prodotti biologici

A ME PIACE BIO – IL CIBO “VERDE” VALE 2,7% MILIARDI, CON CRESCITE ANNUE DEL 20% - LE IMPORTAZIONI CRESCIUTE DEL 50% - ORMAI TUTTO E’ BIO: POMODORI, FRUTTA; MA ANCHE TONNO, VINI E CAFFE’ – E SE NON BASTA LA TERRA IN ITALIA, ECCO LE AZIENDE CHE COMPRANO TERRENI “ECOLOGICI” IN BULGARIA 

 

Cristiano Benna per La Repubblica- Affari & Finanza

 

mele biomele bio

C' era una volta il biologico: un club esclusivo che riuniva gli adepti del mangiar sano in gruppi di acquisto solidali, promotori di mense scolastiche a filiera corta ed esperti conoscitori di mercatini locali.

 

Adesso il carrello della spesa che non vuole pesticidi nel piatto ha ingranato la marcia dell' economia di scala. E si riempie alle casse della grande distribuzione (il marchio Vivi Verde di Coop vale la metà dei ricavi dell' ortofrutta bio italiana), spunta sugli scaffali dei discount (Lidl, Md) e arriva a casa in meno di due ore dall' ordine online grazie all' e-commerce (Amazon in collaborazione con NaturaSì).

 

E non solo. Basta dare un' occhiata in cucina per rendersi conto di quanto il menù delle famiglie stia cambiando: Barilla ha messo sul fuoco spaghetti e fusilli, ai sughi pronti ci pensa Saclà, intanto Granarolo cuoce burger di spinaci e Rio Mare si inventa un' insalata di tonno. Tutto innaffiato da vino delle Cantine Ferrari e caffè servito da Kimbo.

PRODOTTI BIOLOGICI1PRODOTTI BIOLOGICI1

 

I big dell' alimentare fanno a gara per prenotare un posto della tavola del bio e lanciano prodotti e linee dedicate. Si capisce: l' anno scorso, dice Coldiretti, 13 milioni di italiani hanno acquistato almeno una volta alla settimana un prodotto biologico. Ecco che la tavola per pochi eletti si lascia alle spalle la nicchia per lanciarsi nel mercato di massa. Nel 2016 i consumi bio hanno confermato tassi di crescita stellari (+21%) a quota 2,7 miliardi, di cui 1,1 miliardi di scontrini pagati alla casse della Gdo e il resto disseminato tra negozi specializzati e mercati agricoli a chilometro zero.

 

In un contesto in cui i consumi si muovono con il passo della lumaca (+1% nel 2016 stima Istat), il biologico è la gallina dalle uova d' oro a cui tutti gli operatori guardano con crescente interesse: etichette con prezzi premium (anche se la maggior diffusione dei prodotti andrà a calmierare la spesa), clientela rassicurata (sull' origine dei prodotti) e soprattutto affezionata. Inoltre il bollino bio è un driver eccezionale per l' export verso i mercati del Nord Europa e negli Usa, tra i primi consumatori di bio al mondo.

LOGO BIOLOGICILOGO BIOLOGICI

 

Le 60 mila aziende italiane del settore, stima Assobio, esportano la bellezza di 1,6 miliardi di euro di prodotti l' anno. Cambiano i consumi, si punta alla qualità rispetto alla quantità, e si è disposti a pagare di più in cambio dell' elisir di lunga vita promesso dai prodotti della tavola del benessere. E quindi cambiano anche le alleanze. Perché i big dell' agroalimentare, dimenticando per un attimo le logiche del gigantismo, oggi puntano alle partnership con i pionieri del biologico.

 

Basti pensare alle ultime operazioni di mercato: Granarolo, 1,2 miliardi di euro di ricavi, ha acquisito il 60% di Conbio, azienda che produce prodotti gastronomici vegetali e biologici per completare la gamma 100% vegetale lanciata lo scarso anno. La piemontese Saclà, 140 milioni di euro di fatturato, ha appena presentato una nuova linea di prodotti freschi biologici 100% vegetali in partnership esclusiva con la Pmi padovana Mopur Vegetal Food. Sul filo delle alleanze si muove anche il gruppo bresciano Linea Verde che produce a marchio DimmidiSì, insalate e zuppe per 225 milioni di ricavi, e che ha stretto una partnership con Alce Nero.

