carlo de benedetti olivetti

IL SENSO DI DE BENEDETTI PER LA TECNOLOGIA (E PER IL BUSINESS) – NEL 1962 UN TEAM DI INGEGNERI ITALIANI DELLA SCUDERIA OLIVETTI PROGETTÒ IL PRIMO COMPUTER PORTATILE AL MONDO. PURTROPPO L'INVENZIONE COINCISE CON LA CRISI ECONOMICO-FINANZIARIA DELL'AZIENDA FONDATA DA ADRIANO OLIVETTI, CHE FINÌ PER ESSERE SVENDUTA A GENERAL ELECTRIC. E GLI AMERICANI SI PRESERO IL BREVETTO CHE CAMBIÒ LA STORIA DELLA TECNOLOGIA – DIETRO QUESTO AUTOGOL, LA MANO DEI UN ALLORA RAMAPANTE CARLO DE BENEDETTI, CHE POI, NEGLI ANNI ’70, ALLA GUIDA DELLA STESSA OLIVETTI, RIFIUTÒ DI ENTRARE IN APPLE PERCHÉ…

Francesco Specchia per “Libero quotidiano”

 

team olivetti Giovanni De Sandre Gastone Garziera Giancarlo Toppi Pier Giorgio Perotto

Potevano essere Steve Jobs, finirono col diventare, in fondo, la sinecura di Carlo De Benedetti. C'è una fotografia, datata fine 1962, che raffigura il trust di cervelli italiani più invidiato del mondo (tutti figli creativi di Adriano Olivetti: gli ingegneri Giovanni De Sandre, Gastone Garziera, Giancarlo Toppi capitanati da Pier Giorgio Perotto, seduto con lo sguardo verso un futuro irrequieto) accanto ad un enorme elaboratore che assomiglia a un macchinario ospedaliero per le tac.

 

La foto del "dream team" italiano, in queste ore, sta facendo il giro del mondo e dei social, proprio mentre negli ambienti delle telecomunicazioni si evoca, per l'epoca -sempre il '62 -la geniale intuizione di Perotto e i suoi. Ossia la creazione di «una macchina per elaborare dati che offra autonomia funzionale e che quindi abbia dimensioni ridotte per stare in ogni ufficio, programmabile, dotata di memoria, flessibile e semplice da usare».

adriano olivetti

 

Un computer portatile, insomma. Il primo al mondo. Il prototipo, del "progetto impossibile" fu chiamato la "Perottina", successivamente "Programma P101". Ma il suo lancio mondiale coincise con la grande crisi economico-finanziaria della Olivetti issata su faticosissimi bilanci da Roberto Olivetti, figlio di Adriano.

 

NEL NOME DEL PADRE

Roberto nutriva di speranze le visioni paterne. Con tenacia passò gran parte del 1963 a viaggiare per l'Europa onde raccogliere capitali per la grande invenzione, ma non ottenne nulla. Le banche inspiegabilmente si rifiutarono di concedere prestiti. Come avvenne con Enrico Mattei, l'attivismo del patròn Adriano nella precedente acquisizione della Underwood, la storica fabbrica di macchine per scrivere americana, sarebbe stata vista dai servizi segreti Usa come «l'ingerenza di una casa informatica canaglia» che doveva essere al più presto disinnescata.

 

olivetti Programma P101

Aperta parentesi. Avvenne più o meno lo stesso boicottaggio, più o meno nello stesso periodo, con Adriano Buzzati Traverso-fratello di Dino Buzzati-biofisico di fama mondiale che riunì la più grande squadra di genetisti al mondo: e con finanziamento dell'Euratom, del Cnen e del Consiglio Nazionale delle Ricerche, fondò il Laboratorio Internazionale di Genetica e Biofisica a Napoli (poi Istituto Internazionale di Genetica e Biofisica, ora Istituto di Genetica e Biofisica). Anche il suo team, inviso non poco a Washington, fu smembrato. Chiusa parentesi.

CARLO DE BENEDETTI AI TEMPI DELLA OLIVETTI

 

La famiglia Olivetti fu dunque stretta a far entrare una cordata «il Gruppo di intervento di soccorso» con a capo Fiat, Imi, Mediobanca, Pirelli e altri. Dentro cominciarono ad imporsi grand commis scafati come Bruno Visentini che poco capiva di business; e il giovane rampante manager reduce da un non felicissimo passaggio in Fiat Carlo De Benedetti il quale, forse invece di business ne capiva troppo.

 

Olivetti Programma 101 computer

Al punto che l'Olivetti, assoggettata all'allora motto planetario «nessuna azienda europea può entrare nel mercato dell'elettronica, non fa per noi, non siamo in grado, per quello ci sono gli americani» fu di fatto svenduta all'americana General Electric, intenzionata a fare uso proprio dei brevetti e dei professionisti olivettiani. Perotto e Garziera ebbero l'idea di chiamarlo «calcolatore meccanico» eliminando la dicitura «elettronico» che tanto infastidiva gli americani. Lo stratagemma funzionò, perché il team non venne trasferito all'azienda americana.

 

CARLO DE BENEDETTI

Nel novembre 1964 il P101 venne assemblato da Perotto e dal suo gruppo e presentato poi, nell'ottobre del 1965, all'Esposizione dei prodotti per ufficio a New York. È ad oggi considerato «il primo computer commerciale programmabile» ovvero, per l'appunto, il primo personal della storia. L'invenzione sconvolse il mercato: i computer tradizionali larghi come campi di calcio divennero demodé; i prezzi di listino calarono da 100mila dollari dell'epoca a 3200; e il prototipo venne perfino trafugato dal laboratorio attraverso l'elaborata operazione di un manipolo di contrabbandieri svizzeri.

