 

 Il cliente al primo posto, il dipendente non pervenuto, ma c’è lo spirito di squadra: se vuoi vendere le nostre borse, comprane una. Un affare! Per l’azienda, che venderà migliaia di borse alle candidate a un posto da stagista per un mese all’ufficio marketing di Napoli. Per partecipare, bisogna avere meno di 30 anni, acquistare una borsa della nuova collezione, inviare il codice stampato sullo scontrino e un brillante piano di comunicazione per il marchio elaborato da ciascuna delle candidate.

 

 

Abbiamo già visto i posti di lavoro al reparto vendite messi in palio in cambio dell’acquisto al reparto vendite: a Cagliari, nel 2009, con 30 euro di spesa alla Despar e in altri supermercati della catena si partecipava all’estrazione di un contratto di lavoro da addetto al banco frigo, cassiere, magazziniere. Così a Varese. Un salumificio di Piacenza si impegnava ad assumere il vincitore della tombola. Tutti con contratti di un anno. “Ai miei tempi bisogna lavorare per poter comprare, ora bisogna comprare per lavorare“, commentava allora la nonna in pensione che faceva la spesa alla Despar per dare ai nipoti la possibilità di concorrere all’assunzione.

 

rula jebreal carpisarula jebreal carpisa

I tempi sono cambiati ancora, ancora in peggio: ora occorre comprare per lavorare gratis. Il lavoro gratuito è un paradosso giuridico in un paese fondato sul lavoro e sul diritto del lavoratore a una retribuzione “proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”, come recita invano l’articolo 36 della Costituzione.

 

 

Negli anni, il lavoro gratuito e sottopagato è stato legalizzato e incentivato con le leggi più fantasiose: alternanza-scuola lavoro, lavori socialmente utili imposti ai richiedenti asilo, i voucher che hanno condannato 1,4 milioni di lavoratori a percepire in media un compenso inferiore ai 500 euro all’anno, gli stage che dovevano formare i lavoratori qualificati del futuro ma sono serviti a farli scappare all’estero e sfruttare quelli rimasti qua, davanti e dietro alle vetrine dei negozi di scarpe con i cartelli “Cercasi stagista commessa” (mesi di apprendistato per imparare a contare fino a 45).

 

Costretti, per sfuggire all’onta della disoccupazione e della bamboccionaggine, a lavorare gratis in cambio della visibilità, del nome che gira, della promessa di un futuro. Anche quando il futuro è già passato: il 22 per cento degli stagisti ha più di 35 anni. Il 14 per cento sul totale ha più di 45 anni. Il ministero del Lavoro ha censito decine di stagisti ultrasessantacinquenni. È a loro che deve aver pensato Elsa Fornero: “Tranquilli, avrete tutto il tempo per cercare un lavoro”.

rula  jebreal carpisarula jebreal carpisa

 

Stagisti pagati poche centinaia di euro al mese per svolgere, nella stragrande maggioranza dei casi, le stesse mansioni che una volta avrebbe svolto un lavoratore dipendente: le stesse mansioni per le quali, una volta, l’azienda era tenuta a pagare uno stipendio. In cinque anni il numero degli stagisti è aumentato del 116 per cento. Quasi nessuno viene poi assunto (meno di uno su 10) quasi tutti sostituiti da un nuovo stagista. Invece di contrastare l’abuso, i governi lo hanno sanato. Compreso questo, che è venuto incontro alle richieste di Confindustria mantenendo la retribuzione minima per lo stage a soli 300 euro al mese e raddoppiando la durata massima a un anno.

 

negozio carpisanegozio carpisa

Questa vicenda pone un duplice interrogativo riguardo alla ragionevolezza del capitalismo. Perché, se la crisi economica è dovuta alla crisi di domanda di beni e servizi (“Domanda, domanda domanda! Solo così si esce dalla crisi”, Il Sole 24Ore), i governi puntano a uscirne creando lavori sottopagati le cui retribuzioni non permettono di acquistare beni e servizi?

 

E perché c’è bisogno di una nuova collezione di borse per l’autunno/inverno? Capisco le scarpe e i vestiti: l’estate fa caldo, l’inverno fa freddo. Ma le borse? Mettetevi nei panni dei tizi pagati per indurre i bisogni quando è in crisi la domanda, poveretti! Ogni anno, deve essere più dura:

 

«Come la convinciamo la gente che non ha lavoro a comprare una borsa della nuova collezione al posto di una della vecchia collezione che era nuova tre mesi fa? Non ha alcun senso! Quest’anno ci scoprono, me lo sento»

 

«Gli regaliamo un’agenda»

 

«Già fatto».

 

«Mettiamo in palio un viaggio ai tropici»

le blogger da carpisale blogger da carpisa

 

«Già fatto».

 

«Facciamo fare la testimonial a una che ha un lavoro figo, tipo una giornalista della tv, così tutte quelle non hanno un lavoro penseranno che se ne vuoi uno devi acquistare una borsa come la sua… naaaa, già fatto». «GENIO!»

 

«Non lo abbiamo già fatto?»

 

«Gli diremo che se vogliono fare il nostro lavoro dovranno comprare una nostra borsa!»

 

«Ma il nostro lavoro lo vogliamo noi!»

 

«Giusto. Gli diremo che potranno fare uno stage. Per un mese. Per partecipare dovranno comprare una borsa»

 

«Ne venderemo migliaia!!!»

 

concorso  carpisaconcorso carpisa

«E per l’autunno/inverno l’abbiamo sfangata. Pensi che ci saranno delle nuove borse da vendere per la primavera/estate? Voglio dire, quanto ancora può andare avanti? Io non so più che inventarmi».

 

«Giusto, correggi il bando: scriviamo che, oltre a comprare una borsa, tutte le candidate al posto da stagista dovranno elaborare un’efficace strategia di marketing per il nostro brand!»

 

«GENIO!».

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ACCIDENTALE: È STATO POSSIBILE SOLO GRAZIE ALL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, MA LA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE MELONI NELLA CHIAMATA CON I "VOLENTEROSI" MACRON, STARMER E MERZ  – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DAI GIORNALI DI DESTRA E DAL “CORRIERE”: ALL’ORIZZONTE NON C’È ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE IN UCRAINA, NÉ LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO PRO-KIEV. È LA MELONI A ESSERSI CHIAMATA FUORI PER EVITARE GUAI CON SALVINI...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…