autostrade

QUANTO PAGHERANNO CDP E I SOCI ISTITUZIONALI PER RILEVARE LA MAGGIORANZA DI AUTOSTRADE? FINO A 48 ORE FA, IL MERCATO VALUTAVA ASPI POCO MENO DI 5 MILIARDI - E POI: I PEDAGGI DA INCASSARE, BASTERANNO A PAGARE I 14,5 MILIARDI DI INVESTIMENTI E A REMUNERARE I RISPARMIATORI POSTALI CHE PRESTANO I SOLDI ALLA CDP? AUTOSTRADE HA RICEVUTO PER ANNI, SUI SUOI INVESTIMENTI, UN RENDIMENTO DELL'11%. ORA QUESTO RENDIMENTO VERREBBE RIDOTTO AL 7% DALLE NUOVE REGOLE TARIFFARIE…

Andrea Bassi Rosario Dimito per “il Messaggero”

 

AUTOSTRADE PER L ITALIA

Non c'è la revoca. Non c'è una nazionalizzazione in stile Ilva, dove la famiglia Riva è stata estromessa senza contropartite. L'accordo di ieri notte prevede che lo Stato si ricomprerà le autostrade da Atlantia, la società controllata dalla famiglia Benetton. Ieri il titolo di quest'ultima è voltato in Borsa, facendo un più 26%. A cosa ha brindato il mercato? Se quella decisa ieri è una compravendita, l'elemento più importante è il prezzo. Quanto pagheranno la Cassa depositi e prestiti e i soci istituzionali per rilevare la maggioranza di Autostrade? Fino a 48 ore fa, il mercato valutava Aspi poco meno di 5 miliardi.

 

CDP – CASSA DEPOSITI E PRESTITI

Dunque chi ha comprato azioni a mani basse ieri, si aspetta che il prezzo finale sarà più alto di questa cifra. Di quanto, è presto per dirlo. «Aspettiamo una decina di giorni per fare qualunque commento, auspicando che si formalizzi l'accordo», ha commentato Gianni Mion, presidente di Edizione, la cassaforte in cima alla catena Atlantia e manager di lungo corso del gruppo Benetton. E questo la dice lunga sul fatto che le bocce ancora non si sono fermate in una partita dove la famiglia di Ponzano Veneto è stata costretta a farsi da parte, ma non estromessa del tutto, come aveva minacciato Giuseppe Conte.

 

GIANNI MION 1

Il prezzo, si diceva. Verosimilmente sarà oggetto di un braccio di ferro perché nel 2017 Aspi è stata valutata 14,8 miliardi, mentre le trattative partite già da tempo con F2i e Cdp si basavano su una valutazione di 9-10 miliardi. Che la discussione non sarà semplice, lo dimostra anche il fatto che nel comunicato finale di Palazzo Chigi la pistola, anche se ormai appare piuttosto scarica, della revoca, viene tenuta sul tavolo. Per definire il prezzo, Cdp ha bisogno di informazioni che al momento non ha. Quale sarà il prossimo quadro tariffario della nuova convenzione?

 

ATLANTIA

Detto in altre parole, i pedaggi che incasserà basteranno a pagare i 14,5 miliardi di investimenti e a remunerare i risparmiatori postali che prestano i soldi alla Cdp? La Cassa ha la necessità di avere tutti gli elementi per portare in cda un investimento che sia «profittevole». Autostrade ha ricevuto per anni, sui suoi investimenti, un rendimento dell'11%. Ora che arriva Cdp, questo rendimento sul capitale investito verrebbe ridotto al 7% dalle nuove regole tariffarie dell'Autorità dei trasporti che il governo ha chiesto ad Aspi di adottare. Le trattative, insomma, non saranno semplici. Anche perché, per ora, è stata firmata un'intesa solo di massima.

 

Nelle quattro pagine intestate Definizione della procedura di contestazione della Concessione, frutto di una proposta iniziale di Atlantia e Aspi integrata da un addendum, le parti si impegnano a firmare un memorandum of understanding (mou) entro il 27 luglio cristallizzando le varie fasi del percorso, già abbozzate nelle quattro pagine firmate da Bertazzo e Tomasi. «Auspicabilmente entro il 30 settembre dovrebbe essere definito e concluso sia l'aumento di capitale di Aspi a favore di Cdp per un 33% - si legge nelle carte - sia la vendita di un ulteriore 22% a investitori istituzionali di gradimento di Cdp».

Gualtieri Conte

 

Tra questi potrebbe esserci BlackRock ma anche qualche grande fondazione bancaria, magari la stessa Crt che detiene il 4,9% di Atlantia: ha la liquidità e potrebbe voler presidiare l'investimento e le ricadute sul territorio. In questo primo step, l'assetto di Autostrade vedrà la cassa e i fondi al 55%, Atlantia diluita dall'88 al 37% mentre Allianz e Silk Road Fund dal 12 all'8%. Successivamente, in base all'impegno assunto, «è prevista la creazione di un veicolo societario», cioè una nuova Aspi, «e la contestuale quotazione in borsa del veicolo societario nei successivi 6-8 mesi».

 

blackrock

La nuova Aspi nascerà mediante scissione proporzionale a favore degli azionisti Atlantia: Edizione avrà l'11%, il flottante sarà al 26%, Cdp & alleati al 55%, i due soci minori con l'8%. Tutto ciò che non è specificato, a cominciare dai valori e dalla governance, sarà oggetto di trattative fra le parti. Ieri mattina il cda di Atlantia e nel pomeriggio quello di Aspi hanno preso atto dell'esito della proposta recapitata al governo. Finora dal 13 agosto 2018 a ieri, per le responsabilità del crollo del Ponte, le azioni Atlantia hanno bruciato il 41,7% del valore, pari a 8,5 miliardi di cui 2,55 miliardi a carico di Ponzano Veneto. Come avverrà l'ingresso dello Stato tramite la Cdp?

paola de micheli 1

 

In tre tempi. Dovrebbe essere nazionalizzata Autostrade per l'Italia, passando da Atlantia-Benetton sotto il controllo di una cordata guidata da Cdp. E' l'esito maturato alle 5,30 di mercoledì 15, a Palazzo Chigi, dopo un negoziato no-stop telefonico di sei ore fra i ministri Roberto Gualteri, Paola De Micheli, e i manager Carlo Bertazzo e Roberto Tomasi. Finisce così la vicenda scoppiata con il crollo del ponte e le 43 vittime e proseguita per due anni con la croce messa addosso ai Benetton.

 

carlo bertazzo

Ora si apre una stagione definita sulla carta, ma tutta da scrivere nei contratti con le incognite legate alla politica. Tra gli obiettivi dell'operazione, come descritti nella proposta inviata da Aspi e Atlantia a Palazzo Chigi, «figura la necessità di assicurare la necessaria trasparenza tramite un'operazione di mercato, per dare garanzie agli stakeholders di Atlantia e Autostrade, compresi gli investitori istituzionali e retail, nazionali ed esteri».

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…