poveri poverta

LA RIPRESA INVISIBILE: C’E’, MA GUADAGNIAMO MENO DI 20 ANNI FA – PER L’FMI BASTEREBBE RIFORMARE I CONTRATTI DI LAVORO PER FAR CRESCERE L’OCCUPAZIONE DI 4 PUNTI – SERVONO 10 ANNI PER TORNARE AI LIVELLI PRE-CRISI, SEMPRECHE’ IL GOVERNO AZZECCHI LE MOSSE GIUSTE…

 

Paolo Mastrolilli per la Stampa

 

La sede dell FMI a Washington La sede dell FMI a Washington

La ripresa in Italia c' è, ma resta troppo debole e piena di rischi. In più la gente non se ne accorge, perché le retribuzioni non sono ancora tornate ai livelli precrisi, e prima che ci riescano potrebbero passare altri dieci anni. Il reddito reale disponibile procapite, sottolinea il Fondo, è inferiore ai livelli precedenti alla fase di accesso all' euro: oltre 20 anni fa.

 

maglia smettetela di essere poverimaglia smettetela di essere poveri

Il rapporto pubblicato ieri dal Fondo Monetario Internazionale dopo le consultazioni Articolo IV, in pratica l' esame annuale dei paesi membri, ha qualche luce e diverse ombre. Problemi che vanno affrontati e potrebbero essere risolti, se ci fosse la volontà di farlo. Gli economisti dell' Fmi riconoscono che Roma ha realizzato alcune riforme strutturali, contenuto il debito, e avviato il consolidamento delle banche.

 

Anche grazie alla congiuntura globale favorevole e al costo del denaro basso, la ripresa c' è e la crescita continuerà: al ritmo dell'1,3% nel 2017, per poi scendere però all' 1, 0,9, e di nuovo 1%, nei tre anni successivi, quando gli stimoli in atto oggi progressivamente diminuiranno. Troppo poco, dunque, anche perché la disoccupazione calerà solo al 10,3% nel 2020, con il 35% dei giovani ancora senza lavoro. Le retribuzioni poi sono ancora sotto ai livelli precrisi, e ci vorranno altri dieci anni per superarli.

 

mensa poveri frati antoniano 5mensa poveri frati antoniano 5

I rischi interni che minacciano questa ripresa moderata, oltre agli imprevisti internazionali, sono «significativi». Il primo è legato all' incertezza politica, che impedisce una pianificazione coerente di lungo periodo. In vista del prossimo voto, il Fondo nota che «l' elettorato è diviso e questo complica le riforme».

 

PENSIONATI RITIRANO ALLA POSTA PENSIONATI RITIRANO ALLA POSTA

Il 29% della popolazione resta a rischio povertà, e l' emigrazione è troppo alta, soprattutto da parte dei lavoratori più qualificati. Il debito è stato stabilizzato al 133% del pil, ma bisognerebbe approfittare delle condizioni favorevoli attuali per continuare a ridurlo, raggiungendo il pareggio di bilancio e possibilmente creando un piccolo surplus.

OPERAI CASSINOOPERAI CASSINO

 

Le pensioni sono state riformate in varie occasioni, ma quello che è stato fatto non è ancora sufficiente. Le banche erano 575 nel 2015, e il consolidamento è stato avviato, però procede sempre con troppa lentezza. Stesso discorso per i bilanci degli istituti di credito. Le sofferenze, i non performing loan, sono stati ridotti, ma rappresentano ancora il 21% del prodotto interno lordo e quindi andrebbero ulteriormente diminuiti.

 

VOUCHER JOBS ACT1VOUCHER JOBS ACT1

Elencati i problemi, il Fondo Monetario Internazionale cerca poi di suggerire i rimedi. In generale, i punti su cui il governo dovrebbe intervenire sono quattro: adottare misure per favorire il miglioramento della produttività, la crescita, la resilienza, e la difesa dei soggetti più vulnerabili. In particolare, invita a cambiare la contrattazione del lavoro, portandola dal livello nazionale a quello delle aziende. Solo questo, potrebbe consentire all' occupazione di crescere fino a quattro punti di percentuale.

 

christine lagardechristine lagarde

Le altre aree su cui intervenire sono quelle note da tempo. Sul piano strutturale, proseguire la liberalizzazione del mercato dei servizi e dei prodotti e la riforma della pubblica amministrazione. Su quello della stabilità finanziaria, «definire obiettivi ambiziosi» per continuare la riduzione dei non performing loan, la razionalizzazione e il consolidamento delle banche, e una supervisione che ne aumenti la profittabilità.

 

Su quello fiscale, raggiungere il pareggio di bilancio nel 2019 e varare misure favorevoli alla crescita, tagliando la spesa primaria, abbassando le tasse sui fattori produttivi, e allargando la base. Sperando che le divisioni politiche lo consentano.

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