PRODOTTI BIOLOGICIPRODOTTI BIOLOGICI

 

Quest' ultima è una società che opera nel biologico da circa 40 anni riunendo oltre mille agricoltori per un fatturato 74 milioni di euro. Insieme le due realtà, in collaborazione con il distributore Brio, danno vita a alla società Alce Nero Fresco, zuppe e insalata in busta destinate al mercato domestico ma anche all' export. «E non è tutto. Intendiamo investire in partnership anche nei surgelati - dice Massimo Monti, amministratore delegato di Alce Nero - Il biologico non è più una nicchia. Lo dimostra l' evoluzione del nostro fatturato che è triplicato dal 2011 a oggi. Le grandi aziende ampliano i loro assortimenti e lanciano linee bio. Per crescere noi operatori storici del settore puntiamo alle alleanze anche al di fuori dei tradizionali campi del bio».

CIBO BIOLOGICO CIBO BIOLOGICO

 

A far correre le iniziative ci sono anche i grandi movimenti globali intorno al biologico. Danone che compra per 12 miliardi di dollari il produttore Usa WhiteWave Foods ha fatto scalpore. Ma la recente mossa di Amazon, il più grande supermercato online del pianeta, che ha acquisito la catena bio Whole Foods, spendendo la cifra record di 13 miliardi di dollari, sta ponendo molti interrogativi agli operatori storici del settore.

 

Stiamo parlando di un mercato che a livello globale viaggia oltre la soglia di 80 miliardi di dollari. E la partita del no ai pesticidi nel piatto diventa mondiale e multicanale. «Qualche purista storcerà il naso - dice Rosamaria Bertino, co-fondatrice di Biobank, annuario e grande banca dati del biologico in Italia - ma il fatto che le multinazionali e le grandi aziende si interessino al nostro mondo è una vittoria. Non mancheranno i "biofurbetti", quelli che proveranno a intrufolarsi in una filiera che giocoforza si allunga. Ma gli aspetti positivi superano quelli negativi. Primo fra tutti è che nei campi agricoli è partita una corsa alle aggregazioni. E allora la piccola cascina diventa impresa a tutto tondo, coinvolge nuovi fornitori, comincia a sfornare prodotti tipici e biologici che poi rivende nei canali specializzati». Insomma il bio, diventando grande, traina l' anima local e recupera prodotti e antiche tradizioni.

vino rossovino rosso

 

La superficie agricola biologica continua ad aumentare. Nel 2017 si stima che le aziende agricole che hanno avviato il processo di conversione al biologico cresceranno dell' 8-9%. Ma la crescita non tiene il passo della richiesta. Non a caso le importazioni di bio in Italia sono aumentate del 50% in un solo anno. Per queste ragioni un' azienda come Rigoni di Asiago ha investito 27 milioni di euro nei terreni agricoli in Bulgaria per produrre le materie prime per le sue marmellate e fior di frutta. Nel vino la rivoluzione bio è alle porte. Come suggerisce il caso di Cantine Ferrari della famiglia Lunelli che ha convertito a biologico tutti i terreni trentini.

 

fattoria bio papafattoria bio papa

Se i big dell' agroalimentare ormai siedono stabilmente nella tavola bio, i grandi cambiamenti arrivano lungo i canali della distribuzione. I big della Gdo hanno allestito da tempo scaffali dedicati. Coop ha introdotto frutta e verdura bio nel 1993, Esselunga nel 1999 ha lanciato la prima marca bio. Secondo i dati Bio Bank dal 2001 al 2016 le catene con una propria marca bio sono passate da 9 a 22, le referenze da 644 a 2.857, in crescita soprattutto negli ultimi quattro anni.

 

CIBO BIOLOGICO CIBO BIOLOGICO

Ora si punta all' ampliamento della gamma. Se Coop ha giocato sull' alleanza "etica" bio ed equosolidale, Conad ha costruito il marchio "ombrello" green Verso Natura che raggruppa prodotti Bio, Veg Equo ed Eco. La grande novità arriva dal discount già alle prese con una graduale trasformazione in punti vendita low cost ma di qualità. Lidl ha lanciato la nuova linea Bio Organic e così ha fatto il gruppo Md di Patrizio Podini. E chissà se domani anche il bio diventerà low cost.

 

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)