IL SOTTO-MARINO RINCULA - IL TITOLO ACEA IN BORSA VOLA E IL SINDACO FA RETROMARCIA: "SONO MOLTO SODDISFATTO" - SARA' PERCHE', A PARTIRE DAI SOCI FRANCESI, NELL'ULTIMA PROTESTA CONTRO IL CDA NESSUNO LO HA APPOGGIATO?

1-ACEA, ARRIVA L'ALTOLÀ DI GDF-SUEZ E MARINO PROMUOVE IL CDA
Ernesto Menicucci per ‘Il Corriere della Sera-Roma'

Contrordine, compagni. Dopo essere andato alla «guerra» sui vertici di Acea, prima in campagna elettorale e poi appena insediato come il sindaco, adesso Ignazio Marino frena. Un brusco stop, se non una vera inversione di marcia, dopo settimane di affondi, critiche e attacchi al management societari Marino, adesso, usa altri toni: «Sono molto felice che il titolo salga ma è mio dovere, perché rappresento tutti i romani e le romane, garantire che ci siano adeguati investimenti nelle infrastrutture e nel ciclo dei rifiuti. Ma mi sembra che il Cda di lunedì abbia confermato questo indirizzo e di questo sono molto soddisfatto».

E poi, ancora: «Acea è una società quotata in Borsa e va rispettata. Non bisogna pronunciare frasi che possano somigliare a una ingerenza della politica». Sembra incredibile, ma a pronunciare queste parole è lo stesso sindaco che, in questi mesi, ha aperto un fronte durissimo con la coppia Cremonesi-Gallo, presidente e ad di Acea.

Dalla partecipazione all'Assemblea dei soci di aprile (dopo aver acquistato un pacchetto di azioni) per chiedere «di non procedere» a quelle due nomine oppure, in subordine, di «prevedere il licenziamento senza buonuscita per i manager», fino alle lettere (una all'azienda, per denunciare «una gestione privatistica»; l'altra ai soci francesi di Gdf-Suez per spingerli verso la nomina di «una nuova squadra dirigente che abbia la fiducia di tutti gli azionisti di cui è espressione»).

Gli ultimi affondi sono di questi giorni: dal «il management pensa solo alla Borsa», fino alla richiesta (su cui però la Consob ha chiesto chiarimenti) di «diminuire il Cda da 9 a 5, ridurre gli stipendi e rinnovo del Cda». Cosa è successo, allora? Primo: Acea ha approvato lunedì il bilancio con ottimi risultati e varato un piano industriali con 2,4 miliardi di investimenti. Secondo: il titolo, ieri, in Borsa è «schizzato» oltre i dieci euro ad azione (ha chiuso a 10,37, dopo essere stato fermato per eccesso di rialzo). L'Acea oggi vale oltre 2 miliardi e rappresenta un asset anche per ottenere linee di credito.

Terzo: Marino, nella sua «guerra», si è ritrovato quasi completamente solo. A parte alcuni dirigenti nazionali del Pd che lo avrebbero consigliato, il sindaco ha sbattuto contro un «muro»: prima Caltagirone e poi i francesi si sono detti contrari al cambio totale di management. E, nel lungo colloquio (in due parti, mattina e pomeriggio) con Marino, Giovanni Giani di Gdf-Suez è stato ancora più netto dell'editore ribadendo al sindaco che l'ad Gallo non si tocca, che Suez ha investito 400 milioni in Acea, che una modifica così radicale avrebbe ripercussioni sul mercato, sui fondi di investimenti, persino sui rapporti tra Francia e governo italiano.

Anche dal Campidoglio, ora, frenano: «Il sindaco non ha mai detto di voler mandar via presidente e ad», dice il suo portavoce. Quindi il cambio di management non è un suo obiettivo? «Questo lo si vedrà dopo l'Assemblea degli azionisti», la risposta. Ma anche politicamente, Marino è rimasto isolato: la Morgante, assessore al Bilancio, scrivendo ad Acea per avere i dividendi ha fatto i complimenti ai vertici aziendali; il Pd del Comune (a cominciare dal coordinatore di maggioranza Panecaldo, il primo a chiedere di «smetterla coi comunicati su Acea») contesta il modus operandi del sindaco. Marino, oggi, va a Parigi, dove vedrà Jean-Louis Chaussade, numero uno di Suez. Come finirà? Forse, alla fine, col Cda portato da 9 a 7 e il cambio di presidente. A meno che non spunti un'altra soluzione: sì alla riduzione e cambio del board, ma solo dal 2016.

