TUTTI SCHIAVI DELLA MELA? - “PERCHÉ APPLE DÀ PER SCONTATO CHE VOGLIAMO ASCOLTARE TUTTI GLI U2?” – “PERCHÉ APPLE DEVE IMPORCI UN’OPERAZIONE COMMERCIALE DA CUI SIA LA MELA SIA GLI U2 HANNO TRATTO VANTAGGIO?”

u2 suonano all evento appleu2 suonano all evento apple

Corriere.it

 

“Cos’è poi questo cloud non l’ha capito nessuno. È un c...o di mistero”. Giungono a questa conclusione i protagonisti della simpatica commedia Sex Tape - Finiti nella Rete, arrivata ieri nei cinema italiani. I due, interpretati da Cameron Diaz e Jason Segel, si trovano in una serie di situazioni al limite dell’assurdo dopo aver perso il controllo di un loro filmato a luci rosse a causa della sincronizzazione automatica dei contenuti sui dispositivi associati allo stesso account.

 

Ecco, oltre a essere uno spazio di archiviazione immateriale del proprio materiale digitale il cloud è anche questo, compresa la possibilità di intervenire da una postazione unica sul destino di ciò che è visibile dalle altre, come il protagonista della pellicola capisce solo a metà film.?

smartwatch apple 9smartwatch apple 9

 

Questione di gusti. E di sicurezza

Oltre a essere divertente la pellicola è molto attuale: entrato da tempo nella terminologia degli esperti ai lavori e nelle offerte commerciali dedicate (anche) agli utenti finali il cloud computing è ancora qualcosa con cui la maggior parte di chi si circonda di tablet e smartphone deve prendere confidenza.

 

Scandali come quello delle falla in iCloud di Apple, che ha messo a nudo decine di star, lo hanno fatto balzare agli onori, anzi agli oneri, delle cronache. E il regalo, sempre di Cupertino, del nuovo album degli U2 Songs of Innocence ai 500 milioni di utenti di iTunes lo ha riportato al centro del dibattito. Il ceo della Mela Tim Cook ha annunciato al termine dell’evento di presentazione dei due iPhone 6 e dello smartwatch Watch che chiunque sia in possesso di un account iTunes o lo apra nelle prossime 5 settimane troverà gratuitamente nella sua libreria l’ultima fatica della band irlandese.

 

i primi in fila per il nuovo iphone 6 all apple store di new york  i primi in fila per il nuovo iphone 6 all apple store di new york

La scelta è particolare e sicuramente di impatto: invece di distribuire codici regalo da inserire per attivare il download gratuito, Apple ha fatto tutto da sé recapitando direttamente ai dispositivi il pacco dono. Le reazioni sono state svariate. Da chi, completamente all’oscuro dell’iniziativa, ha denunciato un hackeraggio del suo account su Twitter a chi si lamenta per la forzatura non essendo interessato all’album passando, ovviamente, per i fan della band che si sono fregati le mani. “C’è qualche problema tecnico?”, ha twittato una ragazza allegando una foto con l’album pronto per essere scaricato sullo smartphone selezionando la nuvoletta, il cloud appunto, vicino al titolo dell’intera lista o di ogni singola canzone.

 

Apple, infatti, non ha ovviamente facoltà di piazzare file sui nostri computer o telefonini ma può, e lo ha appena fatto, infilarli nella libreria virtuale al quale i nostri account vanno ad attingere automaticamente se l’impostazione è ‘Mostra acquisti nella nuvola’ è attivata (la trovate nelle preferenze di iTunes). Possiamo decidere se scaricarlo o meno, ma ce lo troviamo lì, come se qualcuno avesse fatto metà della scelta per noi. Ed è questo aspetto ad aver irritato qualcuno.

presentazione nuovi prodotti applepresentazione nuovi prodotti apple

 

“Perché Apple dà per scontato che vogliamo ascoltare tutti le stesse cose?”, si chiede su Re/Code Peter Kafka. A voler essere ancora più tignosi, perché Apple deve imporci un’operazione commerciale da cui sia la Mela sia gli U2 hanno tratto vantaggio nel momento della loro stretta di mano?

 

E, ancora, torna a sottolineare Kafka, “se stai cercando di convincermi che archiviare i miei file sulla nuvola non comporta problemi di sicurezza forse entrarci senza permesso non è la mossa migliore”. Vista l’ancora scarsa cultura in materia questo è forse il punto più importante.

 

La prima obiezione è legittima, ma va archiviata nella consapevolezza che ormai i dispositivi sono i cavalli di Troia delle aziende: il business di Amazon si basa interamente su questo principio: ti vendo dispositivi a basso costo per proporti più facilmente contenuti, oggetti, servizi o abbonamenti. O, nel caso di Apple (e senza il basso costo), portare la tua attenzione su iniziative di marketing. ?

 

La sentenza della Cassazione

L'AD DI APPLE TIM COOKL'AD DI APPLE TIM COOK

Quella di sfruttare l’hardware per proporre o imporre soluzioni meno tangibili non è fra l’altro una novità. Lo dimostra la sentenza della Cassazione tornata a mettere il dito nella piaga nell’imposizione del sistema operativo Microsoft: chi acquista un computer, un Hp in questo caso, ha diritto a un rimborso nel caso in cui il software pre-installato non sia di suo gradimento.

 

Le sentenza prevede quindi che il consumatore tenga il computer ma restituisca la licenza del programma ricevendo 140 euro in cambio. La Cassazione tutela così il diritto di scelta dell’utente e lo sviluppo del mercato senza imposizioni di sorta e torna sul tema già protagonista di decisioni analoghe in sede comunitaria, si pensi alla possibilità di usare il browser preferito fin dal primo avvio di Windows imposta a Microsoft dall’Unione europea. Dobbiamo poter scegliere sempre: cosa usare, cosa guardare e cosa ascoltare. Ma i confini sono sempre più labili.

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