cerved

SE NON OPA QUANDO - ION INVESTMENT, COLOSSO DEL FINTECH DELL'IMPRENDITORE ANDREA PIGNATARO, LANCIA UN'OFFERTA DA 1,85 MILIARDI DI EURO SUL CERVED, LA SOCIETÀ CHE LAVORA I DATI DELLE CAMERE DI COMMERCIO - LA MOSSA ARRIVA POCHI GIORNI DOPO AVER RILEVATO CEDACRI PER 1,5 MILIARDI - STAKANOVISTA, SENZA UNA SEGRETARIA, AMANTE DELL'ARTE: CHI È IL RE SCHIVO DEI SERVIZI FINANZIARI AUTORE DELLA DOPPIA ZAMPATA...

1 – CERVED, ARRIVA L'OPA DI PIGNATARO IL RE SCHIVO DEI SERVIZI FINANZIARI

Sara Bennewitz per "la Repubblica"

 

il logo di ion

Ion investment, colosso del fintech che fa capo all'imprenditore Andrea Pignataro, lancia un'Opa da 1,85 miliardi di euro sul Cerved, la società che raccoglie ed elabora i dati delle Camere di commercio. È la seconda mossa in pochi giorni per Pignataro e la sua Ion, visto che venerdì scorso aveva rilevato Cedacri (servizi informatici per banche e finanziarie) per 1,5 miliardi.

 

L'obiettivo dell'offerta su Cerved, valutata 9,5 euro per azione, è ritirare il titolo dal mercato. A detta degli analisti l'offerta, che implica un premio del 18% (ieri Cerved è salita del 19,9% a 9,61 euro), è di quelle generose date le prospettive degli Npl e dei servizi finanziari del gruppo milanese.

 

Due anni fa il fondo Advent aveva provato a lanciare un'Opa su Cerved da 9,6 euro, ma l'offerta era stata ritirata. Da allora molte cose sono cambiate, compreso il prezzo dell'azione.

 

Ion, che rilevando Cedacri ha avuto a che fare per tre mesi con il fondo Fsi guidato da Maurizio Tamagnini, ora proporrà l'offerta su Cerved proprio insieme al fondo partecipato da Cdp che ha venduto e reinvestito su Cedacri.

 

Chi conosce Ion è pronto a scommettere che Cedacri e Cerved resteranno due entità separate. Lo scopo di Ion non è di aggregarle ma di fornire alle due aziende una dimensione internazionale e aiutarle a crescere fuori dai confini.

 

la sede di cerved

Pignataro, 50 anni nato a Bologna, è sempre stato uno studente modello da quando frequentava il liceo classico. Dopo la laurea in Economia e un Phd in Matematica all'Imperial College di Londra, ha iniziato la sua carriere in Solomon Brothers come trader sul mercato obbligazionario.

 

Proprio il suo primo lavoro sui mercati lo ha portato a inventare il software di una piattaforma di trading, attorno a cui nel 1997 ha costruito un impero specializzato nel fintech, la Ion Investment, che oggi vale attorno ai 20 miliardi di dollari.

 

Dal 2005 ad oggi Ion ha acquistato 28 aziende, ha lanciato due Spac (di cui l'ultima a dicembre sul Nasdaq), dando vita un gruppo da 7.500 persone e 1,5 miliardi di margine lordo all'anno, con cui continua a finanziare operazioni a leva.

 

Pignataro è membro dell'advisory board del Politecnico di Milano, sostiene la Normale e il Collegio Sant'Anna di Pisa; vive tra Londra, Milano e New York e ha vari investimenti immobiliari, tra cui un resort di lusso a Canouan nei Caraibi.

 

cedacri

Chi lo conosce lo descrivere come uno stakanovista, senza una segretaria, molto riservato: nelle sue residenze, tra cui una casa nel quartiere di Belgravia a Londra, non c'è mai il nome sul campanello. Anche se viaggia soprattutto con il suo jet privato, si dice faccia una vita semplice. Tra le sue passioni c'è l'arte, pare che abbia una discreta collezione, anche queste debitamente custodita, lontano da mostre ed esibizioni.

 

2 – ANDREA PIGNATARO, CHI È IL PERNO DI ION CHE SBANCHERÀ CERVED E CEDACRI

Fernando Soto per www.startmag.it

 

Doppio colpo del fondo inglese Ion capeggiato da Andrea Pignataro (passaporto italiano, cuore operativo fra Inghilterra e Irlanda, testa finanziaria in Lussemburgo, da dove controlla il fondo Ion).

 

cerved group

Il fondo ha messo a segno in poche ore due operazioni di non poco conto in Italia: ha comprato Cedadri e ha lanciato un’Opa su Cerved.

 

Cedacri e Cerved costituiscono due snodi nevralgici nei dati economico-industriali-finanziari delle imprese italiane.

 

Infatti Cedacri è la società italiana specializzata in servizi di outsourcing informatico per il settore bancario e il Cerved è la società che raccoglie ed elabora i dati delle Camere di commercio.

 

Ion ha rilevato prima il gruppo Cedacri, assieme a Maurizio Tamagnini di Fsi, per 1,5 miliardi. E ieri ha lanciato un’Offerta pubblica di acquisto su Cerved tramite una controllata irlandese controllata dal fondo inglese (la cui maggioranza è di un veicolo lussemburghese).

 

LE MOSSE DI PIGNATARO

Maurizio Tamagnini

Ma vediamo chi è Pignataro che in queste due operazioni va in simbiosi con il fondo Fsi nella parte di socio di minoranza. Infatti Ion di Pignataro con il gruppo Fsi guidato da Maurizio Tamagnini e il fondo Gic di Singapore hanno lanciano un’offerta da 1,85 miliardi su Cerved.

 

LA MOSSA DI ION E FSI SU CERVED

Ion e soci riconosceranno un corrispettivo pari a 9,50 euro per azione, pari a un premio del 34,9% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni alla data del 5 marzo 2021 e del 43% rispetto alla media aritmetica cegli ultimi dodici mesi: ieri il titolo ha chiuso a 9,61 euro (+19,9%), oltre il prezzo Opa.

 

CHI HA LANCIATO L’OPA SU CERVED

Ma chi ha lanciato formalmente l’Opa? “L’offerta – ha rimarcato il Sole 24 Ore – è promossa tramite Castor Srl, controllata da Castor Bidco Holdings, a sua volta controllata da FermIon Investment Group. Nei veicoli la maggioranza sarà di Ion Capital e investirà in minoranza (150 milioni in strumenti finanziari convertibili) anche Fsi, come partner italiano di supporto istituzionale. Si tratta della seconda operazione, dopo Cedacri, di Fsi assieme a Ion: a dimostrazione della capacità del fondo italiano di creare campioni nazionali dell’economia digitale. Partner di minoranza è anche il fondo di Singapore Gic”.

 

cerved

CHI SONO GLI ATTUALI AZIONISTI DI CERVED

Gli attuali azionisti di Cerved con più del 3% sono Wellington con il 5,077%, Massachusetts Financial con il 4,1%, Kayne Anderson Rudnick con il 3,064%, MutuiOnline con il 3,015% e Giancarlo Broggian con il 3%.

 

LA RAGNATELA DI SOCIETÀ IN LUSSEMBURGO

“Tramite un altro veicolo lussemburghese, la Itt, Pignataro detiene quasi il 90% di Ion Investment group e il 100% di Ion Investment Corporation, società irlandesi a cui fanno capo realtà come Fidessa (produttore di software di trading), Acuris (portali di notizie finanziarie) e Dealogic (fornitore di dati sul mercato m&a)”, si legge su Mf/Milano Finanza.

 

CHI È ANDREA PIGNATARO

Nato a Bologna, 50 anni, Pignataro è poco conosciuto fuori dai mercati specializzati, ha scritto settimane fa Mf, e da Londra confermano che “ha sempre mantenuto un very low profile”.

 

“Riservatissimo, incontattabile dai giornalisti, pur essendo al vertice di un gruppo di intelligence finanziaria internazionale, non ha mai concesso un’intervista a un giornale in vita sua. Anzi, in circolazione sul Web ci sono rare foto che lo ritraggono”, ha scritto oggi Carlo Festa sul Sole 24 Ore.

 

“Pignataro è membro dell’advisory board del Politecnico di Milano, sostiene la Normale e il Collegio Sant’Anna di Pisa; vive tra Londra, Milano e New York e ha vari investimenti immobiliari, tra cui un resort di lusso a Canouan nei Caraibi”, si legge su Repubblica di oggi.

 

IL BUSINESS DI PIGNATARO

cedacri group

Prima di fondare Ion Investment Group, 22 anni fa, era trader di obbligazioni alla banca d’affari Solomon Brothers. “Chi ha avuto a che fare con lui – ha scritto il giornale economico-finanziario del gruppo Class – lo descrive come una persona motivata, determinata e risoluta, e alcune persone che hanno lavorato con lui lo hanno dipinto come ‘un maniaco del lavoro 24 ore su 24’”. Vive in una casa di sua proprietà a Belgravia, elegante quartiere centrale di Londra, e nel 2017 si è fatto notare per il suo coinvolgimento diretto in uno sviluppo immobiliare a Canouan, isola caraibica che fa parte di St. Vincent e Grenadine.

 

Sempre secondo Mf, Pignataro ha investito in una tenuta di lusso che sta cercando di trasformare in un esclusivo resort alla moda. Esattamente due anni fa grazie a una newco con sede a Dublino, Kojima Limited, messa su con Conor Clinch e Ashley Woods, altri due manager di Ion Investment, ha invece comprato il 58,5% di Macron, l’azienda bolognese che produce abbigliamento tecnico sportivo e che nell’attuale campionato italiano di Serie A è divenuto marchio di riferimento vestendo le squadre di Bologna, Hellas Verona, Lazio, Sampdoria e Udinese.

 

COS’È E COSA FA ION INVESTMENT GROUP

Come ricordava giorni fa Carlo Festa (giornalista del Sole 24 Ore) sul suo blog, Ion Investment Group ha sede a Londra ed è specializzato in software, dati e analisi per istituzioni finanziarie. Dal 1999, anno in cui è stato fondato, ha fatto numerose acquisizioni, spesso a leva. Dal 2004 ha condotto 26 acquisizioni per un enterprise value complessivo di 10 miliardi di dollari e nel 2019 ha comprato Acuris da BC Partners e Gic. A questa società di notizie finanziarie fanno capo provider di informazioni e dati come Mergermarket e Debtwire Mergermarket, Debtwire, Unquote e Asia Venture Capital Journal. Nel 2017, invece, insieme a Carlyle, Ion aveva ricapitalizzato Dealogic, che fornisce dati sul mercato internazionale delle fusioni e delle acquisizioni.

 

Broadway Technology

L’ultima acquisizione, per una cifra sconosciuta e a cui ha dato il via libera il 10 novembre scorso la Competition and Markets Authority britannica, è quella di Broadway Technology, società di software e applicazioni in campo finanziario.

 

Ma come opera Ion? Impiega capitale permanente e investe solo in fintech, “con approccio molto concentrato su prodotto e tecnologia, considerati le vere fonti di vantaggio comparato sostenibile”. Di fatto, “opera con le logiche del private equity, agendo con rapidità e flessibilità tipica di questi investitori”. A differenza dei private equity, però, il gruppo di Pignataro investe nelle proprie partecipate operando “trasformazioni profonde in modo tale da permettere di ripensare il modello di business e il portafoglio prodotti delle società per essere meglio posizionate a cogliere le opportunità offerte dalla progressiva digitalizzazione dell’economia”.

 

Secondo Mf, Ion Investment serve più di 7.500 clienti in tutto il mondo e nel 2019 ha generato un fatturato di oltre 1,9 miliardi di dollari. Inoltre, possiede e gestisce un portafoglio globale di soluzioni software e dati per la gestione dei processi di istituzioni finanziarie, banche centrali e corporation che alimentano il funzionamento del mercato dei capitali internazionali. Dal 2017 a oggi la società madre irlandese di Ion ha pagato dividendi per 195 milioni di euro a entità controllate da Pignataro.

 

ScION Tech Growth

Da ricordare che Ion ha quotato al Nasdaq la spac ScION Tech Growth I di cui Pignataro è presidente esecutivo e Mathew Cestar, che in precedenza ha ricoperto il ruolo di Co-Head Investment Banking e Capital Markets in Emea presso Credit Suisse, è ceo e direttore. ScION Tech Growth I punta a vendere 50 milioni di azioni al prezzo di 10 dollari ciascuna ovvero 500 milioni di dollari. Ogni unità sarà composta da una quota di azioni ordinarie e da un terzo di un warrant, esercitabile a 11,50 dollari. Si tratta di una struttura analoga a quella della spac promossa da Investindustrial e quotata a dicembre al Nyse. I proventi della quotazione di ScION Tech Growth I verranno utilizzati per investire in società tecnologiche, in ambito software e fintech con forte posizione di mercato, prodotti leader e un potenziale di sviluppo globale.

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...