PIAZZA AFFARI CHIUDE IN POSITIVO (+0,3%) GRAZIE AI BUONI DATI USA SULL’OCCUPAZIONE (+155.000 POSTI) - BENE FIAT (+1,6%), SCENDE TELECOMO (-1,2%) - SPREAD BTP-BUND IN CALO A 271 PUNTI - MPS: RALLY IN BORSA (+12%) E SCAMBI FIUME PER IL 7% DEL CAPITALE - JPMORGAN RISCHIA GROSSE SANZIONI SE RIFIUTA DI CONSEGNARE I DOCUMENTI SU MADOFF - PER “FORBES”, TWITTER SCALDA I MOTORI PER L'ARRIVO IN BORSA A FINE DEL 2013…

1 - BORSA MILANO CHIUDE IN LIEVE RIALZO DOPO DATI USA, MPS BALZA 12%
(Reuters) - Dopo una mattinata all'insegna della debolezza Piazza Affari riesce a strappare una chiusura con il segno positivo, confortata dai dati provenienti dagli Stati Uniti che hanno mostrato una tenuta dell'occupazione e un'espansione dell'attività del settore servizi.

A sostenere il listino milanese sono soprattutto le banche, guidate da Mps, che beneficiano di un nuovo calo dello spread tra Btp e Bund decennali, che ha rinnovato i minimi da agosto 2011 arrivando a toccare quota 271.
L'indice FTSE Mib chiude in rialzo dello 0,3% e l'AllShare sale dello 0,36%. Volumi nel finale intorno a 1,6 miliardi di euro.
L'indice benchmark europeo FTSEurofirst 300 guadagna lo 0,2%.

Star del listino principale è MPS che chiude con un balzo superiore al 12% e scambi vivaci, oltre sei volte la media. Per spiegare il movimento anomalo in borsa, fonti di mercato hanno sottolineato il forte scoperto sul titolo rimarcando poi nel pomeriggio come praticamente tutto lo short sia stato coperto.

Tra gli altri bancari brilla POP MILANO con un progresso del 5% circa, seguita da MEDIOBANCA (+1,85%) e BANCO POPOLARE (+1,6%). Moderatamente positivo il comparto in Europa.

FIAT sale dell'1,6%, sovraperformando un indice settoriale europeo praticamente piatto dopo l'annuncio ieri sera del prossimo esercizio dell'opzione per l'acquisto di una nuova quota di Chrysler, notizia valutata positivamente dagli analisti.

Cede l'1,2% TELECOM ITALIA. I quotidiani hanno oggi ripreso in mano la questione della vendita di Ti Media, parlando anche della situazione finanziaria difficile del gruppo guidato da Marco Patuano. "Riteniamo che la probabile rinuncia alla vendita di Ti Media non permetterà a Telecom di raggiungere il target di debito a fine anno pari a 27,5 miliardi di euro" commenta un broker. A rischio, secondo le indiscrezioni stampa, potrebbe essere anche l'ammontare della cedola. Secondo quanto scritto da Repubblica, Telecom potrebbe poi procedere ad una nuova svalutazione degli avviamenti per 3 miliardi. "Questo evento non imporrebbe necessariamente uno stop al dividendo giacché la società gode di circa 9 miliardi di riserve distribuibili" riferisce un secondo broker.

2 - MPS: RALLY IN BORSA (+12%), SCAMBI FIUME PER 7% CAPITALE
(ANSA) - Seduta pirotecnica per Mps (+12,34% a 0,26 euro), tra scambi fiume per 837,9 milioni di pezzi di controvalore, pari al 7,17% del capitale. Un andamento anomalo per diversi operatori, tenendo conto soprattutto del periodo ancora festivo per le borse, che si spiega in parte con l'effetto domino seguito ai primi grandi ordini realizzati nella mattinata. Oltre a ricoperture su vendite allo scoperto, le ipotesi che circolano riguardano l'effetto positivo sulla patrimonializzazione della banca con lo spread Btp/Bund vicino ai 200 punti indicati dall'amministratore delegato Fabrizio Viola. La banca sarebbe poi favorita da un eventuale ammorbidimento sull'applicazione dei parametri di Basilea 3.

