CARA, HO UN MILIARDO CHE MI AVANZA – COME INVESTONO I 2.325 MILIARDARI DEL MONDO? IL 47% DELLA RICCHEZZA È FERMA IN INVESTIMENTI PRIVATI, IL 29% È IN BORSA, IL 19% RESTA LIQUIDO PER COGLIERE NUOVE OCCASIONI E SOLO IL 5% VA NEL MATTONE

1. IL PICCOLO CLUB DEI SUPER RICCHI: CHI SONO E COME INVESTONO I LORO 5.864.000.000.000.000.000 DI EURO

Cecilia Pierami per "Il Messaggero" – da Il Foglio del lunedì

 

Leonardo Del VecchioLeonardo Del Vecchio

Se per diventare cliente del Private basta avere un patrimonio da mezzo milione di euro, per partecipare alla partita dei billionaire serve qualche dollaro in più: mille milioni. Il club dei super Paperoni, nel 2014, secondo lo studio «Billionaire Census» realizzato da Wealth-X, società di studio specializzata nel settore, e dall’istituto elvetico Ubs, conta 2.325 membri, il 7% in più rispetto al censimento realizzato nel 2013, per un patrimonio complessivo di 5,86 trilioni di euro (5.864.000.000.000.000.000).

 

Gli Stati Uniti si confermano il regno dei Paperoni in miliardi (609 in tutto) sotto il profilo della concentrazione, mentre l’Europa è il continente dove se ne trovano di più, ben 775 con una ricchezza più o meno simile. Se si guarda invece alle città con più super ricchi, la maglia rosa va all’Asia, con otto metropoli fra le prime venti. E se nell’economia dell’uomo della strada l’Italia arranca, nell’ultimo anno ha visto invece crescere quasi del 14% il numero dei super ricchi, passati da 29 a 33, con una ricchezza complessiva di 115 miliardi di euro che pone il nostro Paese al 15esimo posto.

 

LEONARDO DEL VECCHIO MOGLIE NICOLETTA ZAMPILLOLEONARDO DEL VECCHIO MOGLIE NICOLETTA ZAMPILLO

Se lo studio di Wealth-X e Ubs non fa nomi, ci pensa invece quello di Bloomberg con la sua classifica dei 200 più ricchi al mondo a fare nomi e cognomi: a capo del piccolo club italiano (trentesimo nella graduatoria assoluta) troviamo il re del cioccolato Michele Ferrero con un patrimonio di 23,4 miliardi di dollari, seguito, al 43esimo posto della classifica generale, da Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica di recente finito in prima pagina per problemi di successione alla guida del suo gruppo, con 17,3 miliardi di dollari. Viene poi Stefano Pessina, terzo italiano della classifica con 10,8 miliardi di dollari, proprietario del 18% di Alliance Boots.

 

Secondo lo studio Wealth-X/Ubs, i settori che contano più super Paperoni sono quello della finanza (19%) seguito da quello dei grandi conglomerati industriali (12%). Circa il 60% è quello che si definisce un self made man, cioè uno che ha accumulato il proprio patrimonio partendo dal nulla. Mediamente i billionaire hanno un patrimonio costituito per il 47% da investimenti privati, per il 29% da società quotate in Borsa, per il 5% dall’immobiliare e per il 19% dalla liquidità.

 

LEONARDO DEL VECCHIO jpegLEONARDO DEL VECCHIO jpeg

Dopo essere diventati straricchi è però necessario curare quanto guadagnato, soprattutto quando gran parte del patrimonio è svincolato o liquido. «I clienti di questa fascia – spiega Simon Smiles, direttore investimenti di Ubs Wealth Management – optano per mantenere quasi il 20% del proprio patrimonio liquido. In parte è una scelta dettata da prudenza, si aspetta un momento migliore per poter investire; dall’altra la liquidità dà sicurezza.

 

Ma in un periodo come questo dove troviamo tassi e inflazioni molto bassi, non fare equivale a perdere denaro. Oggi bisogna rischiare per far fruttare questa parte di patrimonio o attraverso maggiori rischi di credito, o di tasso, oppure investendo in valute che pagano interessi più alti assumendosi però la relativa incognita legata al cambio».

 

E comunque non c’è miliardario che non abbia affidato i suoi averi a una qualche struttura di private equity, sempre più specializzate e sempre più circolari per rispondere ai crescenti bisogni di una clientela che cresce anche in termini di esigenze.

 

2 - IL PICCOLO CLUB DEI SUPER RICCHI

Luca Rigamondi per "Il Messaggero" da Il Foglio del lunedì

 

Michele Ferrero insieme ai figli Giovanni (a sinistra) e Pietro (a destra)Michele Ferrero insieme ai figli Giovanni (a sinistra) e Pietro (a destra)

In Italia sono 633.273 le famiglie che definire ricche non è esagerato: sono quelle che possono disporre di un patrimonio di almeno mezzo milione di euro. E la loro ricchezza totale è una cifra da capogiro: 983 miliardi di euro. Metà della quale viene gestita dal Private Banking, cioè l’insieme di servizi bancari e finanziari offerti ai Paperoni. I quali, però, sfruttano solo in parte le enormi potenzialità di questi servizi, tanto che solo il 27% dei clienti Private ritiene la consulenza sull’intero bilancio familiare un elemento distintivo rispetto all’offerta bancaria standard. Solo il 18%, poi, cita come servizio importante del Private la tutela del patrimonio, il 15% la consulenza per i servizi immobiliari, il 14% l’advisory sul passaggio generazionale.

 

Michele FerreroMichele Ferrero

In altre parole, in Italia i clienti del Private sfruttano poco o nulla il servizio di Wealth Management, che da parte delle banche sta diventando invece sempre più un elemento distintivo e un servizio sul quale puntare per il futuro. Anche perché più della metà dei clienti Private è rappresentato da imprenditori o professionisti, per i quali questo strumento può rivelarsi indispensabile per gestire dinamiche familiari, aziendali e finanziarie complesse.

 

Michele Ferrero Michele Ferrero

«Il professionista e il titolare di un’impresa medio piccola – conferma infatti Maurizio Zancanaro, presidente dell’Aipb (l’Associazione Italiana Private Banking) – sono le figure che meglio rappresentano la quota principale di clientela servita dal Private Banking. Proprio queste figure, protagoniste delle nostre più recenti indagini di mercato, si autorappresentano come una sorta di figura di confine tra due mondi. Da una parte c’è i l mondo dell’impresa della cui vita si sentono responsabili e, in quanto titolari, se ne occupano attivamente; dall’altra sono responsabili del loro patrimonio.

 

Questi campi sono le fonti della loro sicurezza economica, ma il coinvolgimento che l’imprenditore/professionista manifesta nei confronti di queste due aree appare molto diverso». Due mondi a parte, insomma, senza quell’integrazione e quella visione d’insieme che invece è il cuore del Wealth Management. «Nei confronti dell’impresa – spiega Zancanaro – il coinvolgimento è totale: l’impresa è qualcosa di vivo, precario, difficile da gestire. Soprattutto in un contesto come quello attuale che richiede competenze variegate. L’imprenditore/professionista giorno per giorno si coinvolge nella difesa dell’impresa della quale si sente responsabile in prima persona».

Stefano Pessina Stefano Pessina

 

Quando invece si tratta di pensare a tutelare il proprio patrimonio, «l’atteggiamento appare diverso: la gestione è delegata, anche se sotto controllo, ed esiste sempre una figura di corrispondente tecnico che se ne occupa, appunto il nostro private banker.

 

Certo è che se la definizione di Private Banking utilizzata abitualmente deve continuare ad essere “tempo di qualità messo a disposizione del cliente” è fondamentale che questo tempo venga utilizzato per una diagnosi vera, che richiede tempo per una intervista un po’ più attenta, con più ascolto e meno vendita quindi con più attenzione a quello che il soggetto dice di sé, della sua vita, della sua famiglia per la ricerca di indizi che permettano di aprire degli spirargli sui quali esercitare poi una consulenza». In modo da indirizzare i clienti anche verso servizi che, magari perché molto innovativi o perché erroneamente percepiti come “invasivi”, possono invece fare la differenza nella gestione del patrimonio.

stefano pessina stefano pessina

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...