ponte genova

"L’ITALIA PUO’ RIPARTIRE MA SERVE UN MODELLO GENOVA. ABBIAMO RICOSTRUITO IL PONTE MORANDI IN 8 MESI" - IL CEO DI ‘WEBUILD’ PIETRO SALINI PROPONE UN PIANO DI RILANCIO INFRASTRUTTURALE DA 103 MILIARDI - “I SOLDI CI SONO. USIAMO LE REGOLE EUROPEE. IL CODICE DEGLI APPALTI COSÌ COM’È NON PUÒ FUNZIONARE. DALLE PERIFERIE AGLI OSPEDALI, RICADUTE FINO A 322 MILIARDI PER L'ECONOMIA E LE IMPRESE..."

Laura Galvagni per ilsole24ore.com

 

 

pietro salini il varo dell'ultimo impalcato del nuovo ponte di genova

Un piano da 103 miliardi che può valere fino a 322 miliardi di impatto positivo sull’economia. Un vero e proprio Progetto Italia che vada oltre le opere strategiche. Questo ci vuole per il paese. Ne è convinto il ceo di Webuild, Pietro Salini, che in questo colloquio con Il Sole 24 Ore, traccia le linee guida di un disegno davvero ambizioso e di fatto messo già nero su bianco: far ripartire l’Italia con un maxi rilancio infrastrutturale. «I soldi ci sono, definiamo nuove regole, senza inventarci nulla ma usando quelle europee. Non perdiamo quest’occasione, ci troviamo di fronte a una crisi epocale dagli effetti devastanti. Dobbiamo combattere questo mostro creando fiducia e lavoro», ha esordito l’imprenditore.

 

Parliamo di una cifra enorme, siamo un paese già fortemente indebitato come possiamo sostenere un intervento di spesa pubblica di tale portata?

I denari ci sono, certo se li impieghi per finanziare la spesa corrente non produci nulla di buono ma se li usi per fare investimenti il discorso cambia radicalmente. Possiamo contare complessivamente su 158 miliardi utilizzabili per le infrastrutture tra fondi strutturali europei, fondi di sviluppo e coesione, il meccanismo europeo di stabilità e i social bond. Tutti denari, peraltro, che proprio per la particolarità della situazione in cui ci troviamo, hanno un costo prossimo allo zero. Siamo in un periodo di interessi negativi, praticamente ti pagano per indebitarti.

 

completata l'ultima pila del nuovo ponte di genova 17

Se non ora quando? Credo che la percezione della crisi in cui rischia di cadere il paese sia ancora molto modesta. Ma il nostro nemico è la disoccupazione. È un mostro che possiamo combattere solo creando fiducia e lavoro e per questo vanno attivati strumenti di rilancio anticiclici che possano sopperire alla futura carenza di domanda. L’Italia è un grande esportatore e proprio per questo rischia di pagare più di altri questo scenario avverso: mancherà la domanda interna ed estera.

 

E l’unico modo per rilanciarla sono le opere pubbliche?

pietro salini

Questo genere di interventi ha un moltiplicatore che può essere superiore alle 3 volte. Questo significa che se mettiamo in agenda lavori per 103 miliardi possiamo avere ricadute positive sul Pil per oltre 320 miliardi, che equivalgono peraltro alla creazione di 2,5 milioni di posti di lavoro.

 

Siamo un Paese che spesso litiga con la burocrazia quando c’è da posare una prima pietra.

In quattro anni abbiamo speso appena 4 miliardi di euro in investimenti in infrastrutture e siamo un territorio che sconta un gap elevatissimo rispetto al resto d’Europa. Un gap che ci costa, secondo le ultime stime, oltre 70 miliardi l’anno. È un’esigenza, anche competitiva, quella di ripartire dai grandi interventi e se non sfruttiamo quest’occasione resteremo ancora più indietro. Per farlo però non possiamo ragionare secondo le vecchie regole. Non si può nemmeno immaginare di mettere in pista 100 miliardi di opere utilizzando i vecchi schemi.

pietro salini

 

 

Cosa intende?