3 - BORSA: ATENE CHIUDE IN RIALZO (+1,25%)
(ANSA) - La Borsa di Atene ha chiuso oggi in rialzo, registrando un +1,25%, con l'Indice Athex a 964,19 punti.

4 - CRISI:USA;+155000 POSTI,DISOCCUPAZIONE FERMA 7,8%Ã…
(ANSA) - L'economia americana ha creato in dicembre 155.000 posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione resta fermo al 7,8% (rpt 7,8%). Lo comunica il Dipartimento del Lavoro.

5 - JPMORGAN: USA, SANZIONI SE RIFIUTA CONSEGNA DOCUMENTI MADOFF
(ANSA) - JPMorgan potrebbe trovarsi di fronte a sanzioni se non consegnerà documenti su Bernard Madoff alle autorità americane che indagano sul caso. Lo riporta l'agenzia Bloomberg. Il Dipartimento del Tesoro ha dato tempo fino all'11 gennaio a JPMorgan per collaborare e consegnare all'Office of the Comptroller of the Currency i documenti richiesti. Madoff, architetto di una maxi truffa da miliardi di dollari, sta scontando 150 anni di carcere.

6 - TWITTER: FORBES; SCALDA MOTORI BORSA, IPO 2014 VALE 11 MLD
(ANSA) - Twitter scalda i motori per l'arrivo in borsa a fine del 2013. I cinguettii sono stimati 11 miliardi di dollari. Lo riporta Forbes, citando un'analisi di Greencrest Capital. L'ipo potrebbe avvenire nel 2014. La preparazione di Twitter alla borsa è evidente, come dimostrano promozioni e assunzioni: Ali Rowghani è stato nominato chief operating officer e lascia il posto di chief financil officer. L'ex Zynga Mike Gupta è stato assunto come chief financial officer. Mike Davidson è diventato vice presidente del design.

7 - GIOCHI: CASINO' CAMPIONE, QUOTA MERCATO AL 27,2%
(ANSA) - Nel 2012 Il Casinò di Campione di Italia, in un contesto di flessione di settore, ha stabilito il proprio record di quota mercato relativamente agli incassi (27,2%). Lo rende noto la stessa casa da gioco campionese che mai in passato, scrive "aveva pesato in misura cosi importante rispetto agli altri tre casinò italiani. Il risultato del 2012, supera quello del 2011, che aveva già rappresentato la precedente miglior prestazione (26,9%)". "Per la terza volta, nei sette anni al vertice di una Casa da gioco nazionale - dice l'ad del Casinò, Carlo Pagan - raggiungo il record di quota mercato incassi del casinò che gestisco, considerando che già nel 2006 c'era stata analoga performance con il Casinò di Venezia (38%)".

8 - LA GOVERNANCE SIAE, IL VOTO È QUESTIONE DI «ROYALTY»
M.Sid. per il "Corriere della Sera" - Se quello della Siae è un «ritorno alla normalità» - come preannunciava con stile scivoloso il comunicato con cui la società ieri ha convocato l'assemblea degli associati il prossimo 1 marzo per la ricostituzione degli organi sociali dopo la «pausa» del commissariamento - è una normalità perlomeno anomala. Vecchie e nuove questioni, dubbi e perplessità, si addensano come nubi temporalesche su quella data tanto che l'intera giornata non sarebbe sufficiente per enumerarli. Li possiamo simbolicamente organizzare in tre famiglie.

1) I nodi storici mai sciolti. La Siae è un ente di diritto pubblico che si è sempre nascosta dietro il fatto di «gestire in realtà denaro privato», quello raccolto dagli autori. Non è vero: la Siae gestisce una sorta di monopolio legale, cioè riconosciutogli dalla legge, e questo monopolio è tutelato nonché finanziato anche con le tasse, quelle sull'equo compenso che paghiamo tutti quando acquistiamo i dispositivi di memorizzazione come cd e dvd.

2) I nodi legati al commissariamento egualmente non sciolti. La storia dei bilanci Siae, specificamente quello del 2010, non è solo una storia di dissesti. A farlo emergere è stata la Commissione Cultura della camera dei deputati che dopo qualche imbarazzante dietrofront di alcune aree dell'emiciclo (Udc e Pdl avevano presentato 120 emendamenti il 2 ottobre) era finalmente giunta alla fine dell'analisi del provvedimento per costituire una speciale commissione d'inchiesta visti i fatti emersi.

Era lo scorso 6 novembre quando il Pd, il Pdl, l'Udc, la Lega e l'Idv avevano convenuto sulla necessità di procedere. La fine della legislatura di lì a poco ha salvato, per l'ennesima volta, la Siae. Ora bisognerà aspettare e sperare dopo le elezioni per fare luce anche sui resistibili affari immobiliari della Società.

3) I nuovi nodi che verranno al pettine il 1° marzo. Il commissario straordinario, Gian Luigi Rondi, e i due subcommissari, Domenico Luca Scordino e Mario Stella Richter (che peraltro ieri si è anche dimesso da presidente del collegio sindacale della Parmalat), prima di andare via hanno elaborato il nuovo Statuto entrato in vigore a novembre: la soluzione per l'impasse dell'ente è che il voto dei «ricchi» peserà di più.

Era già noto che oltre il 65% degli autori Siae (circa 100 mila) ricevesse meno di quanto pagasse. Ma va bene: diciamo che è «un'imposta» sul servizio di tutela. Ora con le nuove regole chi incassa di più (pochissimi, ma questo è una voce dei nodi storici al punto 1) avrà un voto per ogni euro ricevuto, solo parzialmente diluito da un tetto massimo.
È l'oligarchia delle royalty, peggio del «Porcellum».

9 - LE LOBBY E LE PENSIONI DI NEW YORK
Giu.Fer. per il "Corriere della Sera" - A volte bisogna usare le maniere forti per ottenere più trasparenza. Capita anche in America, dove il New York State Common Retirement Fund, il fondo pensioni per i lavoratori pubblici dello Stato di New York, ha fatto causa all'azienda produttrice di chip Qualcomm, per poter visionare i bilanci e i documenti ufficiali della società per verificare le spese politiche in quanto azionista con 6,1 milioni di azioni pari a un valore di circa 380 milioni di dollari.

La causa legale, depositata nel Delaware, mira ad ottenere dalla corte un ordine per poter ispezionare i documenti della società, visto che ogni richiesta di informazioni in passato era stata respinta dalla società di San Diego. Per rafforzare la richiesta, l'atto di citazione del fondo contiene un'analisi che mostra come le spese aziendali a favore dei politici tendono a danneggiare gli investitori. Secondo il sovraintendete di New York, Thomas Di Napoli, che ha diffuso al notizia, l'anno scorso Qualcomm avrebbe speso 4,5 milioni di dollari in lobbisti.

10 - ASIACELL E LA BORSA DI BAGDAD
Giu.Fer. per il "Corriere della Sera" - Il tentativo di tornare alla normalità passa anche dalla Borsa. Con l'aiuto del denaro del Medio Oriente. Asiacell, operatore telefonico iracheno, sta preparando a suon di annunci pubblicitari sui giornali locali, la quotazione, entro gennaio, sul listino di Bagdad, del 25% della società per raccogliere almeno 1,35 miliardi di dollari. Sarà la maggiore Ipo di sempre per la Borsa irachena e una delle più grandi offerte del Medio Oriente degli ultimi anni. E un test sulla fiducia degli investitori nei confronti di un'economia che tenta di uscire da anni di guerra, instabilità politica e sanzioni finanziarie. Se l'operazione avrà successo, l'Ipo galvanizzerà la Borsa, attirando fondi dall'estero, sperano gli operatori finanziari iracheni.

 

 

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