2-ACEA VOLA IN BORSA E SUPERA I 10 EURO
Celestina Dominelli per ‘Il Sole 24 Ore'

All'indomani del bilancio 2013 e del nuovo piano industriale, il mercato ha promosso Acea con un forte balzo del titolo che, in Borsa, ha chiuso a +8,36%, a quota 10,37 euro, toccando i massimi livelli dal 2009. La strategia impostata dall'ad Paolo Gallo - che, ieri, nella conference call con gli analisti, ha escluso un interesse per Romana Gas ed evidenziato l'adozione di una policy dividend costante nei prossimi anni «con un payout tra il 55% e il 60% dell'utile netto» - ha dunque convinto e le banche d'affari, nei primi report sfornati dopo i conti, hanno posto l'accento sui numeri sopra le attese, che renderebbero più difficile il cambio dei vertici richiesto da Ignazio Marino.

Quest'ultimo ieri si è detto «molto felice» per la performance di Acea a Piazza Affari. «Allo stesso tempo - ha aggiunto - è mio dovere, in quanto sindaco, garantire che ci siano adeguati investimenti in infrastrutture e nel completamento del ciclo dei rifiuti: mi sembra che il cda abbia proprio confermato questo indirizzo e quindi sono molto soddisfatto». Non una parola, però, sulle nomine.

«Non ho nessun commento da fare perché Acea, come ho detto anche incontrando gli azionisti, è una società quotata in Borsa e va rispettata, non bisogna in nessun momento pronunciare frasi che possono somigliare, anche lontanamente, a un'ingerenza della politica nelle vicende di una società quotata».

Toni più concilianti arrivati dopo l'incontro, in mattinata, con Giovanni Giani, membro del board di Acea e rappresentante di Suez Environnement, secondo azionista privato dopo il gruppo Caltagirone. Un faccia a faccia teso, riaggiornato nel pomeriggio, nel corso del quale il manager ha stigmatizzato le ultime iniziative di Marino, incomprensibili per i francesi che, come Caltagirone, giudicano irricevibile la richiesta di cambiare l'ad Gallo in corsa.

Il confronto su Acea continua, quindi. E oggi dovrebbe arrivare sul tavolo di Marino la lettera con cui il cda chiede, appellandosi all'articolo 126 bis del Tuf, ulteriori integrazioni rispetto alla missiva mandata dal primo cittadino il 3 marzo scorso per sollecitare l'ampliamento dell'odg della prossima assemblea dei soci. «Con la delibera approvata domenica dalla giunta - spiega al Sole 24 Ore l'avvocato Gianluigi Pellegrino, consulente del sindaco - abbiamo fornito tutte le informazioni necessarie per la convocazione dell'assise. Se ci faranno richieste non esuberanti e in linea con quanto fatto, le valuteremo altrimenti chiederemo alla Consob di dirci cosa fare».

Nella delibera sono dettagliate le motivazioni che accompagnano la richiesta di inserire nell'odg lo snellimento del board e la riduzione dei compensi. È quindi probabile che uno dei punti su cui la società chiederà chiarimenti - per tutelare piccoli e grandi soci e fornire loro un quadro esaustivo in vista dell'assise -, è il collegamento tra la riduzione dei consiglieri e la nomina del cda, ventilato nella prima missiva inviata da Marino e solo accennato nel documento licenziato dal Comune. In sostanza, se punta a far decadere il cda, il sindaco dovrà esplicitare perché la modifica del numero si traduca nell'azzeramento immediato dei vertici.

 

 

IGNAZIO MARINO TWITTA FOTO CON PAOLO SORRENTINO Ignazio Marino e Carlo Fuortes PAOLO GALLOPaola e Giancarlo Cremonesi Francesco Gaetano Caltagirone GDF SUEZ marchioJean-Louis Chaussade

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…