RISSA PER MARISSA - DA INVENTRICE DI GOOGLE MAPS AD AMMINISTRATORE DELEGATO DI YAHOO! - IL VERO MOTIVO DEL DIVORZIO DELL’EX MOROSA DEL COFONDATORE DI GOOGLE LARRY PAGE È STATA UNA RECENTE PROMOZIONE MANCATA AI VERTICI AZIENDALI - INCINTA, RAGGIUNGE MEG WHITMAN (HEWLETT-PACKARD), VIRGINIA ROMETTY (IBM) E SHERYL SANDBERG (FACEBOOK.) NELL’OLIMPO DELLE TOP MANAGER PALLUTE….

Maurizio Molinari per "la Stampa"

Da inventrice di Google Maps a amministratore delegato di Yahoo!. Il colpo di scena a Silicon Valley matura nell'arco di 24 ore. Lunedì mattina Marissa Mayer, 37 anni, entra come ogni giorno nel suo ufficio di vicepresidente di Google ma anziché occuparsi del look del più popolare motore di ricerca va dal cofondatore Larry Page, a cui è stata sentimentalmente legata in passato, e presenta una lettera di dimissioni con cui conclude 17 anni di brillante carriera fra i top manager di Menlo Park.

Per Google significa prendere la titolare di Local, Maps and Location Services nel cui curriculum non c'è solo l'invenzione geniale della pagina iniziale bianca del motore di ricerca ma abbondano anche gioielli del web come Google Maps, Google Earth, Zagat, Street View e Google Doodle che hanno conquistato decine di milioni di user.

A restare orfani sono oltre mille fra designer e ingegneri che sono stati alle sue dipendenze in questi anni e fra loro c'è chi fa sapere al «Wall Street Journal» che il vero motivo del divorzio è stata una recente promozione mancata ai vertici aziendali. Per lei, la dipendente numero 20 di Google, è stato uno smacco e non ha avuto difficoltà a mettersi sul mercato, seguendo le orme di Sheryl Sandberg, oggi accanto a Mark Zuckerberg con i gradi di chief operation officer di Facebook.

Ventiquattrore esatte dopo le dimissioni Melissa si è seduta alla nuova scrivania di amministratore delegato di Yahoo!, affrontando la sfida di rilanciare un motore di ricerca che ha cambiato sei titolari in cinque anni dimostrando una palese difficoltà nel tenere il passo con le evoluzioni della Information Technology.

«A me piacciono le sfide difficili, ho sempre vissuto di questo», è stata la prima dichiarazione di Mayer, ricordando come «quando a Google iniziammo molta gente faceva difficoltà a distinguere fra Yahoo! e Internet». Come dire: la forza del brand è indiscutibile, ciò che servono sono invenzioni e genio e questo è ciò che lei porta in dote al quartier generale di Sunnyvale. «Yahoo! manterrà la sua forza nella pubblicità ma aggiungeremo qualche innovazione» promette, facendo guadagnare all'istante il 2 per cento al valore delle azioni.

E per far capire che più l'agenda è fitta meglio è, in coincidenza con cambio di casacca si toglie il vezzo di far sapere - ovviamente via Twitter che aspetta il suo primo figlio dal marito Zack Bogue, investitore e imprenditore di successo, anche se non quanto lei. Lady Yahoo!, come i media della California l'hanno subito definita, entra così nel ristretto gruppo di donne in vetta ai giganti dell'hi-tech che vede Meg Whitman guidare Hewlett-Packard, Virginia Rometty l'Ibm e Sandberg ai vertici di Facebook.

In un club di amministratori delegati e inventori dominato dagli uomini le quattro protagoniste del mondo dei new media e della computeristica costituiscono una vistosa eccezione, circondata da giudizi positivi. Non a caso Google saluta Mayer con toni tutt'altro che risentiti: Page e il co-fondatore Sergey Brin esprimono «positivo incoraggiamento» mentre Eric Schmidt, presidente esecutivo, la definisce una «grande esperta di prodotti», rendendo omaggio all'«ottima scelta fatta da Yahoo!» e accompagnando il tutto con i «migliori auguri».

Lo stile della Silicon Valley è anche questo: stima sovrapposta alla concorrenza nella consapevolezza che la tribù dei guru del web continuerà a guidare l'information technology negli anni a venire, a prescindere dal nome dell'azienda per cui si lavora.

Senza contare che i vip di Google vogliono continuare ad essere invitati al party di Halloween che ogni inverno Mayer ospita nella sua casa di Palo Alto, trasformando un giardino assai ben curato in una avveniristica pista di pattinaggio. Per dimostrare che è capace davvero di tutto.

 

MARISSA MAYER VIRGINIA ROMETTY MARISSA MAYER MARISSA MAYER PER FORBES DAL E UNA DELLE DONNE PIU POTENTI DEL MONDO jpegSHERYL SANDBERG MEG WHITMAN MARISSA MAYER Larry Page di Google

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...