Serve un modello Genova. Abbiamo ricostruito il Ponte Morandi in otto mesi. E ci siamo riusciti perché siamo stati in grado di allineare gli interessi di tutti i soggetti coinvolti. Tutte le autorità si sono mosse in maniera proattiva, il paese ha fatto squadra. E dobbiamo fare lo stesso anche ora. Il codice degli appalti così com’è non può funzionare. Ma non puntiamo a norme speciali basterebbe che, come hanno fatto anche gli altri paesi dell’Unione, venisse applicato pari pari il codice europeo. Dobbiamo eliminare la cultura del sospetto e fissare regole semplici ed efficaci. Abbiamo insegnato al mondo come si costruisce e le imprese ci sono.

 

Quando parla di un piano da 103 miliardi a cosa si riferisce esattamente?

completata l'ultima pila del nuovo ponte di genova 2

Con 13 miliardi possiamo sbloccare 41 miliardi già stanziati e dare il via a 17 grandi opere strategiche immediatamente cantierabili. Ma questo è solo una parte di ciò che dobbiamo avviare. Pensiamo solo all’edilizia scolastica, il 50% degli edifici non ha il certificato di abitabilità. Basterebbero 10 miliardi per rimettere a norma le strutture e far studiare i nostri figli in sicurezza.

 

Poi ci sono gli ospedali, abbiamo tagliato decine di migliaia di posti. Ci vogliamo dotare di un sistema sanitario come la Germania che ha consentito di affrontare la pandemia, curare le persone e assicurare la continuità della produzione? Con 20 miliardi potremmo dotare le nostre città di sistemi di mobilità urbana rispettosi dell’ambiente. Se avessimo avuto delle carceri adeguate non avremmo dovuto sopportare lo scandalo della scarcerazione dei mafiosi per l’emergenza Covid-19.

 

pietro salini completata l'ultima pila del nuovo ponte di genova

Come pensa che in Italia si possa dar seguito a un progetto di tale portata in 12 mesi?

Serve una regia unica, una piattaforma centralizzata presso la Presidenza del Consiglio che allinei e coordini tutte le amministrazioni su un piano infrastrutturale di questo tipo. Sul piano pratico abbiamo una serie di proposte come la nomina di commissari straordinari per l’esecuzione delle opere e l’emanazione di decreti per il pagamento immediato degli importi secondo lo stato di avanzamento dei lavori, per l’erogazione di anticipi contrattuali e l’applicazione del meccanismo di revisione dei prezzi. Se lavoriamo tutti assieme si può fare.

 

Intanto ieri avete posato la prima pietra della statale Jonica, appalto che risale a 10 anni fa il cui terzo megalotto è partito solo ora.

Non possiamo più ragionare secondo queste tempistiche e per questo vorrei che quella prima pietra rappresentasse il simbolo della ripartenza, che diventasse un grande esempio da moltiplicare. Anche perché con questo cantiere parte nei fatti Webuild.

completata l'ultima pila del nuovo ponte di genova 25

 

Webuild che naturalmente è “parte interessata” a che si realizzi questo maxi piano. Capace magari di dare nuovo slancio a quella che era l’idea iniziale di Progetto Italia, ossia aggregare imprese italiane per fare una realtà di peso anche sullo scenario internazionale.

Siamo leader mondiali nel settore dell’acqua e tra i primi al mondo nel comparto dei trasporti. Lavorano con noi 70 mila persone in 55 paesi, uomini e donne di provata capacità.

 

ponte di genova

Conosciamo il nostro ruolo e in virtù del fatto che abbiamo una presenza pubblica nel capitale (Cdp, ndr), tanto più sentiamo la responsabilità di proporre al paese una strada concreta per la ripartenza. È evidente che la nostra prospettiva iniziale resta valida e lo diventerà ancor di più se aumentando l’offerta si creeranno le condizioni per mettere assieme le grandi competenze. Per mancanza di lavoro e investimenti abbiamo cancellato 120 mila imprese negli ultimi 10 anni e perso oltre 650 mila posti di lavoro.

 

In questo scenario pensa che farete ricorso al Dl liquidità?

Noi adesso non ne abbiamo bisogno. Viviamo di contratti pluriennali e quindi abbiamo subìto per il momento meno di altri l’impatto della pandemia. Il Dl liquidità è certamente uno strumento utile, purché ci sia mercato, altrimenti non avrebbe senso. Se non c’è lavoro il resto non serve.

giovanni toti marco bucci pietro salini completata l'ultima pila del nuovo ponte di genovaSALINI IMPREGILO - ASTALDI

 

il varo dell'ultimo impalcato del nuovo ponte di genova 1

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO