
SI FA PRESTO A DIRE ROTTAMAZIONE - LA COMMISSIONE TECNICA SULLA RISCOSSIONE VUOLE SFORBICIARE 408,47 MILIARDI DI TASSE NON INCASSATE, MA PROPONE DI POTER FICCARE IL NASO NEI CONTI DI CHI EVADE IL FISCO - IL COLPO DI SPUGNA CANCELLEREBBE LE POSIZIONI DI 9,2 MILIONI DI CONTRIBUENTI, CHE SI VEDREBBERO ANNULLARE 27,6 MILIONI DI CARTELLE (UN REGALINO DA 44MILA EURO A TESTA) - MA PER CHI FINISCE NELLA LENTE DEL FISCO SONO GUAI: NELLA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE, L’AGENTE DELLA RISCOSSIONE PUO' BUSSARE IN BANCA NON SOLO PER CONOSCERE L’ESISTENZA O MENO DEL CONTO CORRENTE, MA “ANCHE LA SUA CONSISTENZA ATTUALE” E…
Estratto dell’articolo di Marco Mobili, Giovanni Parente, Gianni Trovati per il “Sole 24 Ore”
Un colpo di forbice su 408,47 miliardi di tasse non riscosse, e una botta di acceleratore a pignoramenti e azioni esecutive, tagliando le procedure e allargando le possibilità di accesso dell’agente della riscossione ai database della fattura elettronica e all’anagrafe dei conti.
La relazione È qui il succo delle proposte elaborate dalla Commissione tecnica sulla riscossione, nella relazione scritta dopo un confronto tecnico con la Ragioneria generale e il dipartimento Finanze e inviata alla Conferenza Unificata per ricevere il parere di regioni ed enti locali, atteso la prossima settimana.
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rottamazione cartelle esattoriali
Sul piano delle cifre, la proposta è di attuare un maxidiscarico che alla luce del lavoro analitico sugli arretrati «dovrebbe riguardare complessivamente circa 408 miliardi di euro, pari al 32% del magazzino residuo».
Nel falò dovrebbero finire prima di tutto 338,03 miliardi di crediti 2000-2024 «discaricabili perché giuridicamente non più esigibili» in quanto riferiti a persone fisiche decedute (35,69 miliardi), società cancellate dal registro imprese e prive di coobligati (166,73 miliardi), soggetti con procedura concorsuale chiusa (65,22 miliardi) e altri crediti prescritti (70,39 miliardi).
A questi si dovrebbero aggiungere 70,44 miliardi di crediti, concentrati fra 2000 e 2010, che sono vivi sul piano giuridico ma «risultano senza prospettive di riscossione».
Il grosso della “rinuncia” (347,34 miliardi) sarebbe a carico dell’Erario, ma anche l’Inps dovrebbe dire addio a 38,07 miliardi, i Comuni a 5,1 miliardi e gli altri enti a 3,2 miliardi. La spugna cancellerebbe le posizioni di 9,2 milioni di contribuenti, che si vedrebbero annullare 27,6 milioni di cartelle in cui sono iscritti 42,9 milioni di crediti.
Nel gorgo sarebbero quindi destinati a finire anche singole somme tutt’altro che banali: perché ogni contribuente interessato si vedrebbe abbuonare in media qualcosa come 43.921 euro.
[…]l’azione della falce sarebbe solo la premessa di una revisione profonda nella governance dell’agenzia delle Entrate e nelle regole sulla riscossione: da attuare attraverso una ricetta che non appare facile sul piano politico […]
l’obiettivo indicato dalla relazione è cruciale: ridare efficacia alla riscossione, puntando sui cinque «principi di tempestività, compliance, prioritizzazione, differenziazione e sistematicità». Le cartelle, insomma, non devono sonnecchiare invecchiando, perché il passare del tempo fa cadere le chance di incasso, ma il Fisco deve selezionarle per concentrarsi davvero su quelle più promettenti.
Individuate le somme aggredibili, però, bisogna poi avere gli strumenti per farlo. E per questa ragione, secondo la relazione «sarebbe opportuno prevedere» che l’agente della riscossione possa bussare in banca non solo per conoscere l’esistenza o meno del conto corrente, come accade ora, ma «anche la sua consistenza attuale», pur «con le necessarie cautele» in fatto di privacy.
ROTTAMAZIONE CARTELLE ESATTORIALI
Non solo: l’agenzia dovrebbe poter sfruttare in pieno «i dati della fatturazione elettronica per avviare procedure mirate di pignoramento dei crediti da rapporti commerciali intrattenuti dal soggetto debitore con soggetti terzi».
Pignoramenti e azioni esecutive, poi, dovrebbero imboccare una strada più veloce di quella attuale, perché «andrebbe superata l’attuale complessità degli adempimenti propedeutici all’avvio delle procedure di recupero coattivo».
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