CORRIERE IN AGONIA – JOHN ELKANN NELLA MORSA DEI BANCHIERI: SE VUOI COMANDARE, CACCIA I SOLDI – VICEVERSA, BAZOLI E PALENZONA, AZIONISTI E CREDITORI DI RCS, CACCIANO SCOTT JOVANE E RICONFEMANO DE BORTOLI

Marcello Zacché per “il Giornale”

 

GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANNGIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN

Tornano a bollire le acque del Corriere della Sera. E non solo perché, come dice il numero uno di Unipol, Carlo Cimbri, «è più facile trovare il presidente della Repubblica che il direttore del Corriere». Infatti non c'è da sciogliere solo il nodo della successione a Ferruccio de Bortoli. La questione si è molto più ingarbugliata e tra i grandi soci di Rcs sta montando una deriva conflittuale. Sul tavolo di incontri e contatti riservati e ufficiosi, oltre ai nomi della direzione del quotidiano, sono finiti anche i conti, il debito, il piano industriale della società e, quindi, anche il futuro dell'amministratore delegato Pietro Scott Jovane.

 

DELLA VALLE ELKANN DELLA VALLE ELKANN

La questione è di nuovo quella di un riequilibrio tra grandi soci. Nelle cui file sta prendendo forma un ampio fronte critico verso la Fiat, primo azionista con il 16,7% del capitale, e verso il suo presidente John Elkann, che ha ereditato dall'Avvocato suo nonno la passione per il Corriere. E ha imposto la linea: è sua la scelta di Jovane; è sua quella del licenziamento a tempo di De Bortoli (accordo siglato l'agosto scorso per un addio fissato il prossimo aprile); sarebbe sua quella del direttore della Stampa Mario Calabresi per via Solferino.

 

Ma a tirare le fila del confronto non ci sarebbe questa volta l'ormai tradizionale fustigatore di Elkann, Diego Della Valle, secondo nel capitale di Rcs con il 7,3%; né l'unico editore azionista del gruppo, Urbano Cairo (che ha il 3,6%). Bensì due pesi massimi del sistema bancario, poteri ancora forti rimasti in sella, quali il presidente di Intesa Giovanni Bazoli e il vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona.

 Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri. Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.

 

Non è che i due si siano «alleati» contro Elkann. Ma hanno trovato una convergenza sulla necessità di fare chiarezza, facendo perno sui conti del gruppo e sul piano industriale. Il primo, Bazoli, è forte sia del 4,1% del capitale di Rcs, sia dello storico ruolo di garante degli equilibri del Corriere. E poi rappresenta il principale creditore di Rcs, con oltre 200 milioni di esposizione.

 

Il secondo, Palenzona, fa presa solo indirettamente sul capitale (il socio è Mediobanca, di cui Unicredit è a sua volta il principale azionista), ma rappresenta, con i due istituti, altri 120 milioni di crediti. Non è un caso che i vertici di Unicredit siano attivi in una sorta di moral suasion tra i soci per rivedere lo stato del gruppo Rcs. E va da sé che il resto del fronte bancario (la «bazoliana» Ubi è esposta per 150 milioni e completa il quadro dei creditori insieme con Bnp e Bpm) si senta ben rappresentato dai due pesi massimi.

SCOTT JOVANE CALABRESI ANDREA MONTI FERRUCCIO DE BORTOLI A BAGNAIA SCOTT JOVANE CALABRESI ANDREA MONTI FERRUCCIO DE BORTOLI A BAGNAIA

 

Quello che spaventa è proprio il debito: dopo l'aumento di capitale da 400 milioni del 2013, è risalito e non chiuderà sotto i 500 milioni nei conti 2014, più alto della soglia dei 470 fissata dal piano di Jovane per le garanzie bancarie (i cosiddetti covenant). Inoltre il gruppo chiuderà il 2014 con altri 65-70 milioni di rosso e un margine (ebitda) risicato.

 

Per centrare gli obiettivi 2015 di margini (150 milioni di ebitda) e ricavi (1,5 miliardi contro i 1,3 attesi nel 2014)) necessari per sostenere il debito, dovrà fare salti mortali a cui le banche cominciano a non credere più. E forse neanche Jovane, se è vero che vorrebbe vendere i libri alla Mondadori.

 

PALENZONA CALTAGIRONE PALENZONA CALTAGIRONE

Di qui la semplice questione da porre ad Elkann: può Fiat pretendere di scegliere un nuovo direttore e tenersi l'ad Jovane senza un confronto con gli altri azionisti? Anche perché lo stesso Jovane ha escluso la seconda tranche dell'aumento di capitale (da 200 milioni) deliberata nel 2013. In altri termini, se Fiat vuole stringere la presa su Rcs, deve investire nuove risorse. Viceversa la palla deve passare ad altri. Un piano B che prevede la conferma di De Bortoli, la scelta di nuovo management, l'ingresso di un nuovo socio e la conversione di parte dei crediti in capitale del gruppo.

SERVIZIEVOLE PALENZONA PER CALTAGIRONE SERVIZIEVOLE PALENZONA PER CALTAGIRONE

 

Tra i grandi soci l'idea di un confronto con Elkann raccoglierebbe i consensi di Pirelli (4,4%) e Mediobanca. Ma quest'ultima sta vendendo la sua quota con l'obiettivo dichiarato di andare a zero, tanto che negli ultimi mesi è scesa dal 9,9 al 6,25%. Unipol (4,6%) dovrebbe essere della partita, mentre non si sa degli eredi Rotelli (3,3%). Cairo sta alla finestra, molto perplesso sui risultati del gruppo.

 

Paola Severino Francesco Palenzona e Farnco Bernabe Paola Severino Francesco Palenzona e Farnco Bernabe

Mentre Della Valle è indecifrabile e si tiene un passo indietro, ma certo pare verosimile che un confronto con Elkann sui metodi di gestione di Rcs lo possa vedere d'accordo. Con il 5% ci sono poi anche i fondi Invesco, recentemente cresciuti a tanto e che quindi potrebbero stare dalla parte di Jovane-Elkann.

 

Il confronto è appena iniziato, ma a breve è previsto un faccia a faccia Elkann-Bazoli. Prima dell'11 marzo, giorno del cda di bilancio, e del 29 marzo, data ultima per decidere i nomi del prossimo cda di Rcs.

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…