1- SAVE THE DATE! MARTEDI’ 16 OTTOBRE IL PREMIER MARIO MONTI HA CONVOCATO A PALAZZO CHIGI GIUSEPPE ORSI E TUTTO LASCIA PREVEDERE CHE IL COMANDANTE SUPREMO DI FINMECCANICA USCIRA’ DAL PORTONE DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO SENZA PIU’ LE SUE MOSTRINE. DEGRADATO SUL CAMPO, MAGARI ATTRAVERSO LE “DIMISSIONI SPONTANEE” 2- DOPO ESSERSENE LAVATO LE MANI PER MESI MONTI PILATO SI E’ RESO CONTO CHE CON LE NUOVE ACCUSE FORMULATE DAL PM FUSCO (CORRUZIONE INTERNAZIONALE) FINMECCANICA E AUGUSTA WESTLAND RISCHIANO DI NON POTER FIRMARE PIU’ CONTRATTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE A CAUSA DEI SUOI MANAGER “INTERDETTI” 3- LETTERA-DIKTAT DI GRILLI, SIA PURE SENZA ALCUN RIFERIMENTO DIRETTO A FINMECCANICA, PER CACCIARE DALLE SOCIETA’ DI STATO I MANAGER SOSPETTATI DI ILLECITI 4- OLTRE ALLA TESTA DI ORSI CADRÀ ANCHE QUELLA DEL SUO DIRETTORE GENERALE PANSA?

DAGOREPORT

Save the date!
Martedì 16 ottobre il numero uno di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, varcherà il portone di palazzo Chigi su richiesta impellente del premier Mario Monti. E, secondo i rumors (e gli umori neri) raccolti nella città della politica, il comandante supremo dell'azienda pubblica - player mondiale nei settori dell'aerospazio, difesa e sicurezza -, da quel faccia a faccia con il capo del governo ne dovrebbe uscire senza più le sue mostrine. Degradato sul campo, magari attraverso le "dimissioni spontanee".

Un suggerimento che arriva dal responsabile del Tesoro, Luigi Grilli, che ieri ha fatto diffondere una lettera inviata dal suo direttore generale, Vincenzo La Via, al Ragioniere dello Stato, Mario Canzio. Una missiva-ultimatum in cui si chiede, senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie che riguardano Finmeccanica, che siano attivati tutti gli organismi di vigilanza interni nel caso che "gli amministratori di società pubbliche siano coinvolti in fatti penalmente rilevanti".

Il governo-azionista reputa inoltre "opportuno" che, oltre a sollecitare le "dimissioni spontanee dei soggetti coinvolti", nei loro confronti si possa chiedere l'allontanamento "per garantire l'efficienza delle aziende" e la sua immagine. Fino prefigurare, a quanto sembra leggersi tra le righe del documento-diktat, da parte dell'azionista Stato la richiesta di un risarcimento per quei dirigenti infedeli che abbiano leso l'immagine dell'azienda.

Dunque, anche alla luce della lettera del Tesoro, trovano ampia conferma le anticipazioni di Dagospia su l'ennesimo ribaltone (politico-giudiziario) in Finmeccanica.
Dopo essersene lavate le mani per mesi, sembra che adesso Monti-Pilato, convocando Giuseppe Orsi a palazzo Chigi il prossimo 16 ottobre, abbia deciso di voltare finalmente pagina in un'azienda di cui il maggiore azionista è il Tesoro.

Sia pure con imperdonabile ritardo, il governo si è reso conto che alcuni manager di Finmeccanica e della sua controllata Augusta Westland, in quanto figure giuridiche, sono state indagate dalla procura di Busto Arsizio per corruzione internazionale. Ma stavolta in base al decreto legislativo 231 del 2001 che impone alle aziende modelli organizzativi per prevenire gli illeciti. Il che significa che Orsi&C, finiti nel registro degli indagati, ora rischiano la "sanzione interdittiva". E se le accuse nei loro confronti trovassero delle conferme, inoltre, sia Finmeccanica sia Augusta Westland non potrebbero più stipulare contratti con la pubblica amministrazione per colpa dei loro vertici sott'accusa.

Uno scenario tragico e realistico quello disegnato dal magistrato di Busto, Eugenio Fusco.
Un'accusa di corruzione internazionale, tutta ancora da provare, riguardante alcune tangenti elargite al momento della vendita di 12 elicotteri AW101 all'India.

Di qui anche l'urgenza del premier Monti - fresco reduce da un viaggio negli Stati Uniti dove ha incontrato chi di dovere - di riportare Finmeccanica e Augusta Westland fuori dal pericolo (mortale) di non poter agire sui mercati. E proprio in una fase di grande fermento politico-industriale in Europa. Nei giorni scorsi è partito il progetto di fusione tra i due colossi del settore franco-tedesco, Eads e Bae. Mentre il numero uno di Finmeccanica da mesi è impegnato soprattutto a difendersi sul piano giudiziario. Prima di fronte alla procura di Napoli e poi di quella di Busto Arsizio.

Alla fine si è rivelato un boomerang, la richiesta di Orsi e del suo avvocato Ennio Amodio di strappare l'inchiesta ai pm campani, Woodcok e Piscitelli per portarla al Nord. Forse non immaginando che al tribunale di Busto Arsizio, rimasto senza titolare, sarebbe stato "applicato" da Milano un magistrato esperto in reati finanziari del calibro di Eugenio Fusco (da Tangetopoli a Parmalat).

In attesa del giorno del giudizio è già partito il toto-nomine per la successione di Giuseppe Orsi. Ma prima dei nomi, lasciano trapelare dalle stanze del governo, va messa a punto una metodologia. In Finmeccanica c'è grande incertezza se oltre alla testa del presidente cadrà anche quella del suo direttore generale, Alessandro Pansa, che sin dall'inizio si è "smarcato" dalla gestione del suo amministratore delegato.

Pansa è un manager esperto e capace, molto stimato dal ministro Grilli (e non soltanto) che, invece, potrebbe dare - dicono in via XX Settembre - una continuità gestionale a un'azienda che, nel giro di un anno, ha visto "terremotati" i suoi vertici: prima Guarguaglini e adesso Orsi.

 

 

PIER FRANCESCO GUARGUAGLINI GIUSEPPE ORSI GIUSEPPE ORSI E UN ELICOTTERO AGUSTAWESTLAND jpegMARIO MONTI E VITTORIO GRILLI jpegALESSANDRO PANSA E GIUSEPPE ORSIIL PM EUGENIO FUSCO FINMECCANICA

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