 

carlo de benedetti otto e mezzo 5

I retroscena da spy story, poi, si arricchirono della presenza di un'impiegata dell'Ufficio Olivetti per le relazioni economiche con i Paesi dell'est. La quale, novella Mata Hari, fu accusata di aver cercato di vendere al Kgb di Mosca documenti Nato riservatissimi contenuti nella cassaforte dell'Olivetti: una cinquantina di cartelle contrassegnate dal "Top "Top Secret" nelle quali era descritto il funzionamento di codici in grado di potenziare la funzione di un comune computer.

 

Si trattava di una scheda talmente sofisticata da poter essere venduta a enti militari o governativi. La donna finì in galera, ma parte dei quei segreti industriali trovò altri lidi.

 

SENTIERO STRETTO

STEVE JOBS

Comunque, il successo del "primo "primo pc" portò l'Olivetti a svilupparlo; ma, purtroppo, a parte gli uomini di Perotto, tecnici e progettisti e la rete stessa dei commerciali erano o spariti o non in grado di vendere prodotti diversi dalla macchine per scrivere.

 

Ma era troppo tardi. La General Elecric aveva fatto del sentiero imboccato dal P101 la sua strada maestra. Pochi anni dopo lo stesso De Benedetti, alla guida dell'Olivetti fine anni 70, confessò di aver rifiutato l'offerta di entrare in Apple al 20% perché i due giovani fondatori, Jobs e Wozniak, «erano due smanettoni». Una recidiva. Quando si dice i talent scout.

P101 OLIVETTI - DESIGN DI MARIO BELLINIa olivetti

Steve Jobs e Steve Wozniack

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...

netflix disney plus streaming

DAGOREPORT - “TOPOLINO” HA FAME - DISNEY SCUCE 3 MILIARDI DI DOLLARI PER COMPRARSI LE ATTIVITÀ MEDIA DELLA NFL, LA LEGA DEL FOOTBALL AMERICANO. QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? UN CONSOLIDAMENTO NELLO STREAMING È INEVITABILE (IL MERCATO È SATURO DI SERVIZI E CONTENUTI) E C’È CHI SI SPINGE A UN’ACQUISIZIONE DI PESO, COME NETFLIX - LA PIATTAFORMA CAPITALIZZA IL DOPPIO MA FATTURA UN TERZO DELLA DISNEY  – RUMORS ANCHE SU UN INTERESSE DI AMAZON PER SPOTIFY: LÌ I SOLDI NON SAREBBERO UN PROBLEMA (IL SERVIZIO DI E-COMMERCE DI BEZOS CAPITALIZZA 2MILA MILIARDI CONTRO I 130 DELLO STREAMING MUSICALE)...

matteo piantedosi giorgia meloni carlo nordio giusi bartolozzi alfredo mantovano almasri

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI RISCHIA DI BRUTTO SUL CASO ALMASRI: PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ DELLA SCARCERAZIONE E DEL RIMPATRIO (CON VOLO DI STATO) DEL TORTURATORE LIBICO EQUIVALE A UNA PUBBLICA SCONFESSIONE DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI, CHE IN AULA HANNO MINIMIZZATO CON BUGIE LA QUESTIONE ATTACCANDO I GIUDICI – IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, SCAGIONANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA E RINVIANDO A GIUDIZIO I DUE MINISTRI E IL SOTTOSEGRETARIO ADDETTO AI SERVIZI SEGRETI, HA APERTO UNA BOTOLA DOVE, DALL'ALTO DEL SUO DILENTATTISMO, MELONI È CLAMOROSAMENTE CADUTA - LO "SCUDO" PER SALVARE GIUSI BARTOLOZZI NON ESISTE: NON ESSENDO STATA RINVIATA A GIUDIZIO, IL GOVERNO NON PUÒ  ESTENDERE "IL CONCORSO" NEL REATO COL MINISTRO NORDIO. COSI', IL PARLAMENTO PUO' NEGARE L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO PIANTEDOSI, NORDIO E MANTOVANO, MA LA PROCURA DI ROMA NON AVRÀ ALCUNO OSTACOLO A RINVIARE A GIUDIZIO LA BARTOLOZZI, CON CONSEGUENTI ''RICADUTE POLITICHE'' SU MELONI - PERCHE' NON HANNO MESSO IL SEGRETO DI STATO...

donald trump volodymyr zelensky steve witkoff vladimir putin

DAGOREPORT - È FINALMENTE LA VOLTA BUONA PER LA PACE TRA RUSSIA E UCRAINA? – L’INVIATO SPECIALE DI TRUMP A MOSCA, STEVE WITKOFF, DOPO TRE ORE DI FACCIA A FACCIA, HA CONVINTO PUTIN A INCONTRARE IL TYCOON, CONSIGLIANDOGLI DI PRESENTARSI CON UN “REGALINO” DI BUONA VOLONTA': COME LA FINE DEGLI ATTACCHI DI DRONI E AEREI – IL FACCIA A FACCIA, CHE SI TERRÀ DOPO FERRAGOSTO NELLA TURCHIA DI ERDOGAN, HA OTTENUTO IL VIA LIBERA DA ZELENSKY, MERZ, STARMER E RUTTE (NON COINVOLTI IL GALLETTO MACRON E LA "PONTIERA SENZA PONTE'' MELONI) - MA PER FARLA FINITA, PUTIN DEVE PORTARE A MOSCA IL BOTTINO DEL VINCITORE: NON VUOLE E NON PUO' PERDERE LA FACCIA DOPO TRE ANNI DI GUERRA - TRUMP HA RASSICURATO ZELENSKY CHE L'UCRAINA NON VERRA' UMILIATA DALLA RUSSIA - IN VISTA DEL VOTO DI MID-TERM 2026, PER IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA LA PACE VALE COME UN GOL IN ROVESCIATA...