S'AMMOSCIA LA PISTA ARABA DI ALITALIA - MONTEPREZZEMOLO COMFERMA DI ESSERE COINVOLTO NELLA TRATTATIVA CON ETIHAD. MA L'AD HOGAN E' DIVENTATO PRUDENTE SULL'EX COMPAGNIA DI BANDIERA

Gianni Dragoni per ‘Il Sole 24 Ore'

«Il mio unico ruolo è quello di cercare di favorire in qualche modo un accordo». Luca Cordero di Montezemolo ha risposto così alla domanda sulla possibilità di una sua nomina a presidente dell'Alitalia nel caso si raggiunga un'intesa per l'ingresso di Etihad Airways nel capitale della compagnia italiana.

Al salone dell'automobile di Ginevra il presidente della Ferrari e consigliere di amministrazione della Fiat ha detto che Alitalia «è una società che ha un grande potenziale e Etihad è un gruppo molto forte». E ha aggiunto: «A me piace volare ma mi piace anche andare in macchina». Le voci di una possibile candidatura di Montezemolo hanno cominciato a circolare verso metà febbraio, riferite da Libero il 13 febbraio.

Fino a ieri Montezemolo non aveva fatto commenti. Il presidente della Ferrari ha buoni rapporti con gruppi finanziari di Abu Dhabi, sede di Etihad, con il fondo Mubadala del governo degli Emirati e con il fondo Aabar. Mubadala in Italia ha investito nella Piaggio Aero (e la Ferrari usa come aereo privato un Piaggio P180) ed è stato azionista con il 5% della Ferrari dal 2005 al 2010.

Il fondo Aabar è socio con il 6,5% di Unicredit, nel 2012 Montezemolo è entrato nel cda di Unicredit su designazione ufficiale di Aabar. Unicredit è diventato azionista di Alitalia nel recente aumento di capitale di 300 milioni di euro, con il 12,99%, è il terzo socio dietro Intesa Sanpaolo (20,59%) e l'altro neoazionista Poste Italiane (19,48%).

Montezemolo frena le voci su una sua corsa alla presidenza di Alitalia. Un'ipotesi che, in via informale, sembrava non condivisa dagli attuali principali azionisti della compagnia, presieduta dal 2008 da Roberto Colaninno. Tuttavia il presidente della Ferrari conferma il coinvolgimento nella trattativa, la scorsa settimana l'amministratore delegato di Alitalia, Gabriele Del Torchio, ha detto che Montezemolo è un «facilitatore» nei rapporti con il governo di Abu Dhabi, che controlla interamente Etihad.

Il 20 febbraio, mentre Matteo Renzi stava trattando per formare la compagine del nuovo governo e c'erano voci di un'offerta a Montezemolo per fare il ministro con delega allo Sviluppo del "made in Italy", Montezemolo ha fatto incontrare a casa sua l'allora presidente incaricato con lo sceicco Khaloon al Mubarak, amministratore delegato di Mubadala. Secondo quanto trapelato nell'incontro si è parlato di Alitalia.

Le trattative tra le due compagnie sono nella fase finale della verifica dei conti di Alitalia, la due diligence. Secondo l'annuncio congiunto fatto il 2 febbraio, entro ieri Etihad e Alitalia avrebbero dovuto stabilire «come sviluppare una strategia comune per raggiungere gli obiettivi che i due vettori si sono prefissati». In realtà questo non è accaduto e ieri, al contrario di quanto sarebbe stato logico aspettarsi, non c'è stato un nuovo comunicato congiunto che dicesse a che punto è il negoziato.

Due giorni fa l'amministratore delegato di Etihad, James Hogan, nel presentare il bilancio positivo del 2013 è stato prudente. Ha detto che le probabilità di entrare nel capitale di Alitalia «sono il 50%» e ha spiegato che l'esame del dossier Alitalia si concluderà entro un mese. «Non ci siamo impegnati in alcun modo ad investire o meno in Alitalia», ha aggiunto Hogan. Le date ormai sono piuttosto mobili, perché il 17 febbraio Del Torchio aveva detto: «per chiudere con Etihad ci vogliono un paio di mesi».

Venerdì scorso Hogan è stato a Roma e nella sede dell'Alitalia a Fiumicino ha incontrato Del Torchio, presenti anche l'amministratore delegato di Poste Massimo Sarmi, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del nuovo ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

 

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